DEF oggi in CDM, Renzi rassicura sulle coperture

 L’appuntamento è fissato per oggi pomeriggio alle 18, quando il Consiglio dei Ministri si riunirà per discutere del DEF, il documento di Economia e Finanza in cui si programma il reperimento delle risorse per i piani che il Gevorno di Matteo Renzi vuole mettere in pratica nei prossimi mesi per far ripartire l’economia italiana.

Il DEF sta facendo molto discutere, soprattutto dopo che ieri il commissario Cottarelli ha parlato di una perdita di circa 2,5 miliardi di potenziale risparmio sulla spesa pubblica.

Per Confindustria l’Italia dovrebbe negoziare una maggiore flessibilità di bilancio

 Per Confindustria, l’Italia dovrebbe essere autorizzata a negoziare un budget più flessibile con l’Europa in cambio di riforme strutturali per l’economia. L’Associazione degli industriali in una dichiarazione ha precisato che i negoziati dovrebbero essere aperti in modo che l’Italia, insieme con gli altri Paesi nella stessa situazione che ne fanno richiesta, siano ammessi a margini di flessibilità che sono nel patto di stabilità in cambio di una robusta serie di riforme strutturali.

 

Secondo Confindustria si può risparmiare un miliardo tagliando i costi della politica

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha promesso una vasta serie di riforme economiche, tra cui il taglio del cuneo fiscale, che afferma essere necessarie per rilanciare la crescita economica dopo una recessione prolungata.

L’Italia ha però poco spazio di manovra per mantenere il suo disavanzo al di sotto del limite dall’Unione europea. Il nostro Paese è anche impegnato a ridurre il debito pubblico, che è il secondo più alto nella zona euro e che è sotto osservazioe dell’Ue. C’è poi la questione della disoccupazione che è arrivata al 13% e quella della disoccupazione giovanile che è sopra il 40%. E non va dimenticata la scarsa competitività delle aziende italiane, anche questo aspetto messo sotto osservazione dall’Unione europea e che necessita di riforme per l’inversione di tendenza e lo sviluppo.

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato: “Se il governo continuerà ad andare nella direzione delle riforme strutturali noi continueremo a dare il nostro appoggio. Un’ agenda incisiva e concreta avendo come obiettivo prioritario il rilancio della crescita e della competitività delle imprese e questo anche in una ottica europea. L’Italia deve riconquistare quel posto da protagonista che le spetta nello scacchiere europeo.

La risposta di Renzi alle critiche di sindacati e Confindustria

 Negli ultimi giorni il governo Renzi ha ricevuto le sue prime critiche di un certo tipo da sindacati e Confindustria. La Cgil con il segretario generale Camusso ha criticano il piano sul lavoro del governo. Confindustria, con il suo presidente Giorgio Squinzi ha punzecchiato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sull’incontro con la Merkel, affermando che lui non vede questo clima idilliaco di allegerimento della Germania verso l’Italia e che gli aspetti burocratici potrebbero portarlo con la sua azienda all’estero.

Matteo Renzi ha proposto le sue riforme, che hanno trovato vari consensi, ma ora arrivano le critiche da due importanti gruppi come quelli sindacale e degli industriali. Il premier ha affermato che non si farà bloccare e che le riforme vanno avanti.

 

Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero

 

 

Domani renzi incontrerà Obama e Cameron. A proposito delle critiche di Squinzi, Renzi ha detto: “Dal momento che qui si parla di rapporti con Stati stranieri, la superficialità e l’improvvisazione lasciano il tempo che trovano. Merkel ed io abbiamo fatto una conferenza stampa insieme: le dichiarazioni della cancelliera e mie le hanno sentite tutti. Gli incontri a livello di Governo sono andati molto bene. Infine, si è svolta una cena in cui Merkel ed io abbiamo partecipato facendo a nostra volta domande agli imprenditori italiani e tedeschi presenti a quel tavolo. Squinzi era lì: se non ha gradito la cena, non so. Magari non ha apprezzato il menù. La parte politica è quella che avete visto voi in conferenza stampa”.

Il Presidente del Consiglio ha parlato anche del 3%. Questo ciò che ha affermato: “Questo è il punto centrale e politico. La nostra battaglia non è per ottenere una deroga al 3%. Noi rispettiamo tutti gli impegni, però diciamo anche: nel semestre italiano vogliamo discutere, approfondire, capire cosa possiamo modificare per far sì che le regole del gioco aiutino l’Europa a crescere. Altrimenti succederà ovunque come in Italia, dove la fiducia verso l’Ue è crollata dal 54 al 28% in cinque anni”.

