Per Saccomanni dal 2014 la ripresa economica

 Il 2014 sarà l’anno della ripresa economica? Dalle parti del governo sembra esserci ottimismo in questo senso. Già il Presidente del Consiglio Enrico Letta aveva parlato in questi termini e si appresta al nuovo patto per il governo confermando che i momenti peggiori della crisi economica sono superati.
Anche il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni sulla stessa linea vede il 2014 l’anno della ripresa economica. In una intervista a “La Repubblica”, Saccomanni ha affermato: “Il 2014 sara’ l’anno della svolta. La ripresa si consoliderà e famiglie e imprese pagheranno meno tasse. La precondizione è la stabilità politica senza la quale l’Italia è a rischio. Questo deve costringerci tutti, Governo, Parlamento e parti sociali, a una forte e condivisa assunzione di responsabilità”.
La stabilità del governo, quindi, come condizione fondamentale affinché l’Italia si possa rialzare e uscire dalla crisi. L’ottimismo del ministro dell”Economia si basa sulla nuova maggioranza di governo, più ristretta rispetto alla precedente ma più  coesa. Certo, bisogna ascoltare il Nuovo Centrodestra e fare i conti con le proposte di Renzi, ma sembra che ci sia da parte di tutti l’interesse a un governo che arrivi almeno a finire il 2014. L’uscita dalla maggioranza di Fi pone meno ostacoli all’esecutivo di Letta, ma la stabilità del governo può sempre essere messa in dubbio basandosi su una maggioranza comunque non “naturale” anche se non si  parla più di lerghe intese.
Il ministro Saccomanni spiega il suo ottimismo con riferimento ai dati sullo Spread, il differenziale tra Bund tedeschi e Btp a dieci anni, attorno ai 200 punti e afferma che questo è la dimostrazione dei progressi fatti dall’Italia in ambito economico.
Poi una considerazione sulle dimissioni del vice ministro dell’Economia Stefano Fassina, con Saccomanni che dice: “Le ragioni del suo gesto sono tutte politiche e non sono riconducibili al rapporto tra di noi, che  è sempre stato ottimo. Niente mi farà deflettere dal mio impegno. E il mio rapporto con il presidente Letta è ed sempre stato ottimo”.

Lo spread Btp-Bund torna ai livelli del 2011 e l’Italia festeggia il risparmio sul debito

 L’arrivo del 2014 ha portato per l’Italia anche una notizia molto positiva in ambito finanziario, che va ben sperare in merito all’apertura per il nostro paese di positive possibilità di ripresa. Proprio in questi giorni, infatti, il differenziale tra i titoli di stato italiani Btp e i titoli tedeschi Bund è sceso sotto la soglia record dei 200 punti, valore che non si incrociava dall’estate del 2011. 

Lo Spread sotto i 200 punti apre alla crescita e al taglio delle tasse

 Lo Spread sotto i 200 punti non si vedeva da luglio 2011. Il 2014 si apre bene e con un nuovo record quindi per quanto riguarda il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi a dieci anni. Un record che fa piacere ascoltare, mentre è ancora presente nella mente degli italiani il livello raggiunto nei momenti peggiori della crisi a più di 500 punti.
Il governo manifesta la sua soddisfazione per questo risultato e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, in una nota, si appresta a dire che lo Spread sotto i 200 punti significa maggiore fiducia dei mercati finanziari sull’Italia, conti pubblici migliori e maggiori risorse per la crescita e il taglio delle tasse. Nella nota si legge: “Lo spread che a inizio anno si aggira attorno ai 200 punti base, scendendo anche sotto tale soglia, indica che i mercati apprezzano l’operato del governo, il suo impegno per il mantenimento della stabilità dei conti e per l’avvio delle riforme, sia istituzionali che economiche”.
Oltre a Saccomanni, molti altri membri del governo Letta hanno fatto affermazioni sulla notizia che lo Spread è sceso sotto la soglia, per certi versi psicologica, dei 200 punti.
Il ministro dell’Economia Saccomanni ha aggiunto: “Ho sempre sostenuto che livelli più elevati di spread fossero influenzati da fattori di carattere speculativo improntati all’incertezza politica. Oggi, pur mantenendo la dovuta cautela suggerita dalla volatilità dei mercati, possiamo essere più fiduciosi perché le prime indicazioni sono favorevoli. Le previsioni che avevamo descritto nella Nota di Aggiornamento al Def si stanno attuando. Di particolare rilievo è il dato sui rendimenti, sotto il 4%”.
Lo Spread non è un elemento teorico ma pratico. Gli effetti sono minori interessi sul debito pubblico e quindi maggiori risorse per gli investimenti, per alleggerire la pressione fiscale e per l’accesso al credito di famiglie e imprese.

