Le ricadute economiche del “Si” della Crimea alla Russia

 La regione ucraina di Crimea ha votato ieri al referendum per l’annessione alla Russia e il risultato è stato un netto si. Il 95% degli abitanti della Crimea ha affermato di volere aderire alla Russia e la situazione si scalda con l’Ucraina che mobilita le sue truppe. Un risultato che potrebbe portare l’Europa ha tensioni con la Russia e a sanzioni che avranno un impatto sull’economia.

L’occidente ha definito il voto di ieri illegale, dicendo che l’attività militare russa in Crimea viola la sovranità dell’Ucraina e influenzerà l’esito del referendum. Prima del risultato dagli Stati Uniti e dall’Europa si è detto che l’esito non sarebbe stato riconosciuto.

 

Il voto in Crimea mette a rischio l’economia russa intaccata dalla crisi

 

I leader americani ed europei hanno detto che la Russia pagherà un prezzo per l’annessione della Crimea, e il cancelliere tedesco Angela Merkel ha avvertito di una potenziale catastrofe.

L’annessione della Crimea alla Russia potrebbe avere ricadute importanti sulla crescita economica, il commercio, gli investimenti e l’approvvigionamento energetico. Da oggi le potenze occidentali possono decidere alcune sanzioni da imporre alla Russia e ai leader russi. Restrizioni ai viaggi, divieti e congelamento dei beni di alcuni individui vicini al presidente russo Vladimir Putin possono essere le prime possibilità. La Russia potrebbe reagire in termini di fornitura di gas.

L’attenzione sugli individui, piuttosto che sulle aziende russe o sul commercio, riflette la preoccupazione che le tensioni possano danneggiare la fragile ripresa economica dell’Europa.

Le sanzioni avrebbero conseguenze negative a livello economico sia per l’Europa sia per la Russia. Gli analisti rilevano però che è la Russia a rischiare maggiormente. In effetti, le esportazioni dell’Unione europea verso la Russia rappresentano l’1% del prodotto interno lordo. Le esportazioni russe verso l’Unione europea valgono invece quasi il 15% del Pil del Paese.

L’ex ministro delle Finanze russo Alexei Kudrin, ora consigliere economico di Putin, ha detto che anche le sanzioni limitate colpirebbero gli investimenti esteri e nazionali della Russia. Le banche occidentali stanno già chiudendo le linee di credito. Kudrin ha affermato che l’economia non può crescere quest’anno a causa della tensione attuale.

I mercati russi sono in caduta. Il principale indice del mercato azionario è sceso di circa il 20% quest’anno, e il rublo è precipitato ai minimi storici contro il dollaro. Gli investitori hanno ritirato 33 miliardi di dollari fuori del Paese a gennaio e febbraio, e la cifra potrebbe arrivare a 55 miliardi dollari entro la fine di marzo, secondo la banca di investimenti russa Renaissance Capital.

La Russia dovrà affrontare anche dei costi pesanti per sostenere la Crimea. La regione attualmente dipende dall’Ucraina per circa il 70% del suo bilancio, il 90% delle sue acque, e la maggior parte dei suoi approvvigionamenti energetici e alimentari. Sarà un grande problema per la Russia fornire tutti questi prodotti giornalieri necessari per la popolazione. La stima è che sono necessari circa 10 miliardi di dollari l’anno per i prossimi cinque anni per costruire le infrastrutture, sostenere le pensioni e pagare le prestazioni sociali della regione a 2 milioni di persone.

La Banca Mondiale accelera sul prestito di 3 miliardi di dollari all’Ucraina

 Il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim ha affermato che la risoluzione del governo ucraino per revisionare l’economia aiuterà ad accelerare la procedura del prestito di circa 3 miliardi di euro previsti per i settori come la salute e servizi igienico-sanitari.

Jim Yong Kim, che ha incontrato il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk a Washington questa settimana, ha detto che non sarà facile per l’Ucraina effettuare le riforme che ha in programma. Ci sono le difficoltà politiche per la questione in Crimea, ma dalla Banca Mondiale si parla dell’intenzione di andare avanti abbastanza rapidamente se l’Ucraina continua sulla strada delle riforme.