Del Rio parla dell’arrivo di riforme contro la burocrazia

 Ieri, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi aveva affermato che le “lungaggini” burocratiche lo stavano facendo riflettere sulla possibilità di spostare la sua azienda in Svizzera. La burocrazia è un aspetto criticato da tutti gli imprenditori italiani, che limita la loro possibilità di movimento e che spesso mette in crisi le prospettive di una impresa. Il fatto che ha parlarne sia stato il capo dell’associazione degli industriali italiani è elequente in questo senso.

Oggi sembra essere arrivata la risposta del governo. Il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Del Rio in una intervista ha parlato della burocrazia italiana, che ha chiamato “paludosa”, e della necessità di fare delle riforme. Il governo sembra impegnato a migliorare l’aspetto burocratico anche se si aspettano le riforme di cui ha parlato.

 

Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero

 

Il sottosegretario Del Rio ha detto: “Occorre uno tsunami di riforme, per liberare l’Italia dall’anomalia di avere una pubblica amministrazione elefantiaca e poco efficiente. La burocrazia costa miliardi, a causa della non semplificazione dell’intero sistema”. Poi ha aggiunto: “Stiamo lavorando per superare le inefficienze e per abbattere i costi della burocrazia. E occorre impegnarsi per tagliare i privilegi di dirigenti e strutture apicali. Che sono troppi e inaccettabili, in una fase nella quale gli italiani soffrono una crisi così profonda”.

In Italia non è raro trovare imprenditori che più che chiedere il taglio delle tasse o maggiori finanziamenti si lamentano per l’eccessiva burocrazia. Un aspetto che fa perdere competitività alle nostre aziene e che il governo Renzi ha affermato di volere contrastare per dare più sviluppo e possibilità di ripresa economica.

Squinzi punge Renzi e provoca sulle aziende italiane che vanno all’estero

 Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è intervenuto con un commento sull’incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel dei giorni scorsi. Squinzi si è mostrato critico e ha affermato: “Devo sfatare il clima idilliaco descritto per l’incontro di lunedì tra la Merkel e Renzi. Lei è molto austera nei nostri confronti. Non è che ci abbia accolto a baci e abbracci”.

Il Presidente di Confindustria ha specificato che la Merkel ha detto di non derogare dalle regole e, quindi, chi commenta l’incontro come una maggiore apertura della Germania probabilmente si sbaglia.

 

Per Squinzi andiamo peggio del previsto

 

Giorgio Squinzi ha poi scherzato sul voto che darebbe a Renzi in questa parte iniziale del suo governo affermando: “Credo che sia ancora a casa a prepararsi. Quando risponderà alle interrogazioni, formeremo i giudizi”.

Il Presidente del Consiglio Renzi è sembrato irritato e ha detto: “Che ne sa Squinzi del mio colloquio con la Merkel? Lui non c’era”.

Il presidente dell’associazione degli industriali ha poi parlato delle difficoltà delle aziende in Italia facendo riferimento alla sua personale azienda: “Anche oggi mi hanno offerto il Canton Ticino per il nuovo Head quarter aziendale. Se le lungaggini burocratiche mi fanno aspettare 4 o 5 anni ci penso”. Squinzi si riferisce alla sua Mapei e ha fatto queste affermazioni in un incontro alla regione Lombardia. Il problema della burocrazia pesa molto per le aziende. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha risposto “Non ci pensare nemmeno” e Squinzi lo ha rassicurato “Dobbiamo creare le condizioni perché le imprese lombarde non vadano all’estero”.

 

Francia e Italia spingono per un’economia europea più stabile

 Il presidente francese François Hollande e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi hanno presentato un fronte unito, in occasione della prima visita di Stato di Renzi a Parigi. I due leader hanno trovato un terreno comune su molte questioni e sull’economia in particolare, chiedendo un’Europa forte per affrontare l’impennata della disoccupazione giovanile.

Meno burocrazia per le aziende e più regimi di lavoro per i lavoratori. Questi sono solo alcuni dei punti su cui Parigi e Roma hanno si sono trovati d’accordo.