L’andamento altalenante dello Spread fino ai 203 punti

 Lo Spread ha aperto il 2014 con un dato ottimo a 203 punti. L’obiettivo dei 200 punti è vicino e la storia recente dello Spread lo ha visto passare da una situazione da allarme rosso di qualche anno fa alla calma con dati al minimo di questi giorni.
Il 2013 è stato un anno di vicende politiche alterne, ma lo Spread non sembra averne risentito. Più che altro, la situazione finanziaria internazionale di lenta ripresa sembra avere influenzato maggiormente il differenziale tra Bund tedeschi e Btp a dieci anni.
Da gennaio a dicembre o Spread è passato da 300 punti a 215. Dal 2011 non si vedevano livelli così bassi, record peraltro aggiornato in questo inizio di 2014. La discesa sotto i 300 punti, dopo i momenti di paura, è avvenuta un anno fa e durante il governo Monti che aveva questo risultato come obiettivo. Lo Spread arrivò a 283 punti anche per effetto dell’accordo alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti sul “fiscal cliff”, cioè quel temuto baratro fiscale evitato in extremis.
Una situazione, quella dello Spread di un anno fa, che faceva tirare un sospiro di sollievo. Il pericolo di raggiungere il livello di marzo, con una situazione politica bloccata e lo Spread a 360 punti, era allontanato.
Con il governo Letta, lo Spread ha iniziato a scendere. Il 24 aprile Letta ha ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il 30 la fiducia al suo governo. Il 7 maggio lo Spread è sceso soto i 250 punti facendo registrare un -100 punti in poco più di un mese. A giugno lo Spread riprende a salire per effetto delle notizie provenienti dagli Stati Uniti, con la Fed intenzionata a cambiare la politica monetaria e farla diventare meno accomodante. Si arriva a 300 punti e poi ad agosto una nuova discesa fino a 231 punti.
 A settembre una piccola risalita a 256 punti e l’aggancio della Spagna allo stesso livello dell’Italia. Possibile rischio per il governo Letta e Spread che risale, con la Spagna stabile che ci supera. Gli ultimi periodi del 2013 sono stati caratterizzati da uno Spread stabile a 220-230 punti fino alla discesa a 215 punti a fine anno e a 203 punti a inizio anno.