 

L’Ucraina chiede aiuto all’occidente e propone riforme economiche

 

Il Presidente ucraino Yatsenyuk, che è alla ricerca di un aiuto finanziario da parte dei Paesi occidentali, tra cui i 15 miliardi dollari dal Fondo monetario internazionale (Fmi), ha promesso riforme vere per stabilizzare un’economia afflitta da una valuta che sta precipitando e dal deficit di bilancio che si sta allargando. Il Fmi ha ripetutamente sollecitato il governo a ridurre il deficit, permettendo alla moneta di fluttuare e di eliminare gradualmente i sussidi di gas che rappresentano il 7,5% dell’economia del Paese.

L’Ucraina è nei primi posti della classifica mondiale della corruzione, e Jim Yong Kim ha detto che la banca ha i meccanismi per monitorare i suoi prestiti e garantire che il denaro vada alle persone che ne hanno più bisogno.

La questione in Crimea e lo scontro con la Russia è di certo delicata, ma l’Ucraina si trova di fronte a scelte importanti per avvicinarsi all’Europa.

Il voto in Crimea mette a rischio l’economia russa intaccata dalla crisi

 La banca centrale della Russia ha lasciato gli oneri finanziari invariati dopo avere aumentato d’urgenza il tasso d’interesse la scorsa settimana e non è riuscita ad arginare il declino del rublo che arrivano dalle le tensioni nella vicina regione di Crimea in Ucraina.

I responsabili della politica monetaria guidati dal Presidente Elvira Nabiullina hanno inaspettatamente aumentato il tasso principale la scorsa settimana di 1,5 punti percentuali, il più alto dal 1998, per arrestare il calo del rublo. Con i leader in Crimea che hanno intenzione di indire un referendum il 16 marzo per unirsi alla Russia, la crisi in Ucraina minaccia di esacerbare la valuta russa.

 

L’Ucraina chiede aiuto all’occidente e propone riforme economiche

 

Un taglio dei tassi prima del referendum potrebbe essere molto destabilizzante per il mercato. Tutte le mosse della banca centrale della scorsa settimana sono stati finalizzati alla gestione del tasso di cambio e non del tasso di interesse.

Il rublo si è indebolito del 10% rispetto al dollaro quest’anno, più di qualsiasi altra valuta al mondo tranne il peso argentino, il tenge kazako e la grivna ucraina.

La banca centrale ha speso più di 11 miliardi dollari per arginare la caduta del rublo dal 3 marzo dopo che il presidente Vladimir Putin ha ottenuto l’approvazione da parte del parlamento di inviare truppe in Ucraina. La situazione di stallo in Crimea, che è la peggiore dai tempi della guerra fredda tra Russia e occidente, ha portato alla minaccia di sanzioni per la Russia se Putin deciderà di annettere la penisola.

I ministri degli Esteri dell’Unione europea si incontreranno il 17 marzo, un giorno dopo il voto in Crimea, per prendere in considerazione la possibilità del congelamento dei beni e divieto di viaggio di personaggi politici e commerciali russi nell’Unione europea.

La crisi sta mettendo a dura prova l’economia della Russia, che ha rallentato, con la spesa dei consumatori che si è indebolita e con gli investimenti che si sono afflosciati.

L’Ucraina chiede aiuto all’occidente e propone riforme economiche

 Il primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk ha chiesto un aiuto finanziario all’occidente e ha promesso di adottare le misure necessarie per stabilizzare un’economia afflitta dal precipitare della valuta e dal deficit di bilancio.

Il nuovo governo ucraino si impegna ottenere i cambiamenti, come ha affermato Yatsenyuk ieri a Washington durante una visita che ha incluso un incontro con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e Fondo monetario internazionale (Fmi) Christine Lagarde.

Il Presidente dell’Ucraina ha detto: “Ci rendiamo conto perfettamente che il programma del Fmi non è una caramella dolce, ma d’altra parte il mio Paese ha un disperato bisogno di riforme vere per stabilizzare l’economia”.

