Pronto il piano d’azione della Commissione Europea contro l’evasione

 Algirdas Semeta, commissario europeo per la fiscalità e l’unione doganale, l’audit e la lotta antifrode, non ha dubbi:

Ogni anno nell’UE si perdono mille miliardi di euro a causa dell’evasione e dell’elusione fiscali. Non si tratta soltanto di una scandalosa perdita di entrate estremamente necessarie, ma di una minaccia per la giustizia fiscale. Sebbene gli Stati membri debbano potenziare le misure nazionali per la lotta all’evasione fiscale, le soluzioni unilaterali non saranno sufficienti. In un mercato unico, nel contesto di un’economia globalizzata, le incoerenze e le lacune nazionali diventano il terreno di gioco per chi cerca di eludere la tassazione. Una posizione forte e coesa dell’Unione nei confronti degli evasori fiscali, e di coloro che li agevolano, è quindi fondamentale.

Nel piano d’azione presentato oggi in Comissione Europea, si auspica che l’Unione Europea, per mezzo delle sue istituzioni e dell’operato delle singole unità nazionali, si schieri, in maniera forte e coesa, contro i paradisi fiscali, anche attraverso misure specifiche per convincere i paesi terzi ad applicare le norme di governance dell’Unione.

In secondo luogo Semeta ha ribadito la necessità di una pianificazione fiscale aggressiva, che vada a colmare le lacune legislative e a chiarire i tecnicismi che fino ad ora hanno permesso l’evasione e l’elusione fiscale, cercando di creare le condizioni per cui la tassazione si basi sulla reale possibilità economica di ogni azienda che opera nell’Unione.

Tra le altre misure suggerite dal piano d’azione contro l’evasione ci sono: un codice dei contribuenti, un codice di identificazione fiscale dell’UE, un riesame delle disposizioni antiabuso delle principali direttive comunitarie e gli orientamenti comuni per la tracciabilità dei flussi di denaro.

Record cassa integrazione: un miliardo di ore da inizio anno

 La stima fatta dall’Inps nel mese di ottobre si è rivelata più che precisa: le ore di cassa integrazione richieste ha superato il miliardo prima della fine dell’anno.

Nel mese di novembre si è registrato un aumento delle richieste di cassa integrazione del 5,1% rispetto ad ottobre del 2012 e del 27,5% rispetto a novembre del 2011. Peggiora la situazione l’impennata delle richieste di disoccupazione, che nel mese di ottobre sembrava essersi arrestata: i datti rivelano un aumento del 12,84% su ottobre 2011 e del 47,68% rispetto a settembre 2012. Cresce anche il numero di richieste di mobilità, con un +69,47% tendenziale e un +67% sul mese precedente.

Si conferma rafforzata la tendenza all’aumento di richieste di cassa integrazione riproponendo l’andamento del 2010, quando furono autorizzate 1,2 miliardi di ore, piuttosto che quello del 2011, quando non venne raggiunto il miliardo. La difficoltà del sistema produttivo e del mercato del lavoro si misura tutta in questi dati.

Questo il commento del presidente Inps Antonio Mastrapasqua, che sottolinea anche che l’aumento tendenziale delle richieste è dovuto, in larga parte, alle autorizzazioni del settore industriale, seguito da quello edile.

Anche il commento della Cgil è dello stesso tono di quello di Mastrapasqua e evidenzia come questo aumento sia un vero allarme sociale che necessita di interventi mirati, soprattutto per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, nell’immediato.

E’ urgente  – commenta Serena Sorrentino, segretario confederale – rifinanziare adeguatamente gli ammortizzatori sociali in deroga, vista l’incidenza della crisi quanto stanziato basterà solo per i primi mesi del prossimo anno.

 

Calo repentino dell’Arabica

 E’ un momento topico per il mercato delle materie prime e si osserva quel che sta accadendo alla miscela arabica, si capisce bene anche il perché.

