1° trimestre 2013: previsioni del Forex

 Il primo trimestre del 2013 potrebbe essere molto attivo, come si dice in gergo, per la coppia EUR/USD. Lo dicono gli esperti che prevedono un’evoluzione secondo diverse direttrici della coppa valutaria.

Il fatto è che ci sono molti elementi anche sul versante politico che possono incidere su queste valute. Per esempio in America si dovrebbe risolvere il cosiddetto fiscal cliff: i politici d’Oltre Oceano stanno discutendo cioè dell’aumento delle tasse e dei tagli della spesa. In base alla direzione della riforma l’America potrebbe più o meno sprofondare nella recessione.

Di certo non si tratta dell’unico problema da affrontare, specie se si considera quello che sta succedendo in Europa. Il nostro Continente è flagellato dalla crisi del debito che, seppure va avanti da diversi anni, adesso è diventata di urgente risoluzione visto che ha fatto arrivare molte nazioni sull’orlo del precipizio.

Pare sia stato allontanato il rischio default per la Grecia ma è venuto fuori allo stesso tempo il problema Cipro. Gli analisti, a questo punto, valutano l’euro e il dollaro come due valute “malate” che lottano per la sopravvivenza. Il primo trimestre, per la coppia EUR/USD si prevede molto burrascoso. Gli investitori potrebbero puntare tutto sui titoli statunitensi e far crollare la coppia. Anche un rimbalzo è all’orizzonte, ma non si romperà a breve la soglia dell’1,35.

Gbp, Aud e Xau e il loro rapporto con il dollaro

 Se c’è un evento finanziario che ha mandato in visibilio le borse, questo è stato il rapporto della FED con tanto di discorso da parte di Bernanke che ha ribadito il suo scetticismo riguardo la risoluzione semplice e veloce del fiscal cliff.

Il risultato della visione di Bernanke è stato un rafforzamento dell’euro, una sostanziale tranquillità del dollaro che ci si aspettava molto più sensibile alla politica monetaria della Federal Reserve e una debolezza più acuita per lo yen. E il dollaro, rispetto alle altre valute?

GBP/USD. Il rapporto tra la sterlina e il dollaro si è avvicinato più volte al punto di rottura rialzista fissato a 1,6175, poi però si è riportato ai livelli medi attestandosi ad 1,6130. Gli analisti vedono in questi ritorni continui verso la soglia di resistenza, la generalizzazione di un clima di risk on.

AUS/USD. Il dollaro australiano ha iniziato a cedere per via della possibile scelta della banca centrale di riferimento di tagliare i tassi nel 2013 fino al 2 per cento. Anche in questo caso, il fatto che più di una volta sia stato superato il limite definito, i 1,0630, fa pensare ad un futuro trend rialzista.

XAU/USD. Relativamente al rapporto tra il dollaro e l’oro si può parlare di un falso breakout che invece apre la strada ad un trend ribassista che potrebbe riportare le valutazione auree fino a 1685.

Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

 Bernanke si è di recente pronunciato sulla volontà della Fed di mantenere invariati i tassi, prossimi allo zero, in modo da dare una mano alle aziende in crisi. I tassi che oscillano tra lo 0 e lo 0,25, tra l’altro, si adattano bene agli attuali livelli di occupazione ed inflazione.

Il presidente della FED si è detto preoccupato per il fiscal cliff e si è dimostrato anche poco convinto del fatto che presto sarà raggiunto l’accordo. Il dollaro ha reagito rafforzandosi ma senza cadere nel turbine della volatilità. Nella coppia EUR/USD, che è la prima che prendiamo in considerazione, si può notare la forza dell’euro che supera gli indici fondamentali.

La moneta del Vecchio Continente ha superato la soglia di resistenza statica raggiungendo i 1,3075. Nel momento in cui si supererà anche la soglia psicologica dell’1,31 e quindi con un breakout rialzista, si potrebbe verificare il cosiddetto doppio massimo che inverte la tendenza della coppia valutaria.

