Mediaset, conti in “profondo rosso”

Brutte notizie per Mediaset, che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno in corso facendo registrare una perdita netta di oltre 45 milioni di euro. Se confrontati all’utile di 164,3 milioni dello stesso periodo dell’anno 2011, si percepisce che la situazione è grave.

Nel terzo trimestre il Biscione ha perso 88 milioni di euro.

Sembra che i tempi d’oro dell’azienda siano finiti, al punto che i vertici stanno cercando soluzioni per riparare gli ingenti danni economici. Il primo piano attivato è, inevitabilmente, quello dei tagli dei costi. 220 miloni di tagli già realizzati, infatti, non sono bastati a far quadrare i conti risanandoli. Così il direttore finanziario del Gruppo Mediaset, Marco Giordani ha dichiarato che si in un futuro prossimo ci saranno nuovi tagli: in “soldoni” saranno di  400 milioni nel prossimo triennio.

Per Mediaset chiudere il bilancio in passivo nell’anno in corso sarebbe sarebbe una dura botta.  Secondo Giordani è però prematuro parlarne sin da ora.

I dati tuttavia parlano chiaro e individuano la causa della perdita nella stretta degli investimenti pubblicitari verificatasi sia in Italia sia in Spagna. Le stesse ragioni che hanno portato al crollo delle entrate per quanto riguarda Vodafone.

La raccolta pubblicitaria complessiva di Publitalia ’80 e Digitalia ’08, calata a 1,655 miliardi (-14,9%).

Per rimediare ai danni Giordani sta pensando anche a una partnership per la Pay-Tv.

 

Le banche americane sono contro Obama

 La popolazione americana ha dato il suo consenso per il secondo mandato di Obama, con molte meno incertezze di quanto analisti ed esperti avevano preventivato. Ma questa vittoria non ha accolto i consensi delle banche americane che, già dalla compagna elettorale, hanno dimostrato di volere un repubblicano al potere.

In effetti, l’elezione di un presidente repubblicano, nella fattispecie Mitt Romney, avrebbe garantito alle banche e alle grandi concentrazioni finanziarie di accedere ad una revisione della legislazione più favorevole alla continuazione delle loro attività speculative.

Una preferenza che ha portato fin da subito le sue conseguenze: il giorno dopo l’elezione di Obama la borsa americana ha aperto le contrattazioni con indici al ribasso e le cause principali sono da rintracciarsi nelle regolamentazione prevista dall’amministrazione democratica per la concessione di prestiti e mutui che limita le possibilità di azione dei gruppi finanziari.

La controprova ad un fatto già tangibile arriva dalle stime del Center for responsive Politic (centro studi economico-politico indipendente e apartitico) del denaro che le banche hanno messo a disposizione dei candidati in campagna elettorale. Su un totale di circa sei miliardi di dollari, quattro sono stati stanziati per Romney e solo due per Obama.

In sostanza per Obama si presenta una sfida più impegnativa di quanto previsto: l’appoggio delle banche è determinante nell’attuazione del piano di risanamento dell’economia.

Posizioni aperte anche per “senza esperienza” da Calzedonia

Calzedonia, eccellenza italiana nella produzioni di abbigliamento intimo, calze e costumi sia per donna che per uomo, è una realtà in continua espansione.

Grazie alla diversificazione dei brand, nel gruppo Calzedonia rientrano diversi marchi importanti come Intimissimi, Tezenis e, da un paio di anni, anche Falconeri, è stata possibile una espansione notevole delle attività commerciali in diverse zone del mondo e, in ultimo, anche nei mercati russi.

Le principali posizioni aperte riguardano i punti vendita del Lazio e della Lombardia, ma ci sono anche delle interessanti offerte per tutti gli altri store del territorio nazionale, a cui possono candidarsi sia neo laureati o senza esperienza sia coloro che hanno già maturato esperienza nel settore delle vendite e del costumer care che hanno intenzione di affrontare un percorso di crescita all’interno di questa realtà.

Le principali caratteristiche richieste sono flessibilità, disponibilità e proattività, con, ovviamente, un’ottima predisposizione verso il cliente.

La candidatura alle posizioni aperte avviene on line, tramite il Job Center di Calzedonia, sito in cui è possibile vedere  tutte le proposte con i relativi dettagli e la loro distribuzione sul territorio. Prima di inviare la propria candidatura è necessario registrarsi.

Patrimoniale, Monti chiarisce la sua “apertura”

La notizia di ieri è che il  Premier Mario Monti è favorevole all’introduzione della tassa patrimoniale.