 

Gli Stati Uniti sul prestito dell’Fmi all’Ucraina

 

L’Ucraina sta cercando di avere 15 miliardi di dollari di prestito del Fmi come chiave stabilizzare il Paese dopo i problemi con la Russia. L’obiettivo è quindi sbloccare gli aiuti promessi dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. La sfida di Yatsenyuk è convincere il Fmi della serietà con la quale si vuole revisionare un’economia cresciuta poco negli ultimi due anni e con un’alta corruzione.

Le buone intenzioni non bastano visto che ci sono enormi problemi nell’economia dell’Ucraina. La produzione industriale del Paese è caduta per 20 mesi di fila e ministro dell’energia Yuri Prodan ha detto che il governo deve affrontare un aumento del 37% della bolletta per il gas naturale russo. L’economia potrebbe contrarsi del 3% quest’anno, dopo non essere riuscito a crescere l’anno scorso. Il prodotto interno lordo dell’Ucraina rettificato per l’inflazione di oggi è allo stesso livello di due decenni fa, mentre quello della Romania e della Russia sono cresciuti del 60% e in Polonia del 130%.

Gli Stati Uniti sul prestito dell’Fmi all’Ucraina

 Potrebbe essere potenziate le risorse del Fondo monetario internazionale (Fmi) del pacchetto di aiuti che si stanno preparando per l’Ucraina. Vicino un accordo su un piano di aiuti per l’Ucraina che comprende il finanziamento dell’Fmi.

Il Senato degli Stati Uniti ha comunque ritardato l’esame previsto della misura al 12 marzo per trovare un accordo sul provvedimento, come ha detto il senatore repubblicano Lindsey Graham.

 

I vantaggi economici per l’Ucraina nell’Ue

 

Il provvedimento è stato realizzato da Menendez, un senatore democratico del New Jersey, che punta a colpire la Russia per la sua incursione in Crimea e assistere il governo ucraino. L’assistenza del Fmi è stata richiesta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e dal Dipartimento del Tesoro.

Il piano di bilancio di Obama, inviato al Congresso il 4 marzo, si ba sull’aumento della quota degli Stati Uniti presso il Fondo Monetario Internazionale, spostando circa 63 miliardi dollari da una linea di credito già esistente. I repubblicani della Camera nel mese di gennaio hanno rifiutato di includere le modifiche delle quote del Fmi in una misura per finanziare le operazioni del governo degli Stati Uniti. Il Dipartimento del Tesoro ha affermato che la mossa potrebbe contribuire a rafforzare il governo ucraino.

Gli Stati Uniti stanno ritardando l’attuazione di un accordo del 2010 dei Paesi membri del Fmi per raddoppiare la capacità di prestito del fondo a circa 733 miliardi dollari. Il piano dovrebbe dare ai mercati emergenti come la Cina maggiore influenza presso l’istituto, che è stato istituito alla fine della seconda guerra mondiale per contribuire a garantire la stabilità del sistema monetario globale.
Anche oggi , un gruppo di ex funzionari del governo degli Stati Uniti ha esortato il Congresso ad approvare il provvedimento Fmi.

Le posizioni di Stati Uniti e Ue sulla Russia: il tema è la dipendenza dal gas

 La Russia rischia di essere isolata dall’occidente che minaccia nuove sanzioni. L’Unione europea fa però affidamento sulla Russia per le forniture energetiche e ha forti legami commerciali. Diversa la situazione per gli Stati Uniti, per i quali il commercio con la Russia non è così importante in quanto stanno diventando autosufficienti in termini energetici.

Gli Stati Uniti e l’Europa hanno reagito contro l’intervento militare della Russia in Crimea della settimana scorsa con minacce di sanzioni economiche, ma le loro posizioni sono quindi  leggermente diverse.

 

Le ricadute economiche della crisi in Ucraina

 

La Russia è l’ottava economia più grande del mondo con un Pil di più di 2 trilioni di dollari. La sua economia, che è fortemente dipendente dalle materie prime, in particolare petrolio e gas, è destinata a crescere solo leggermente nel 2014.

