Articolo 18, come saranno tutelati i giovani

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 Stando agli  ultimi dati diffusi dal ministero del Lavoro, nel quarto trimestre del 2013 su cento contratti di lavoro soltanto 16 erano a tempo indeterminato. Oltre ai contratti pubblici, l’articolo 18 interessa poco più del 2% delle aziende, quelle che hanno più di quindici dipendenti, ma tutela ancora circa la metà dei lavoratori. È da questi numeri che si evince il motivo per cui  l’accordo fra Pd e Ncd sull’articolo 18 alla fine si troverà. In realtà la trattativa sarebbe a buon punto. Renzi parla di «riscrivere lo Statuto dei lavoratori», e però allo stesso momento rivendica i risultati del decreto Poletti – «ha creato 108 mila nuovi posti di lavoro» – che ha in realtà liberalizzato i contratti a termine.

Quali saranno le caratteristiche del Piano lavoro di Renzi

La delega di riforma del mercato del lavoro è in discussione al Senato, nella Commissione guidata da Maurizio Sacconi, che lo avrebbe già abolito da molto tempo. L’aiuto di Berlusconi a Renzi sulle riforme è un motivo in più per spingere sull’acceleratore. «Aspetto una risposta alla riapertura dei lavori ai primi di settembre», dice Sacconi. «Siamo fermi su questo punto, per noi è lo snodo dell’accordo su tutto il resto»: dalla riforma degli ammortizzatori sociali – che mira ad ampliare le tutele anche ai più giovani – a quella dei servizi all’impiego. «In ogni caso bene Renzi, perché è il primo leader della sinistra a dire che lo Statuto dei lavoratori va cambiato».

La via scelta – quella della delega – non impone neppure la discussione sul testo: basta delegare il governo a riformare la disciplina del contratto a tempo indeterminato, introducendo (questa l’ipotesi della quale si sta discutendo) una sperimentazione di tre anni che attesti la sola tutela dai licenziamenti discriminatori.

 

 

 

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