Prestiti personali, il Sud è in ripresa

Il primato per i prestiti finalizzati nel 2015 non sorprende più di tanto: in testa il Trentino Alto Adige con un erogato medio di 5.634 euro. Al contrario, lo studio Crif Credit Solutions su mutui e credito al consumo riserva una sorpresa sul fronte dei prestiti personali, dove il primato spetta invece alla Basilicata, con un erogato medio di 13.767 euro, ben al si sopra dell’importo medio nazionale che è di 12.835 euro.

Il rapporto degli italiani con la rottamazione dell’auto

Il 60% degli italiani, nel corso della propria carriera automobilistica, ha demolito almeno un veicolo. Lo ha spiegato bene una ricerca del Centro Studi e Documentazione Direct Line che è una delle compagnie più famose sul versante delle assicurazioni. 

Risparmio gestito, trend in rialzo a fine 2015: uno sguardo alle nuove forme di risparmio

 Si attesta a 141 miliardi di euro il bilancio dei flussi complessivo che ha coinvolto il risparmio gestito nel 2015. È l’agenzia britannica Reuters a interpretate positivamente i dati emersi per l’anno appena concluso, che paiono confermare appieno il trend in rialzo già registrato durante il 2014.

I numeri sui flussi di capitale sono forniti dall’associazione di categoria Assogestioni, che manifesta un grande ottimismo anche per quanto riguarda le possibili direzioni di investimento che andranno a caratterizzare il 2016.

Per quanto riguarda i Fondi Pensione in particolare a fine settembre 2015, gli iscritti alla previdenza complementare erano circa 7,1 milioni con una crescita nei primi nove mesi dell’anno del 10,4%. L’incremento più rilevante si è registrato nei fondi negoziali (472.000 iscritti in più, pari al 24,3% da inizio anno) grazie all’innovativa esperienza del settore edile. Nei fondi aperti gli iscritti sono aumentati del 5,2%, arrivando a fine settembre ai 1,1 milioni. Gli iscritti ai piani individuali pensionistici (PIP) hanno invece superato i 2 milioni (6,3% in più) rispetto alla fine del 2014.

Questo trend di crescita è dovuto principalmente al fatto che il sistema pensionistico italiano è in crisi e che quindi per i lavoratori, specie i più giovani, la pensione pubblica percepita a fine carriera sarà minore rispetto a quelle a cui sono stati abituati i pensionati attuali.

Questa situazione, unita alla concreta possibilità di nuove riforme pensionistiche future ancora più penalizzanti, rappresenta un forte incentivo alla presa in considerazione di un piano pensionistico integrativo, soprattutto per professionisti, lavoratori atipici e imprenditori che devono scegliere di propria iniziativa se e come accantonare delle risorse per una pensione integrativa.

Articolo scritto in collaborazione con Online SIM, la nuova piattaforma italiana per il risparmio gestito che offre i migliori fondi di investimento a privati, consulenti e clienti istituzionali.

La spinosa questione dei condòmini morosi: chi fa fronte agli insoluti altrui?

 Un fenomeno, purtroppo, sempre più in crescita, quello riguardante le morosità dei condomini, che non può e non deve passare in secondo piano. Complici gli affitti alti, complice il caro-vita, complice la disoccupazione, sono tanti gli aspetti che portano sempre più famiglie e singoli a ritardi nei pagamenti circa le spese condominiali. Dal 10% di residenti morosi, nei primi anni della crisi, la percentuale è arrivata al 20-25% e comprende sia coloro che non riescono a far fronte alle spese, sia coloro che pagano in netto ritardo rispetto agli altri condomini.

Gli scenari che si aprono di fronte a questo problema sono diversi perchè, in caso di forniture centralizzate, nel momento in cui uno o più residenti non pagano le rispettive somme è tutto lo stabile a rimetterci. L’ingiustizia per chi paga puntualmente è sotto gli occhi di tutti: il distacco dei servizi condominiali non dovrebbe includere anche loro, ma purtroppo è così. In casi come questi, a chi ci si deve rivolgere? All’amministratore, ad una società di recupero crediti o sarebbe meglio procedere con un accordo di conciliazione?