Le quotazioni del caffé arabica sono in fatti scese all’improvviso nella giornata di ieri. Tendenzialmente è un po’ di tempo che le quotazioni di questa materia si flettono, ma la scorsa settimana c’era stato un tentativo di ripresa che avrebbe portato un po’ di respiro alle prospettive economiche dei paesi che sono i maggiori produttori di miscela arabica.

Invece all’ICE anche la seduta del 4 dicembre si è chiusa con un ribasso del 3,1 per cento che ha portato il prezzo dell’arabica a 137,35 cents per libbra. Si tratta della quotazione minima da due anni e mezzo a questa parte. Molto è stato fatto però nel 2012.

Dall’inizio dell’anno che sta per concludersi, infatti, il prezzo dell’arabica è diminuito di oltre un terzo del suo valore e tra le materie prime si tratta della peggiore performance. Rispetto al 2011 c’è stato addirittura un calo del 50% del valore delle quotazioni che nel maggio del 2011, per esempio, avevano raggiunto i 3 dollari per libbra.

Un record positivo, in quel caso, che non si registrava da 34 anni. Tutto si spiega con la vendita dei chicchi di caffé che sono molto più a buon mercato che in passato.

Avvocati e previdenza integrativa: l’assicurazione Generali

 Hai già fatto il calcolo della pensione che otterrai nel momento in cui deciderai di appendere la tua professionalità al chiodo? Bene, nel caso in cui tu sia un avvocato o un libero professionista, ti sarai accorto che ti aspetta una scopertura previdenziale molto elevata.

Vuol dire che l’assegno pensionistico che un avvocato percepisce alla fine della sua carriera è circa il 33% dell’ultimo stipendio portato a casa. Per questa categoria di lavoratori la previdenza complementare può essere importante anche se sarà necessario pagare diverse migliaia di euro per ottenere un assegno integrativo del 7%.

La soluzione pensata dal Gruppo Generali è tra le più competitive. Il caso è quello di un avvocato di 50 anni che eserciti la professione da 20 anni. La sua pensione pubblica sarà pari al 33 per cento circa dell’ultimo reddito. Generali ha pensato anche per gli avvocati una soluzione personalizzata.

Versando una quota annuale di 5164 euro, si ottengono due vantaggi., un risparmio fiscale annuo di 2200 euro e una riduzione della scopertura previdenziale fino al raggiungimento della quota del 60 per cento. Il che vuol dire che la pensione di un avvocato a fine carriera sarà data dalla pensione pubblica pari al 33 per cento dell’ultimo stipendio e dalla pensione integrativa pari al 7 per cento di quanto dichiarato prima del pensionamento.

Generali pensa anche ai commercianti e ai dipendenti pubblici, ma se vuoi approfondire il tema della previdenza complementare, non mancare la lettura della nostra introduzione.

Generali pensa anche ai dipendenti pubblici

 La compagnia assicurativa Generali ha in serbo numerosi prodotti per tutte le categorie di clienti. Da tempo, almeno dal 2005, le assicurazioni offrono tra le opzioni anche i fondi pensione che garantiscono il cosiddetto assegno integrativo. Ma chi può usufruire di questa opportunità?

Praticamente tutti, ma per ognuno esiste una soluzione personalizzata, utile a fornire la giusta integrazione alla pensione pubblica con il consueto risparmio fiscale. Se sei un commerciante, ecco la soluzione pensata per te da Generali, se invece vuoi capire qualcosa in più sulla previdenza complementare, ecco una piccola introduzione alla normativa.

Passiamo adesso alla presentazione dell’offerta Generali per i dipendenti pubblici. Il caso è quello di una trentenne che abbia da poco ottenuto un impiego come dipendente pubblico e che abbia fatto un rapido calcolo della sua pensione pubblica che sarà grosso modo il 77 per cento dell’ultimo stipendio percepito.