Il Premier aveva detto:
“Dipenderà da come funzionerà e da come sarà utilizzata”.
La notizia di oggi è che Monti  frena, e chiarisce di aver fatto riferimento ad alcune considerazioni fatte dal governo tecnico nei mesi precedenti. L’occasione per fornire “spiegazioni” circa l’introduzione della tassa sulla ricchezza, viene offerta al Professore durante il convegno Italy Summit ‘New Routes for Growth’, organizzato dal Financial Times, a Milano.
Il governo aveva già  pensato all’introduzione della patrimoniale nel dicembre scorso L’ipotesi era stata però accantonata. Monti spiega perché:
“Per via di 1,5 delle forze politiche che sostengono l’esecutivo, e per mancanza di informazioni sulla proprietà dei beni. Il mio è un approccio ‘laico’, senza ‘pregiudiziali’, ma dipenderà da come funzionerà e da come sarà utilizzata, se come strumento fiscale o come misura una tantum da parte di governi che vogliono dare un taglio al passato. Comunque la cosa peggiore sarebbe dire che vogliamo introdurla, senza gli strumenti per farlo”.

Anche la chiesa pagherà l’Imu

 La riformulazione fatta dal Governo al provvedimento per i criteri per il pagamento dell’Imu è piaciuto al Consiglio di Stato che, finalmente, lo ha promosso: anche gli immobili posseduti dalla Chiesa saranno soggetti all’imposta municipale sugli immobili. Ma c’è ancora qualcosa da aggiustare, da qui la riserva posta al nuovo testo.

Il Consiglio di Stato invita il legislatore a rivedere i criteri di esenzione, soprattutto per quanto riguarda la definizione di attività economica, in modo che i nuovi provvedimenti siano in linea con le direttive europee e non si rischi, così, di andare incontro a sanzioni da Bruxelles.

Per la giurisprudenza comunitaria si deve considerare «attività economica» qualsiasi attività che offre beni e servizi in un mercato. Secondo questa interpretazione, quindi, i presupposti per escludere la natura commerciale delle attività non sono legati all’assenza dello scopo di lucro, ma al fatto che le attività svolte abbiano un carattere non economico.

Va da sé, quindi, che anche enti senza scopo di lucro possano svolgere delle attività commerciali di natura economica e, tutti gli immobili destinati a tali attività, sono soggetti al pagamento dell’Imu. Nel caso della Chiesa, il Consiglio di Stato prende in considerazione quegli immobili destinati ad attività ricreative i quali, dal momento che anche se in diverse modalità e in diversa misura è previsto il pagamento di una retta, hanno, nella definizione europea, carattere economico.

Più precisamente, il Consiglio chiede una modifica del provvedimento nella parte in cui si definiscono le attività esenti dall’Imu, in cui deve essere espressamente specificato che oltre a non avere scopo di lucro, le attività devono anche

essere prive del carattere di attività economica come definito dal diritto dell’Unione europea, tenuto conto dell’assenza di relazione con il costo effettivo del servizio e della differenza rispetto ai corrispettivi medi previsti per le stesse attività svolte sul mercato.

 

Record del debito pubblico italiano, si sfiorano i due mila miliardi di euro

 La Banca D’Italia ha conteggiato il debito pubblico italiano e i risultati hanno riservato una brutta sorpresa: rispetto ad agosto nelle casse dello Stato risultano 19,5 miliardi in meno, per un totale di debito che ammonta a 1.995,1 miliardi. Questo vuol dire che, nonostante le tante manovre e gli aggiustamenti di rotta, le amministrazioni pubbliche gravano ancora pesantemente sul bilancio.

Sempre secondo le stime di Bankitalia, il debito pubblico italiano continuerà a salire e questa cifra presto si assesterà sui 2000 miliardi di euro.Le cause di questa costante crescita del debito pubblico sono molteplici e non vanno rilevate solo nelle spese che lo Stato deve quotidianamente affrontare per mandare aventi un apparato statale e parastatale vecchio e farraginoso. Ad incidere sulla spesa sono anche l’aumento degli esborsi necessari a coprire le manovre di solidarietà decise per il salvataggio di alcuni paesi della zona Euro (tra cui anche l’Italia, che beneficia del Fondo Salva Stati) e l’effetto collaterale della crisi sulle entrate provenienti dalle tasse.

Infatti, anche se la pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese in questo periodo è andata va via via aumentando, non si ha un corrispondente aumento delle entrate a causa della diminuzione della base imponibile (le aziende in crisi hanno un fatturato sempre più basso) su cui calcolare le tasse da pagare.

Appalti e subappalti a rischio paralisi

 Da un mese circa è in vigore una normativa che impone alle imprese di pretendere il controllo su imposte e contributi pagati dai loro fornitori, al fine di saldare il conto dei servizi erogati. Tanti i dubbi, una volta riconosciuta la bontà degli intenti.

Abbiamo già visto il caso dell’imprenditore che si rivolge ad un artigiano per il lavoro e prima di saldare il conto chiede che oltre alla fattura l’artigiano gli fornisca anche la certificazione relativa a imposte e contributi correttamente versati durante la sua attività.

Questa legge, però, come espresso da più parti, rischia di paralizzare il sistema di concessione degli appalti e dei subappalti.

Il problema fondamentale è che gli operatori economici hanno moltissime scadenze da rispettare. Da un lato chi fornisce la fattura e deve fornire una documentazione aggiuntiva, è incalzato dalla necessità di incassare la fattura stessa.

