Anche la Germania dovrebbe fare delle riforme economiche

 I più grandi sostenitori della ristrutturazione economica per i Paesi della zona euro salati dalla crisi sono stati criticati di non fare abbastanza riforma a casa loro. Gli sforzi sono stati fatti per la ristrutturazione economica di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro, cinque economie in difficoltà unite dall’avere ricevuto il salvataggio dall’Europa.

Ci sono 18 nazioni della zona euro che hanno fatto poco per la propria economia. Francia e Italia sono spesso criticati dai funzionari e dagli economisti per muoversi troppo lentamente. Ma non sono i soli. Le tabelle si rivolgono a un altro gruppo di ritardatari delle riforme, guidato dal Paese che ha insistito tanto per il rispetto dei parametri, la Germania, e con lei ci sono Finlandia e Paesi Bassi.

 

Draghi afferma che la ripresa nell’Eurozona è ancora fragile

 

Ai Paesi si chiede,  in maggiore o minore misura, di regolare il mercato e di ridurre la burocrazia nel settore pubblico. Per loro, la mancata osservanza delle condizioni stabilite dagli esperti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, a volte difficili da seguire, avrebbe significato ritardare il finanziamento per il salvataggio.

Il capo dei fondi di salvataggio della zona euro Klaus Regling  ha affermato che i Paesi che hanno sono stati salvati sono ora i top performer in termini di spazzare via gli ostacoli alla crescita delle loro economie. Nell’Ue, questi cinque Paesi stanno veramente riformando perché sono legati a delle condizioni e questo funziona ha detto Regling in una recente intervista.

Un rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico dimostra che la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna e l’Italia sono i Paesi più riformisti. I loro sforzi per cambiare il modo in cui funzionano le loro economie e per seguire le raccomandazioni degli esperti sono ben al di sopra della media dell’area dell’euro, dice il rapporto.

La Germania ha costantemente chiesto il rispetto dei parametri economici alla maggior parte delle economie dell’Eurozona ed è leader naturale del blocco, in termini politici ed economici. Il Paese gestisce un gigantesco surplus economico che significa che non ha bisogno di finanziamenti dall’estero. La Germania ha affrontato i suoi problemi economici un decennio fa e non ha fatto molto per un’ulteriore riforma. Ora alcuni criticano il governo di Berlino sul loro programma di riforme.

Olli Rehn ha ripetutamente invitato la Germania a cambiare le regole per incoraggiare più donne ad ottenere posti di lavoro a tempo pieno. Ha anche esortato a permettere che i salari aumentano più velocemente per aumentare la domanda interna.

Proprio mentre i Paesi della zona euro stanno alzando l’età pensionabile per adeguarsi alle più alte aspettative di viita, la Germania sembra andare nella direzione opposta. Il governo di coalizione tedesco il Mercoledì ha presentato un piano per abbassare l’età pensionabile e aumentare le pensioni per alcuni gruppi di lavoratori .

La Germania ha chiesto alle altre economie della zona euro, come la Francia e l’Italia, di fare di più e ha spinto per un piano di aiuti finanziari legati alle riforme nei Paesi. Ora pprò le riforme potrebbero essere chieste a loro.

I tedeschi sempre più risparmiatori

 Ogni mese il 60% dei cittadini tedeschi riesce a mettere qualcosa da parte, anche se la media del risparmio non è elevatissima e si aggira sui 200 euro; di contro, il 14% rinuncia deliberatamente a risparmiare.

Secondo la Bank of Scotland, che ha commissionato un’apposita ricerca, i risparmiatori più costanti sono gli abitanti del Land orientale del Meclemburgo (69%), seguiti da quelli della regione di Amburgo e della Baviera, rispettivamente al 68% e al 66%.

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In assoluto, i risparmiatori più diligenti sono gli abitanti dell’Assia e della Renania-Palatinato, che, nella percentuale del 12%, riescono ad accantonare più di 500 euro al mese, sopravanzando di molto i residenti del Nord Reno- Westfalia i quali mediamente depositano in banca un contributo mensile di 50 euro al massimo.

Per il prossimo futuro, il 60% dei tedeschi ritiene che sarà in grado di mettere da parte una cifra analoga a quella attualmente accantonata, mentre il 20% pensa che vorrà o dovrà diminuirla. Il 17%  della popolazione tedesca è invece orientata a risparmiare quest’anno una cifra superiore a quella attuale, riducendo le spese per i generi alimentari e frequentando di meno locali pubblici e ristoranti.

Anche in Italia, tradizionale paese di risparmiatori, il 66% dei cittadini ritiene che gli accantonamenti mensili siano un obiettivo fondamentale per le famiglie, ma nel 2013 solo il 39% di essi è riuscito effettivamente ad accantonare in banca cifre di entità significativa.