Tanto è forte l’euro quanto è debole lo Yen che non riesce ad approfittare del momento delicato del dollaro. Il cambio è in breakout rialzista e si dovrebbe andare oltre la soglia dell’84,20.

Si può facilmente dedurre che vista la forza dell’euro e la debolezza dello yen, il rapporto EUR/JPY è in breakout rialzista con la possibilità di superare il target 110 in modo molto facile.

 

Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

 Il tasso di cambio tra l’euro e il dollaro è sicuramente influenzato dalla politica che sia in America, sia in Europa è stata molto scossa dalla mancata risoluzione del fiscal cliff al Congresso e dall’annuncio delle dimissioni di Mario Monti dopo l’approvazione della Legge di Stabilità.

Nella giornata di ieri il valore del rapporto tra la moneta del Vecchio Continente e il dollaro americano si è attestato sull’1,30, toccando poi i livelli massimi di giornata con il 1,3014. Si pensava che dopo i livelli minimi raggiunti venerdì, ci fosse un recupero ed in effetti c’è stato.

Adesso però, gli analisti si chiedono se i prezzi del cambio EUR/USD riusciranno a varcare di nuovo la soglia di resistenza e lasciarsi alle spalle il range 1,30-1,3020. In pratica ci si chiede se avverrà quello che in gergo tecnico si chiama breakout.

Riuscire a prevedere questa mossa del mercato in anticipo garantisce investimenti più solidi basati sul fatto che dopo un breakout, in genere, c’è sempre anche un pull back.

Questa seconda espressione indica il momento in cui il mercato si prende una pausa e lavora affinché siano aggiustati prezzi, indici e rapporti in modo da raggiungere i valori precedenti al breakout.

Alcuni analisti hanno provato a fare previsioni di breve periodo, sulla coppia EUR/USD, legate al periodo natalizio.

 

Forex: come s’investe a Natale

 Siete a caccia dell’occasione d’investimento natalizia? Allora è arrivato il momento di guardare al mercato ForEX che nel periodo di festa è sempre un’ottima occasione per guadagnare con i risparmi. Vediamo cosa consigliano gli analisti per questo tempo particolare dell’anno.

Premessa. Il mercato valutario è influenzato molto dall’andamento della politica e in questo periodo la politica ci sta mettendo del suo per rendere imprevedibile il mercato. Basta pensare alla questione del fiscal cliff che paralilzza un po’ gli scambi americani, oppure considerare l’oscillazione dello spread sulla base dell’annuncio delle dimissioni di Mario Monti.

Il periodo natalizio in generale. In linea di massima il periodo di Natale si caratterizza per la volatilità dei mercati in conseguenza del calo della liquidità, dovuta al fatto che sono molti gli investitori che si ritirano in famiglia e lasciano perdere la borsa. Quest’anno però, quasi tutti hanno pensato bene di restare incollati ai monitor con le valutazioni dei titoli invece di andare in vacanza.

Il Natale 2012. Il mercato ForEX è tanto legato alla politica quanto è imprevedibile durante il periodo di Natale. Riguardo alla coppia Euro/Dollaro, meglio conosciuta come EUR/USD non si prevedono grosse oscillazioni, visto che la liquidità dovrebbe rimanere ai livelli normali.

Come chiuderà il dollaro

 Chi sta cercando qualche indicazione per gli investimenti del 2013 probabilmente si chiede anche che “fine faranno” le valute più interessanti, ovvero come chiuderanno il 2012 monete quali l’euro e il dollaro. Consideriamo esclusivamente la moneta americana.

Un buon analista partirà dalla considerazione che la Federal Reserve ha lanciato a settembre il terzo Quantitative Easing che passerà alla storia come QE-4ever. Con questa operazione la Fed lancia l’acquisto di titoli garantiti da un’ipoteca di 40 miliardi dollari al mese in modo illimitato, nel senso che non è stata definita la data ultima del piano d’acquisti.