Come ridurre la scopertura previdenziale e a che prezzo? Con l’adesione ad un fondo pensionistico di Generali che, a fronte di un versamento mensile di 150 euro e con il possibile sconto fiscale di 40 euro al mese, fa sì che la pensione sia al 77 per cento quella pubblica e al 23% quella integrativa, così da annullare la scopertura previdenziale.

Sul sito Generali si trovano tutte le altre informazioni necessarie.

Generali: il “complemento” per i commercianti

 Assicurarsi un futuro vuol dire anche investire nella previdenza complementare, oggi dunque, i fondi pensione per l’assegno integrativo fanno parte della gamma di prodotti delle compagnie. Vediamo insieme qual è la proposta del Gruppo Generali per i commercianti.

La premessa dedicata alla previdenza integrativa è uguale per tutte le categorie di lavoratori: dipendenti, commercianti e professionisti. L’idea di base è che con la riforma della pensione, oggi, chi si ritira dal lavoro, ottiene un assegno che si avvicina al 50 per cento dell’ultimo reddito conseguito.

Non è un granché visto che oggi gli stipendi sono anche molto bassi. Una soluzione sta nella sottoscrizione di un’assicurazione o di un prodotto assicurativo, ad esempio l’adesione ad un fondo pensione che vi garantirà un assegno integrativo.

I vantaggi fiscali sono immediati e per tutti ma qualcosa in più, nel Gruppo Generali, lo ottengono i minori di 40 anni. Vediamo l’esempio del commerciante.

Se la pensione pubblica è il 55% circa dell’ultimo stipendio, si ha una “scopertura previdenziale” del 45%. Versando un assegno annuale di 3600 euro al fondo pensione generali, si ottiene un risparmio fiscale annuo di 1368 euro, in più si riduce la scopertura al 34 per cento, perché il futuro assegno pensionistico sarà costituito dal 55% della pensione pubblica e dall’11% della previdenza complementare.

Lo sconto con la previdenza complementare

 Cos’è la previdenza complementare e perché ne parliamo nella cornice della normativa fiscale? In una stagione di crisi come questa, è molto difficile non pensare al futuro e nel futuro, in genere, c’è la pensione. Tanti sono i lavoratori rassegnati al riguardo, eppure, la previdenza complementare, potrebbe aiutarli.

Cos’è la previdenza complementare. E’ il secondo pilastro del sistema pensionistico, sistematizzato dal D.Lgs. del 5 dicembre 2005. E’ considerata complementare al sistema pensionistico tradizionale e serve ad arricchire l’assegno di chi opta per questa soluzione. La quota “complementare” sarà quindi costituita sia dai contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratore stesso, sia dal rendimento che questi contributi restituiscono sui mercati finanziari.

Agevolazioni fiscali. Perché complicarsi la vita con la previdenza complementare? Per ottenere una pensione più corposa quando si scelga di ritirarsi dal lavoro e per beneficiare di una serie di agevolazione durante la vita lavorativa. Le agevolazioni, riconosciute anche ai famigliari a carico del contribuente, si traducono in un risparmio nel management famigliare.

Quali fondi.  Sono forme di previdenza complementare, alcuni fondi pensione che si distinguono in aperti, chiusi, negoziali, individuali pensionistici e pensione preesistenti.

Per conoscere i dettagli della normativa, ma anche destinatari, finanziamento, modalità di conferimento del TFR ai Fondi Pensione e prestazioni di altro tipo, si consiglia di visionare la scheda che il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha riservato alla previdenza complementare.

ING Direct: surroga a tasso variabile

 ING Direct è il terzo istituto di credito nell’elenco di quelli che propongono delle convenienti surroghe a tasso variabile. Al primo e al secondo posto ci sono rispettivamente Iw Bank e Cariparma ma ING Direct non è lontana dagli standard di convenienza del periodo.

Tra i vantaggi e le promozioni del prodotto, recensito da MutuiOnline che offre la classifica e le schede dei mutui, sono elencati: la possibilità di ottenere l’addebito della rata sul Conto Corrente ING, ottenendo contestualmente uno sconto dello 0,30% sul TAEG, l’assenza di spese e penali.