 

Renzi trova l’appoggio della Merkel per le riforme economiche

 

Alla sua prima visita ufficiale come primo ministro italiano, Matteo Renzi ha asuspicatoun’Europa forte capace di stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione elevata. In Hollande ha trovato un interlocutore pronto che si prepara a introdurre un patto di responsabilità che offre agevolazioni fiscali alle imprese. Misure simili a quelle che sono anche state presentate in Italia.

All’inizio di questa settimana, Renzi ha annunciato riforme radicali che comprendono 10 miliardi di euro di tagli al cuneo fiscale a favore dei lavoratori meno a medio reddito e una riduzione della tassa sul lavoro entro maggio. Egli ha tuttavia insistito sul fatto che l’Italia non supererà il limite di disavanzo del 3% stabilito da Bruxelles. Il livello del debito in Italia è attualmente in bilico al 133% del Prodotto interno lordo (Pil) ed è ora nella lista di controllo dell’Unione europea.

François Hollande ha evidenziato la lotta comune dei due leader di centrosinistra per la protezione del welfare state. Entrambi i Paesi stanno proponendo riforme strutturali per aumentare la competitività e allegerire la politica fiscale.

Renzi trova l’appoggio della Merkel per le riforme economiche

 La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato il suo sostegno alle riforme proposte dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha affermato essere ambiziose. Nella conferenza stampa congiunta a Berlino, la Merkel ha detto di essere molto impressionata dai piani del nuovo governo.

La cancelliera tedesca ha messo in evidenza come il programma di riforme è coerente con il Patto di stabilità e crescita e che su questo non  aveva il “Minimo motivo di dubitare”. Fiducia quindi sul fatto che l’Italia si atterrà ai requisiti dell’Ue come il fatto che il debito non superi il 3% del prodotto interno lordo (Pil).

 

Anche la Germania dovrebbe fare delle riforme economiche

 

Renzi ha annunciato tagli alle tasse per un ammontare di dieci miliardi di euro che inizieranno da maggio. Egli ha anche promesso che lo Stato pagherà i debiti in sospeso fino a luglio per circa 68 miliardi di euro. Il Presidente del Consiglio ha anche parlato della volontà di creare nuovi posti di lavoro attraverso la riforma del mercato del lavoro, di abbassare la burocrazia e di abolire il Senato. Il deficit di bilancio dovrebbe salire quest’anno al 2,8 per cento del prodotto interno lordo.

Renzi dopo l’incontro ha detto che l’Italia deve smettere finalmente di credere che le riforme si fanno perché le vuole l’Europa. Le riforme vanno fatte perché fanno bene all’Italia. In questo senso, l’accordo con la Merkel e il governo tedesco è stato molto importante. Renzi si è mostrato favorevole alla posizione europea e ha affermato che “L’Europa non è il problema. L’Europa è la soluzione. Non è mancata una critica ai partiti che sono contro l’Europa.

Francia e Italia fronte comune sulle riforme economiche

 Il presidente francese François Hollande e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si sono presentati alla conferenza stampa che ha seguito l’incontro di sabato proponendo un fronte unito. La prima visita di Stato del Presidente Renzi a Parigi per incontrare il Presidente francese si è conclusa con l’accordo di lavorare su un terreno comune in molte molte questioni sull’economia. In particolare, i due leader hanno chiesto all’Europa un impegno deciso per affrontare l’impennata della disoccupazione giovanile.

Inoltre, Hollande e Renzi hanno condiviso la necessità di avere meno burocrazia per le aziende e più opzioni in termini di regimi per i lavoratori. Matteo Renzi ha affermato che l’Europa dovrebbe stabilire strategie per stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione elevata.

 

Imprese, le prossime mosse del governo Renzi

 

Il premier italiano ha trovato in François Hollande un interlocutore interessato. Il Presidente francese si stra preparando a introdurre un patto di responsabilità che offre agevolazioni fiscali alle imprese. Misure simili a quelle che sono state proposte in Italia. Il riferimento è alle riforme proposte dal governo che comprendono 10 miliardi di euro di tagli delle tasse che ritorneranno ai lavoratori dipendenti con reddito netto mensile di non oltre 1.500 euro e la riduzione delle tasse per le imprese.

Renzi ha ribadito che l’Italia non supererà il limite di disavanzo del 3% che è stato stabilito dall’Unione europea. Il nostro Paese ha sempre il problema del debito pubblico che è al 133% del prodotto interno lordo, ed è ora nella lista di controllo dell’Ue.