La Russia esplose alla fine del 1990 e primi anni 2000, per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia. Le sue forniture energetiche rimangono di vitale importanza per l’Unione europea, al quale fornisce un terzo del suo gas naturale. In Germania, la più grande economia della zona euro, le importazioni di gas arrivano per circa il 40% dalla Russia.

Il rapporto tra Russia ed Europa si è incrinato nel corso della crisi Ucraina e ora il Paese rischia di essere economicamente isolato dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. Sono stati introdotti divieti di visto e minacciato sanzioni più severe. Questo può avere delle conseguenze economiche per l’Europa.

Con gli Stati Uniti sulla strada dell’autosufficienza, L’Ue ha fatto un passo più cauto rispetto sulle sanzioni. Il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha affermato che i negoziati sono necessari e da avviare nei prossimi giorni. In Europa si pensa a possibili sanzioni, ma senza causare problemi di tipo finanziario.

I timori economici della Russia sulla questione Crimea

 Finora le azioni della Russia in Ucraina sono state valutate soprattutto in termini di relazioni internazionali. Da questo punto di vista, le azioni della Russia non sembrano molto razionali e i commentatori stranieri li hanno spiegati in termini di rabbia e sentimenti di umiliazione, dopo il rovesciamento del presidente ucraino Viktor Yanukovich.

L’aspetto economico è però molto importante. Le aspettative del governo russo di ripresa economica entro la fine dello scorso anno non sono state raggiunte. Secondo diversi esperti, l’economia russa è già in recessione con un calo degli investimenti, un rapido calo della domanda dei consumatori e una diminuzione in termini reali dei redditi.
L’economia ha già ridotto la sua crescita per due trimestri consecutivi. Il rublo si sta indebolendo causando aspettative di crescita dell’inflazione.

 

I giochi economici e politici tra Ucraina e Russia

 

Il ministero russo per lo sviluppo economico ha rivisto al ribasso le sue previsioni a breve termine e secondo le più recenti previsioni dall’Istituto Gaidar l’economia russa non crescerà più velocemente del 2% l’anno fino al 2016. Ora, con tutti gli eventi in via di sviluppo in Crimea, c’è il rischio che l’economia russia possa peggiorare e che anche questo scenario sia troppo ottimistico.

Il 3 marzo, soprannominata Black Monday per la Russia, l’indice del mercato azionario della Russia è crollato del 12% e il rublo è sceso dell’1,9% contro il dollaro, nonostante l’intervento massiccio da parte della Banca centrale della Russa. Il mercato azionario ha recuperato da allora le sue perdite, ma la decisione del parlamento della Crimea per unirsi alla Russia ha solo aggiunto più instabilità economica.

Il regime doveva fare qualcosa: migliorare l’economia anche indebolendo il proprio controllo o concentrarsi sull’immagine di un nemico esterno e consolidare la nazione attorno al leader. La Russia sembra aver fatto la sua scelta passando a un diverso modello di relazioni tra Stato e società, piuttosto che liberalizzare l’economia e migliorare il clima degli investimenti.

Di fronte alla prospettiva della recessione, Putin ora sembra tornare ai tempi del 1999-2000, quando una guerra vittoriosa in Cecenia ha portato a un forte aumento del suo indice di gradimento.

Le imprese italiane in Ucraina

 Circa 160 imprese italiane sono presenti sul mercato ucraino, delle quali più della metà producono in forma indipendente o in joint venture, e le altre hanno una rappresentanza commerciale.

I rischi per l’Italia e l’Europa della guerra in Ucraina

 La Borsa di Mosca ha tirato oggi un sospiro di sollievo dopo la paura per la caduta della maggior parte dei titoli avvenuta ieri, dopo che Putin ha ritirato le sue truppe dal confine con l’Ucraina. Sembra che il pericolo di una guerra sia ormai scongiurato, e si spera che la situazione possa migliorare nel più breve tempo possibile.

Ma se così non fosse, quali sarebbero le conseguenze per l’Italia e per l’Europa?