Per quanto riguarda gli importi finanziabili, si prevede un mutuo fino all’80 per cento del valore dell’immobile per la prima casa e per importi che oscillano tra gli 80 mila e un milione di euro.

I piani di rimborso previsti sono tra i 10 e i 30 anni. Il tasso è un variabile puro indicizzato all’Euribor a 3 mesi/365 con uno spread aggiunto che cambia sulla base dell’importo erogato, per i mutui erogati comunque entro il 15 febbraio 2013. 

Lo spread è del 3,75% per le prime due rate dei mutui fino a 100.000 euro e poi pass al 3,45%. Per gli importi tra 100 mila e 175 mila euro si va dal 3,55% di spread delle prime due rate al 3,25% per il resto del mutuo. Per gli importi che superano i 175.000 euro, si va dal 3,35% di spread per le prime due rate, fino al 3,05% delle rate successive.

 

Surrogare con Cariparma: scopri la convenienza

 La surroga di un mutuo, tecnicamente, è la sostituzione di un debitore con un altro che subentra nel suo mutuo alle nuove condizioni. Questa sostituzione in corsa, se possiamo definirla anche così, comporta una riduzione delle spese, nel senso che non occorre istruire una pratica dall’inizio e la perizia sull’immobile è generalmente scontata.

Istruttoria e perizia, spesso, possono incidere in modo importante sulla composizione del TAEG. Ma quali sono le surroghe più convenienti di questo periodo? Al primo posto, tra i prodotti a tasso variabile c’è l’offerta di Iw Bank, seguita a ruota da Cariparma.

Questo istituto di credito propone il Gran Mutuo Casa Semplice i cui primi vantaggi risiedono nelle condizioni esclusive per chi accede online al prodotto e l’erogazione del fondo contestualmente all’atto notarile. Nonostante il loan to value molto basso, il 60 per cento del valore di perizia dell’immobile su cui è iscritta l’ipoteca, il tasso è conveniente.

All’Euribor a 3 mesi del periodo si deve aggiungere uno spread che varia in base al piano di rimborso. Si va dal 3,25% per i mutui rimborsati in 10 o 15 anni, fino al 4 per cento per i piani d’ammortamento più lunghi, compresi tra 21 e 30 anni.

Le spese di perizia sono rimborsate e si deve soltanto sottoscrivere l’assicurazione obbligatoria incendio e scoppio, mentre non è prevista l’imposta sostitutiva e sono contenute le spese periodiche.

Anche la Gran Bretagna rischia di perdere la tripla A

 Anche su Londra si potrebbe abbattere la scure delle agenzie di rating. La Gran Bretagna rischia di perdere la tripla A di valutazione sul debito, tanto da Moody’s quanto da Fitch. Il problema? La ripresa della crescita inglese potrebbe essere più lenta di quanto previsto.

Moody’s per prima ha lanciato l’allarme (era la metà di novembre quando gli analisti dell’agenzia hanno, per la prima volta, ventilato questa possibilità) e attende che venga pubblicato l’Autumn Statement, documento con il quale il premier Cameron potrà dimostrare il ritmo del risanamento dei conti e le prospettive di crescita.

Solo se Cameron dimostrerà che le misure di austerity prese fino ad ora stanno portando a dei risultati reali potrà evitare  il rischio di vedersi abbassare il rating del debito nei prossimi 18 mesi. Un periodo piuttosto lungo in cui il paese deve assolutamente rispettare le promesse fatte e dimostrare di essere riuscito a evitare una nuova recessione.

Il fatto che tutte e tre le agenzie di rating abbiano deciso di sottoporre a revisione il debito inglese è una chiara mossa preventiva. Come ha dichiarato George Osborne, cancelliere dello Scacchiere:

Questo di Moody’s deve suonare come un avvertimento: Gran Bretagna non spendere tanto e non accedere a troppi prestiti, altrimenti rischi di perdere la tua solidità.