François Hollande ha evidenziato la lotta comune dei due Paesi per protezione del welfare state. L’Italia e la Francia stanno lavorando a riforme strutturali per aumentare la competitività e alleggerire la pressione fiscale. Renzi oggi incontrerà la Merkel in Germania.

Aumento di 1.000 euro l’anno per gli stipendi fino a 1.500 euro netti al mese

 Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in una conferenza stampa dal tono informale e spavaldo a cui ci ha abituati e con le slides ha presentato il pacchetto di tagli fiscali e riforme economiche approvate dal Consiglio dei Ministri.

Un ambizioso programma di tagli fiscali e di riforme del mercato del lavoro nei primi passi del suo governo di coalizione per invertire le politiche di austerità e far ripartire l’economia in Italia. Questi i pressupposti.

Sfidando le pressioni della Commissione europea di non allocare le risorse da proiezioni incerte sui futuri risparmi e ricavi, Renzi ha detto in una conferenza stampa che dal 1° maggio gli italiani che guadagnano meno di 1.500 euro netti al mese riceveranno un supplemento di 1.000 euro l’anno attraverso il taglio di alcune tasse nelle loro buste paga, per un costo totale di 10 miliardi di euro nel prossimo anno.

 

I sindacati appoggiano le riforme del governo Renzi

 

“Trovo le polemiche sulla copertura incredibili”, ha affermato Renzi, insistendo che le risorse sarebbero rese disponibili attraverso tagli alla spesa pubblica ed altri proventi, compresi i risparmi previsti sui costi del debito e un maggiore gettito Iva.  Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato un taglio del 10% del costo del lavoro finanziato da un aumento delletasse sui guadagni finanziari, ma non comprensivo dei proventi da titoli di Stato.

Entro luglio il governo garantisce il pagamento degli arretrati dovuti al settore privato pari a 68 miliardi di euro. Renzi ha anche detto che l’Italia si manterrà entro il limite del deficit di bilancio al 3% fissato dalla Commissione.
Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, ha detto che l’Italia sta iniziando a uscire dalla recessione, ma che la ripresa è ancora debole. La Commissione europea lo scorso mese ha declassato le sue previsioni di crescita per l’Italia per quest’anno allo 0,6% dopo un calo dell’1,8% del prodotto interno lordo del passato anno.

I sindacati appoggiano le riforme del governo renzi

 Qualche giorno fa, parlando delle riforme sulle tasse e sul lavoro, il premier Matteo renzi aveva affermato di tenere in considerazione il parere dei sindacati, ma di andare dritto al di là della loro approvazione. Ieri Renzi ha presentato le sue riforme e dai sindacati sono arrivate delle buone valutazioni.

Il segretario della Cgil Camusso ha commentato i provvedimenti economici proposti dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi mostrando apertura e condivisione. La Camusso ha affermato: “Credo che sia molto posotiva la scelta di intervenire subito sulla riduzione della tassazione del lavoro dipendente. Vedo che il Presidente ci ha scoltato. Vediamo positiva la costruzione di un rapporto tra diminuzione dell’Irap alle imprese e le rendite finanziarie. C’è una scelta di favorire le imprese e gli investimenti attivi rispetto alle rendite”.

 

La Camusso chiede nuovi ammortizzatori sociali

 

Anche la Uil con Angeletti mostra approvazione: “Ottimo, finalmente, dopo quattro anni di scioperi e manifestazioni siamo riusciti a far si che i lavoratori abbiano una consistente riduzione delle tasse. Sicuramente è una svolta. Ora vedremo i dettagli e, ovviamente, ci auguriamo che non siano stati dimenticati i pensionati”.

Il segretario della Cisl Bonanni e sulle stesse posizioni e ha affermato: “Particolarmente positivo è per noi l’innalzamento dal 20% al 26% delle tasse sulle rendite finanziarie”.

Chi si aspettava una polemica è stato zittito, ma su questi provvedimenti mentre su altri è probabile che non ci sia lo stesso accordo. Renzi prende quindi il favore dei sindacati in attesa di avere quello degli italiani per l’aumento degli stipendi. Il progetto di riformare molti aspetti dell’Italia è solo all’inizio e il Presidente sembra avere molta energia e voglia.