Sembra che gli attori del mercato, in questo ultimo tratto del 2012 stiano mettendo nel conto totale anche 45 milioni di dollari in più per gli acquisti da completare entro il 31 dicembre. Questa scelta nasce dalla considerazione che alla scadenza dell’Operation Twist, senza una sostituzione, l’effetto del Quantitative Easing sarà molto ridotto.

Il QE-4 di 45 miliardi di dollari, sommato alla classica tranche da 40 mia porta il totale degli acquisti fino a 85 miliardi. Una cifra ingente ma le prospettive economiche della Fed potrebbero essere molto ottimistiche visto che arrivano dati positivi sia dal mondo del lavoro (riduzione del tasso di disoccupazione), sia dall’indice di fiducia dei consumatori.

Per quanto riguarda il dollaro, la decisione della Fed di aumentare il finanziamento di bilancio potrebbe sostenere il dollaro ma si procederà con “troppi” acquisti, allora potrebbe iniziare il rally della moneta. Un impatto importante lo avranno anche le proiezioni economiche della Fed.

Vendere e comprare sulla coppia EUR/USD

 La coppia EUR/USD è uno dei terreni più interessanti del settore ForEX perché misura anche la qualità dei rapporti politici, economici e finanziari tra il Vecchio Continente e l’America. Per investire sulla coppia EUR/USD, il primo consiglio è sempre “affidarsi ad un broker autorizzato” e per sceglierlo vi abbiamo già dato qualche suggerimento.

Adesso vediamo praticamente come investire sulla coppia valutaria indicata. Nella pratica, in un pannello standard per gli investimenti nel ForEX troverete una tendina con tutte le coppie di valute su cui scommettere. Scegliete quindi quanti soldi dedicare alla vostra intuizione.

A questo punto iniziate a considerare che se aumenta il valore dell’Euro e quindi anche quello della coppia, allora è il caso di vendere opzioni EUR/USD. Allo stesso modo, nel caso in cui cresca il valore del dollaro e diminuisca quello della coppia, è arrivato il momento di acquistare.

Potete anche già pensare ai livelli di EUR ed USD che, una volta raggiunti, vi garantiscono un’ottima remunerazione e disporre vendite o acquisti una volta raggiunta la soglia stabilita. Questa tecnica è utile nel momento in cui il mercato v’impedisce di fare programmazioni o previsioni di lungo periodo.

Gli analisti consigliano poi d’investire in alcune ore particolari del giorno: tra le 8.30 e le 10 del mattino, prima che apra la borsa di Londra (alle 9 ora italiana) e ben distanti dall’apertura di New York (intorno alle 14 ora italiana).

Come oscillano i dollari

 Il mercato valutario, molto sensibile agli appuntamenti nell’agenda economica e finanziaria di un paese, sarà condizionato oggi da una serie di pubblicazioni relative al settore americano e canadese. Vediamo quindi cosa potrà incidere sulle quotazioni dei rispettivi dollari.

Abbiamo già considerato i market mover corrispondenti alle quotazioni del dollaro australiano, della sterlina e dell’euro, adesso diamo uno sguardo dall’altra parte dell’Oceano. Abbiamo considerato anche l’importanza della politica sull’andamento valutario e finanziario, prendendo in esame le reazioni italiane al possibile abbandono di Monti oppure la reazione al piano di austerity irlandese.

Per quanto riguarda il dollaro americano, saranno molto importanti i dati sul mercato del lavoro, visto che saranno dati alle stampe i riferimenti sul tasso di disoccupazione. Per il mese di novembre si prevede che il numero delle persone che hanno trovato un impiego che non sia nel settore agricolo o governativo, sia in calo, visto che ad ottobre era di 171 mila unità ed ora arriva soltanto a quota 90 mila. Stabile invece il tasso di disoccupazione inchiodato al 7,9%. Sul dollaro americano potrebbe incidere anche la pubblicazione del sentiment dei consumatori a cura dell’università del Michigan.