Un atteggiamento che dipende in parte dalla crisi e dalle difficoltà economiche, ma che è anche frutto di una crescente tendenza a mantenere sotto mano una maggiore liquidità.

Il programma tedesco sull’energia Energiewende tra ambizione e rischi

 Il nuovo “super ministro” della Germania per l’energia e l’economia Gabriel Sigmar dei socialdemocratici tedeschi (SPD) è entrato nella coalizione di governo con la cancelliera Angela Merkel ed è diventato vice cancelliere. Egi studia probabilmente per diventare il prossimo cancelliere e intanto lavora a un progetto più audace. Egli è un “super ministro” perché ha un “super ministero” che unisce l’economia e l’energia. E questo mostra la visione tedesca, l’ambizione e il rischio di una riforma che prevede l’uscita dal nucleare e dai combustibili fossili e l’investimento nelle energie rinnovabili.

 

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L’ultima centrale nucleare tedesca sarà chiusa nel 2022. La quota di energia rinnovabile di tipo solare, eolica e a biomasse è destinata a salire all’80% della produzione di elettricità e al 60% del consumo globale di energia entro il 2050. E le emissioni di gas serra dovrebbero scendere, rispetto a quelle del 1990, del 70 % nel 2040 e dell’80%-95% entro il 2050.

I tedeschi sono d’accordo con questi obiettivi, ma non sempre hanno mostrato consenso per gli effetti collaterali come l’aumento del costo dell’energia elettrica. Intanto, in Germania molti paesaggi sono ora caratterizzati da pannelli solari e mulini a vento. Lo scorso anno, la quota delle energie rinnovabili nella produzione di energia elettrica è arrivata al record di 23,4%.

Per il ministro i problemi dell’aumento dei costi non sono facili da affrontare. Le nuove stime della società di consulenza McKinsey suggeriscono che non c’è quasi nulla che egli possa fare per ridurre i costi. Anche se il signor Gabriel pensa di non sostenere completamente le energie rinnovabili, che è inimmaginabile, il sovrapprezzo sulle bollette mensili dei consumatori difficilmente diminuirà.

 

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Il costo non è l’ unico problema con la Energiewende. Essa ha in effetti trasformato l’intero settore energetico tedesco in un’economia quasi pianificata con esiti perversi. In certi giorni, il sole e il vento possono fornire quasi tutta l’elettricità tedesca, ma il sole non sempre splende, soprattutto in inverno, e il vento è imprevedibile. Le tecnologie di archiviazione che permettono di convertire il potere del gas in energia elettrica su una scala sufficiente ad alimentare una città sono ancora lontane. Le centrali nucleari sono in fase di esaurimento e le centrali elettriche convenzionali devono così rimanere attive al fine di garantire la fornitura continua.

La Energiewende ha in effetti ridotto la costruzione di nuove centrali elettriche convenzionali, in particolare quelle alimentate a gas, che è più pulito ma più costoso rispetto al carbone. Le centrali a carbone esistenti stanno  producendo molto. Lo scorso anno, la produzione di energia elettrica da lignite, il tipo meno efficiente e più inquinante, ha raggiunto il suo livello più alto dal 1990. Produzione di energia elettrica a gas, invece, è in calo. In effetti, la Energiewende ha finora aumentato, non ridotto, le emissioni di gas serra.

In Germania cresce l’industria manifatturiera. Quali i segreti del successo?

 Mentre le prospettive per le economie europee rimangono incerte nella foschia della crisi e del debito europeo, l’economia tedesca ha riportato una crescita, soprattutto nel settore manifatturiero.

Nonostante l’impatto negativo della crisi del debito, la Germania mantiene quindi una forza economica solida superiore agli altri Paesi europei. La Germania ha un ruolo di leader nella gestione della crisi del debito. Nella proposizione dei piani di salvataggio e delle misure e nella collaborazione con i Paesi dell’Eurozona.

Il PMI manifatturiero tedesco è salito negli ultimi mesi arrivando ai massimi nel 2013. La crescita del PMI manifatturiero è il risultato di un aumento della domanda interna e delle esportazioni.

 

La Germania traina lo sviluppo economico europeo

 

La Germania è la più grande economia in Europa e il secondo più grande esportatore al mondo dopo la Cina. Negli ultimi dieci anni l’economia tedesca ha registrato il Pil in più rapida crescita pro capite e un tasso di disoccupazione che è il secondo più basso in Europa. La crescita economica dello 0,7% nel secondo trimestre del 2013 ha mostrato come la Germania ha resistito e superato con successo la crisi economica degli ultimi anni in Europa.