Sale l’indice Pmi manifattura e scende lo Spread a 203 punti

 Crescita oltre le stime in Italia per l’indice Markit per il settore Pmi manifattura. L’indice ha fatto registrare il sesto aumento consecutivo ed è arrivato a 53,3 punti da 51,4. Il livello è ai massimi da aprile 2011. Alla base di questo aumento ci sono i nuovi ordini e le esportazioni. L’indice è salito anche nell’Eurozona arrivando a 52,7 punti.
L’indice Markit è quindi sopra alla soglia dei 50 punti che delimita gli ambiti dell’espansione e della contrazione del ciclo. In Italia si è registrato un incremento dei nuovi ordini che ha avuto un’impennata rispetto alle previsioni. In grande aumento anche le esportazioni che segnalano un’adattamento delle aziende manifatturiere italiane all’economia globale e una crescita nel posizionamento internazionale.
In Europa, l’indice è in crescita da circa due anni e mezzo. Per quanto riguarda i singoli Paesi, lieve rialzo in Germania e dato in controtendenza in Francia, dove la contrazione dell’indice arriva a 47 punti dal precedente 47,1.
In Italia, il nuovo anno si apre con lo Spread, il differenziale tra i Bund tedeschi e i Btp a dieci anni, a 203 punti. Soglia dei 200 punti quindi vicina dopo che il 2013 si era chiuso con uno Spread a 215 punti. Lo Spread viaggia quindi a livelli minimi e scende ancora, e va bene anche il rapporto tra Bund tedeschi e Bonos spagnoli a 204 punti.
In ripresa i flussi di acquisto sia italiani sia internazionali. L’economia inizia a dare buoni segnali e arriva supporto dalla minore cautela degli investitori, che a fine anno erano attenti alla chiusura dei bilanci bancari in vista dell’asset quality review della Banca Centrale Europea.

Previsioni positive su spread Bund-Btp

 In queste ultime settimane è sceso tantissimo lo spread fra Btp italiano e Bund tedesco, attestandosi tra i 220 e i 230 punti base, sui minimi dall’inizio di luglio del 2011. Positivi anche i listini. Adesso la massima concentrazione è sulla decisione della Fed se iniziare o no il tapering. Dopo la riunione del Federal open market committee l’attenzione è tutta per un probabile annuncio di avvio della riduzione dello stimolo monetario.

Spread Bund Btp segna i minimo da tre anni

 Lo spread fra Btp italiani e Bund tedeschi ha iniziato a scendere, arrivando a toccare i minimi da anni, mentre in Francia lo spread sta schizzando verso l’altro. E questo preoccupa i mercati.

Mutui in discesa lo spread bancario. Le migliori offerte

 Il mercato immobiliare continua a restare fermo, anzitutto per colpa delle banche sempre più riluttanti a concedere mutui. Pare che qualcosa si stia muovendo vedendo le nuove offerte, con gli spread che fino al 2012 erano mediamente più alti del 3% ora si attestano tra il 2,5 e il 2,6%.

Borse in attesa del tapering

 Borse europee senza particolari scossoni in questa giornata. Il tapering negli Stati Uniti sembra rimandato, visto che l’economia è in crescita del 3,6% e che il tasso di disoccupazione è sceso al 7%. Il rialzo dei tassi è ancora lontano e le Borse europee, compresa Piazza Affari, sono caute.
Il Fomc, che riguarda la politica monetaria della Federal Reserve, si dovrebbe riunire entro il 18 dicembre e potrebbe dare l’avvio al tapering, la riduzione degli stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese. I mercati sono in attesa di questa scelta e vedono nella ripresa economica degli Stati Uniti con i mercati emergenti stabili la possibilità di un’altrettanta ripresa in Europa.
Piazza Affari è in crescita dello 0,4%. Negli altri mercati europei, sale Francoforte dello 0,25% e scendono Parigi dello 0,3% e Londra dello 0,01%. Borse quindi contrastate e in attesa di sviluppi per mostrare maggiori movimenti.
Tra i titoli, bene Mps dopo un periodo di ribassi e grazie alla richiesta della Fondazione di fare slittare l’aumento di capitale. In ribasso Mediaset.
In crescita l’euro a 1,3715 nel cambio con il dollaro e a 141,5 rispetto allo yen. Nel cambio con la moneta giapponese l’euro arriva a un livello che non si vedeva da 5 anni.
In calo lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 230 punti. La situazione politica caratterizzata dalla vittoria delle primarie di Matteo Renzi, che diventa il segretario del Pd, non dovrebbe avere ripercussioni negative sui mercati secondo quanto affermato dagli esperti.
La Borsa di Tokyo ha fatto registrare un rialzo del 2,29% che rappresenta la migliore seduta degli ultimi tre mesi.