Il dollaro canadese potrebbe essere regolato oggi dai dati sul mercato del lavoro, sembra infatti che a novembre circa 9300 persone in più abbiano trovato lavoro mentre il tasso di disoccupazione non dovrebbe riportare altre variazioni.

ForEX: oggi si parla di…

 Il mercato valutario, ogni giorno, sottosta alle oscillazioni definite in base agli appuntamenti dell’agenda economia e finanziaria. Nella giornata di oggi i cosiddetti market mover sono tanti e arrivano dall’Australia, dalla Cina, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dall’Europa in generale.

Saranno decisive le riunioni delle banche centrali che con le loro interpretazioni economiche potrebbero lasciare intuire i prossimi passi compiuti nell’anno venturo. Andiamo con ordine.

Dall’Australia arriveranno i dati sulle vendite al dettaglio. La previsione è quella di un leggero calo dell’indice che misura il valore totale delle vendite al dettaglio, con un passaggio dallo 0,5 allo 0,4 per cento. Si tratta di un risultato al di sopra delle aspettative e questo potrebbe determinare un aumento del valore della valuta australiana.

Lo yuan cinese, invece, sarà influenzato dai dati PMI manifatturiero. Siccome si prevede una leggerissima espansione del settore manifatturiero cinese, la moneta non dovrebbe andare molto al di là dei livelli definiti la scorsa settimana.

Calano le stime sulle vendite al dettaglio in Svizzera ma quel che interessa maggiormente sono gli indici PMI di Europa ed America che incidono rispettivamente sull’Euro e sul Dollaro.

La produzione manifatturiera nel Vecchio Continente è in aumento rispetto al mese scorso e questo particolare ha un piccolo impatto anche sull’Euro. L’effetto potrebbe essere più interessante se saranno in linea con l’indice PMI europeo, anche i dati sul settore manifatturiero spagnolo ed italiano.

L’indice PMI americano, invece, ha sempre un impatto importante sul mercato e i dati di novembre parlano di un leggero calo rispetto al mese precedente con il passaggio dal 51,7 a 51,5.

JPY, USD ed EUR: in che rapporti sono?

 Qual è la moneta più forte tra lo yen giapponese, l’euro del Vecchio Continente e il dollaro americano? Per rispondere a questa domanda possiamo dare un’occhiata alla giornata di scambi, nel settore Forex, che c’è stata ieri.

Tutto depone a favore dello yen.

La moneta giapponese sale nei confronti del dollaro che perde circa lo 0,5 per cento contro lo yen e sale anche dello 0,8% rispetto all’euro. Il cambio USD/JPY si assesta sugli 87.70 e quello EUR/JPY è scambiato a 105.60. Tutta la situazione sembra sia da attribuire alla paura del fiscal cliff che influisce sulle sensazioni degli investitori, oppure alla decisione europea di rimandare l’incontro FOMC.

Lo yen, quindi, si è configurato come un porto franco in questo momento particolare per gli investitori che non vogliono prendere rischi durante la configurazione degli affari.

Se lo yen sale, perde quota invece il dollaro che avrebbe dovuto essere spinto dai dati sul settore immobiliare che in genere danno conto della ripresa economica del paese. Invece questi dati si sono mantenuti molto al di sotto delle aspettative.

Basta pensare che nei riguardi del dollaro hanno guadagnato terreno anche il dollaro australiano e quello canadese.

L’euro, infine, delude molto le aspettative e perde quota rispetto a tutte le valute “maggiori”. Sembra che l’accordo sulla Grecia sia stato tradotto in tanto entusiasmo tutto insieme ma gli investitori hanno bisogno di maggiori rassicurazioni.