 

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In Germania,  il settore manifatturiero rappresenta il 20% dell’economia del Paese e ha creato un elenco di marchi di fama mondiale, come BMW, Siemens e Volkswagen. Il paese è il leader assoluto nella produzione automobilistica in Europa con case di fama mondiale come Audi, BMW e Volkswagen. Oltre rinomate imprese di grandi dimensioni , ci sono anche numerose piccole e medie imprese di livello mondiale del settore manifatturiero tedesco, molti dei quali dominano il mercato globale nei loro campi.
Il fatto che la Germania è immune al clima economico rallentato in Europa dipende dal forte sostegno del settore manifatturiero. Un fattore importante per il successo della Germania è una politica di governo di sostegno. Il governo sostiene le imprese e ha investito molto sulla loro capacità di produzione. Ad esempio , il governo ha riadattato il proprio sistema educativo per garantire accesso a manodopera qualificata attraverso programmi di apprendistato, mentre decine di istituti di ricerca applicata e scienza sono finanziati dal governo per sviluppare progetti avanzati di produzione. Il governo ha anche assicurato l’accesso ai finanziamenti per le molte PMI manifatturiere attraverso le banche comunali.

L’eccessivo Export tedesco crea tensioni con gli Usa

 Nuove critiche degli Stati Uniti alla Germania sull’andamento della bilancia commerciale tedesca. L’aumento ulteriore a novembre del surplus commerciale della Germania è stato l’argomento che ha fatto scaturire le nuove critiche.

La tensione tra Stati Uniti e Germania sull’export è stata espressa questa mattina dal segretario al Tesoro Usa Jacob Lew dopo l’incontro con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e si basa sugli eccessivi avanzi.

 

► In miglioramento la bilancia commerciale italiana

 

Jacob Lew e Wolfgang Schaeuble hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. Il segretario al Tesoro americano ha affermato che nel 2013 la Germania ha fatto sforzi utili al riequilibrio della bilancia commerciale, ma ha anche puntualizzato che è necessario un riequilibrio ancora migliore. Jacon Lew ha riconosciuto le difficoltà della Germania a muoversi verso questo obiettivo nel breve termine.

 

► Bilancia commerciale in attivo grazie all’export

 

A novembre, il surplus della bilancia commerciale tedesca è di 17,8 miliardi di euro. A ottobre era a 16,7 miliardi di euro e quindi il surplus è in rialzo. Gli economisti prevedevano il rialzo a 17,5 miliardi di euro, quando di poco minore a quello realizzato.

L’export della Germania a novembre è cresciuto dello 0,3% nel confronto con il mese precedente e dell’1% annuo. L’import è invece calato dell’1,1% nel confronto con il mese precedente e dello 0,4% annuo.

Il segretario al tesoro Usa Jacob Lew ha mostrato il suo appoggio all’aumento degli stipendi e agli investimenti nelle infrastrutture su cui lavora il governo tedesco. La Germania, però, deve avere più domanda interna. Critica all’eccessivo export e alla debolezza dei consumi interni, è questa è la considerazione degli Stati Uniti.

Il mercato degli USA e l’area tedesca mandano segnali positivi

 Notizie che influenzano i mercati nazionali ed internazionali da parte del Nuovo Continente. È proprio la stretta monetaria degli Stati Uniti d’America, unita ai prossimi dati sulla disoccupazione che si prevede in calo del 7,2% con la crescita dei consumi dello 0,3%, ad attirare l’attenzione dell’Europa ed in particolare dell’economia guidata da Angela Merkel.

Merkel, sigla l’accordo con l’Spd

 L’accordo é stato raggiunto nella notte, due mesi dopo la straripante vittoria della Merkel, ma manca ancora un ultimo scoglio: l’accordo deve essere ora approvato dai militanti del partito socialdemocratico Spd

I tedeschi non condividono il taglio dei tassi operato dalla BCE

 Se la decisione presa ieri dal direttivo della Banca Centrale Europea di mantenere il costo del denaro al suo minimo storico e anzi di tagliare di un nuovo quarto di punto i tassi di interesse è stata salutata nella maggior parte d’Europa come una operazione positiva e auspicabile, nel Vecchio Continente c’è anche chi a questa notizia non ha proprio fatto i salti di gioia. 

L’UE richiama la Germania sulle partite correnti

 I richiami della Commissione Europea arrivano anche nei confronti dei poteri forti dell’Eurozona. E’ il caso ad esempio della Germania, che può vantare l’economia più solida del gruppo europeo a livello internazionale e degli ottimi risultati anche a livello di export