Chi invece la fattura la riceve deve ricordarsi di chiedere la certificazione dell’adempimento degli obblighi contributivi ed erariali ad un fornitore e allo stesso tempo deve fornire la stessa certificazione al committente in un circolo che sembra fatto più di scartoffie che di reale lotta all’evasione.

Le nuove disposizioni sono contenute nell’art.13-ter del Decreto Legge n. 83 del 2012 e si riferiscono alla responsabilità solidale negli appalti. Le disposizioni sono operative dall’11 ottobre.

Le imprese aiutano il fisco, ma come?

 Tutto ruota attorno al concetto di “responsabilità solidale per le imposte e i contributi non versati” e questo argomento è stato oggetto di un accordo molto interessante che ha visto uniti nella lotta all’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Tutti gli imprenditori, gratuitamente, possono collaborare con il fisco accertando nella loro attività che il cliente o il fornitore abbia un rapporto regolare con l’Erario e con l’INPS, abbia cioè versato contributi e imposte per l’attività erogata.

Facciamo un esempio, riportato anche da Italia Oggi. Un imprenditore ha la necessità di riparare il cancello d’ingresso della sua azienda e per farlo ha deciso di rivolgersi ad un fabbro che dopo aver effettuato la riparazione offre all’imprenditore la sua fattura.

Al momento del pagamento l’imprenditore chiede al fabbro anche la certificazione del versamento delle imposte e dei contributi perché senza quell’attestato non può saldare il conto. Il fabbro che svolge la sua attività alla luce del sole, si rivolgerà al commercialista o al Caf e in poche ore metterà a disposizione dell’imprenditore la certificazione richiesta.

In caso contrario l’imprenditore non può saldare il conto, altrimenti rischia sanzioni che vanno dai 5000 ai 20o mila euro, oltre alla responsabilità per le imposte e i contributi non versati. Questa legge è in vigore da un mese ma molti criticano l’operato del Fisco che rischia di paralizzare l’attività artigianale.

Auto nuova a Km 0 con RAT@WEB

 RAT@WEB offre un vantaggioso prodotto creditizio a chi si accinge a comprare un auto nuova a Km 0. Il credito personale in questione è destinato a tutti i privati che siano in grado di dimostrare un reddito da attività professionale.

Chiaramente non bisogna esagerare con le pretese automobilistiche ed accontentarsi di una macchina con un valore compreso tra 3 mila e 30 mila euro. Il piano di rimborso previsto dalla compagnia assicurativa varia dai 12 agli 84 mesi e riguarda Tan e Taeg è immediatamente percepibile la convenienza.

Il Tan previsto è del 7,10 per cento per gli importi fino a 20.000 euro e sale all’8,10 per gli importi superiori fino al limite previsto da RAT@WEB.

Un elemento di convenienza sta nel fatto che non sono previste spese per l’istruttoria della pratica, non ci sono spese mensili da sostenere e le spese annuali ammontano ad appena 1,81 euro. Il richiedente può anche scegliere di associare al prestito un’assicurazione.

In quel caso le spese assicurative facoltative sono del 3,30 per cento dell’importo erogato per rimborsi fino a 36 mesi, del 4 per cento per rimborsi fino a 48 mesi, del 4,10% per rimborsi fino a 72 mesi e del 4,50 per cento per rimborsi fino a 84 mesi.

Per inoltrare delle richieste è necessario presentare busta paga, dichiarazione dei redditi o cedolino pensioni a seconda che il richiedente sia un dipendente, un lavoratore autonomo o un pensionato.

I migliori tassi di novembre, per un confronto, li trovate qui!

I migliori tassi di novembre

 Come ogni mese, Il segugio, passa in rassegna tutte le proposte di prestiti personali calcolando l’ammontare della rata per un prestito standard, il Tan e il Taeg e offrendo un confronto chiaro per orientarsi verso il miglior prodotto in circolazione.

Le offerte del mese di dicembre sono state rilevate il 2 del mese. A realizzarle ci ha pensato l’Osservatorio di PrestitiOnline.it che ha sottolineato una sostanziale tendenza al ribasso per le migliori offerte del periodo, per i prestiti generalmente finalizzati all’acquisto di un’auto o alla ristrutturazione della casa.

Sono esclusi chiaramente dalla comparazione i prestiti di quote che possono essere erogate più comodamente sotto forma di mutui.

Finanziamenti acquisto auto nuova. Chi ha intenzione di acquistare un nuovo veicolo può contare su finanziamenti con un Tan medio del 7,10 per cento, in ribasso di 0,5 punti percentuali. In ribasso dello 0,20% anche il Taeg rispetto al mese precedente e in riferimento a tutti i piani d’ammortamento.

Finanziamenti ristrutturazione casa. I finanziamenti per la ristrutturazione delle casa prevedono tassi al ribasso con diminuzioni consistenti soprattutto per i piani d’ammortamento di lungo periodo da 96 a 120 mesi. Il Tan per questi prodotti è del 7,10 per cento, lo 0,35 in meno rispetto al mese scorso. Il Taeg proposto è del 7,34%, lo 0,37% in meno rispetto al mese precedente.