Ovviamente far fronte ad un professionista potrebbe costare caro all’amministratore, soprattutto nel caso in cui non si disponga di un fondo cassa a cui attingere, ma sarà obbligatoriamente questa la strada da intraprendere nel caso in cui la lettera di messa in mora non dovesse andare a buon fine. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione hanno fatto luce su questo problema, determinando che l’amministratore di condominio ha l’obbligo di comunicare ai creditori solo i dati dei condòmini morosi (rispetto al credito vantato dal creditore istante), ma con la sentenza 751 del 18 Gennaio 2016 si fa una distinzione tra fase giudiziale e stragiudiziale.

Un chiaro esempio lo si trova nel ricorso (non accolto) di un condomino torinese avverso alla sentenza della Corte d’Appello di Torino, che aveva ritenuto valida la delibera di approvazione del rendiconto. Tra le spese individuali, infatti, figuravano quelle sostenute dal condominio circa l’emissione del decreto ingiuntivo, a carico dell’individuo. Ricorso respinto e, con l’ultima sentenza del 18 Gennaio scorso, il condòmino moroso non solo si è trovato a pagare le spese del legale per il decreto ingiuntivo, ma anche quelle relative al giudizio di Cassazione.

Fonti: condominioweb.com, casacondominio.net, studiocataldi.it

Articolo scritto in collaborazione con Invenium, da 20 anni leader in Europa nella gestione e recupero di crediti internazionali.

One, il conto MPS a canone gratuito per chi ha più di 100mila euro

Chi penserebbe di questi tempi ad un conto corrente che sia dedicato a chi ha un tesoretto di oltre 100.000 euro? Il Monte dei Paschi di Siena per esempio che offre il conto corrente One a canone gratuito per chi sceglie la banca senese per mettere da parte “qualche” soldo. 

Come cambiano i prestiti in Italia

Bankitalia ha fornito i dati sui prestiti del nostro Paese spiegano dove sono in aumento quelli rivolti al settore privato e dove sono in flessione. In generale possiamo sintetizzare che aumentano di poco quelli alle famiglie e diminuiscono un po’ di più quelli alle imprese.

Confesercenti, riportando i dati di Bankitalia, fa questi commenti.

Il punto di partenza

I prestiti al settore privato in Italia segnano -0,5% a ottobre rispetto a un anno prima, come nel mese precedente, a fronte di un aumento dello 0,6% per le famiglie (0,4 per cento a settembre) e di un calo dell’1,3% alle imprese non finanziarie (-0,9 per cento a settembre).

La situazione italiana

Anche a ottobre in lieve calo i tassi di interesse sui mutui. Bankitalia indica che i tassi sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,87 per cento (2,92 nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,37 per cento (8,50 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,86 per cento (2,82 per cento nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,34 per cento (1,26 per cento a settembre). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,54 per cento.

I crediti in sofferenza del settore bancario, a ottobre, sono scesi a 198,975 miliardi di euro, dopo aver superato la soglia dei 200 miliardi segnando un massimo storico a settembre.

A ottobre il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è stato pari al 5,3 per cento (3,4 per cento a settembre). La raccolta obbligazionaria, incluse le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 16,2 per cento su base annua (-17,9 per cento nel mese precedente).

1 italiano su 3 sceglie l’assicurazione online

Da un’indagine 2015 condotta dall’Osservatorio Ania sulla ‘customer satisfaction’ in collaborazione con l’istituto di ricerche demoscopiche GFK e l’Università Bocconi, emerge che un italiano su tre sceglie l’assicurazione online per comodità e naturalmente per risparmio. 

Carte di credito e bancomat costano meno

Federconsumatori commenta positivamente l’idea che l’Italia accolga alcune disposizione europee che potrebbero abbassare i costi di carte di credito e bancomat. Ecco cosa sappiamo a riguardo sul  tetto unico alle commissioni interbancarie.