Gli errori sul versamento IMU

 Il versamento IMU è stato ormai archiviato, tranne per coloro che per ragioni varie hanno deciso di avvalersi del ravvedimento operoso. Ad ogni modo può capitare che nella compilazione del modello siano stati fatti degli errori, chi se ne occupa?

La risoluzione n. 2/DF, pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate spiega bene che sono i comuni, da adesso in poi, gli interlocutori unici dei contribuenti per ogni procedura che riguarda l’IMU e quindi anche per gli errori commessi nella compilazione del modulo e nel pagamento dell’imposta.

Con la risoluzione del dipartimento delle Finanze sono stati chiariti i dubbi sui rimborsi e sui conguagli delle somme versate sia all’Ente locale che allo Stato. Facciamo un esempio.

Un anziano che per motivi di salute abbia deciso di trasferire la propria residenza in una casa di riposo, ha pagato comunque l’acconto dell’IMU sulla sua casa di proprietà, considerandola seconda casa. Dopo il pagamento però ha preso atto che il Comune ha assimilato la casa di proprietà all’abitazione principale ed elevando le detrazioni l’imposta è stata praticamente annullata.

La somma versata può essere chiesta indietro ma è necessario presentare un’unica istanza all’Ente locale di riferimento che si riserva di valutare l’idoneità della richiesta, anche se una somma dell’IMU è stata versata al Comune.

Gli italiani pagano l’Imu con i risparmi di una vita

Il 17 dicembre 2012 passerà alla storia come il giorno in cui gli italiani hanno messo mano al portafoglio per il pagamento di una tassa del tutto nuova, introdotta dal Governo Monti e riguardante la seconda casa.

L’Imposta Municipale Unica, senza dubbio il tratto distintivo dell’esecutivo tecnico Monti, è sinonimo di sacrificio per le famiglie del Belpaese.

Mentre il Ministro Vittorio Grilli crede nella risalita grazie alle entrate provenienti dall’imu, gli italiani fanno i conti con i risparmi nel loro portafoglio e nel loro conto in banca.

Già, perché, l’Imu comporta un aggravio procapite di 780 euro all’anno, che fa dell’Italia il primo Paese in Europa per quanto concerne la tassazione sugli immobili.

Nei giorni scorsi alcune analisi hanno messo nero su bianco i numeri riguardanti le utenze, i rincari, il valore medio degli affitti. La media nazionale è altissima, e le famiglie non riescono a sostenere una tale spesa.

Così, tre italiani su cinque corrono a estremi rimedi per il pagamento dell’Imposta sulla seconda casa. Si affidano ai risparmi di una vita, così da tenere il più possibile in attivo il bilancio familiare, destinato a cedere viste le numerose tasse che si aggiungeranno.

Se nel 2010 erano 2 milioni, due anni dopo le famiglia in serio disagio, le quali spesso presentano arretrati per via dei mutui, dei canoni e delle bollette sono salite circa a tre milioni.

Una stima che fa preoccupare. E non poco.

Ecco perché tre italiani su cinque sono ricorsi ai risparmi realizzati negli scorsi anni per pagare l’imposta.

Grilli crede nella risalita e punta sull’Imu

Il Ministro Vittorio Grilli si è soffermato sul saldo dell’Imu, all’indomani della scadenza dei termini di pagamento.

Il saldo dell’Imposta Municipale Unica, fatti i dovuti conti, porterebbe ad un gettito pari a quasi 15 miliardi di euro. Sommati ai 9 miliardi di euro pagati nello scorso giugno e valevoli come acconto, l’Incasso per l’Italia sarebbe pari a 23 – 24 miliardi di euro.

Si verifica, pertanto, un surplus di 3 miliardi rispetto alla stima iniziale, fatta su 21 all’interno del Decreto Salva Italia.

Arpe – Federproprietà, Confappi e Uppi (Associazioni dei proprietari riunite nel Coordinamento Unitario) hanno elaborato uno studio di concerto con Eures, il cui calcolo finale porta appunto al gettito complessivo suddetto.

Si parla di una spesa media a famiglia di 1.216 euro. Nel 2011 erano 437. Un grosso aggravio di costi, dunque, che conferma le previsioni della vigilia. L’aggravio è pari a 780 euro.

Vittorio Grilli si è soffermato, a latere di una riunione per la Legge di Stabilità svoltasi in Senato, sulle entrate. Per Grilli, qualora dovessero essere superiori alle previsioni si tratterebbe di una boccata di ossigeno salutare.

Grilli non si è sbilanciato in ulteriori previsioni. Attende i dati definitivi e commenta i parziali.

In conclusione, la risalita dell’Italia che tenta in tutti i modi di uscire dalla Crisi passa anche attraverso le entrate provenienti dall’Imu.

 

 

 

Slitta ad aprile il pagamento della Tares

Siamo alla stretta finale per quanto concerne il Ddl sulla Stabilità. Il Governo è pronto a mandare in vigore la nuova Legge, foriera di numerose e (si spera) positive modifiche. Gli italiani iniziano a prendere dimestichezza con quelle che saranno le prossime tasse da pagare e, dopo aver versato l’Imposta Municipale Unica, iniziano a mettere da parte i soldi per le prossime.

La buona notizia è che il pagamento della neonata tassazione sui rifiuti slitta ad aprile 2013. Parliamo della Tares, la quale prende il posto di Tarsu Tia. La legge di stabilità, giunta al rush finale in Senato, prevede che il primo versamento verrà effettuato ad aprile del prossimo anno. Una disposizione prevista all’interno di un Sub-Emendamento del Governo alla Legge di Stabilità, in esame presso la Commissione Bilancio dello Stato.

La modifica è stata redatta da Paolo Tancredi del Pdl e Giovanni Legnini, relatori del Ddl. Ora il testo della normativa prevede anche che nel 2013 i Comuni avranno la possibilità di consentire ai contribuenti il pagamento dell’intero tributo in una soluzione unica. Il versamento sarebbe da effettuare, in questo caso, nel mese di giugno.

Il Sub-Emendamento, despositato lo scorso venerdì, prevede che in attesa della riforma del catasto, i Comuni utilizzino la stessa base imponibile precedentemente adottata per Tia Tarsu.

Il passaggio della riscossione da Tia e Tarsu a Tares è rinviato dunque di un anno. In questa sede, la proposta che porta la firma degli Onorevoli Tancredi e Legnini permetterà a tutti la possibilità di effettuare il pagamento con F24.

Imu, Comuni sperano in aliquote più basse dopo Stabilità

Scaduto ieri il termine ultimo per pagare l’Imposta Municipale Unica, famiglie e imprenditori hanno una speranza: la riduzione del saldo da versare per il prossimo anno. Da cosa deriva questo barlume? Un emendamento al ddl stabilità prevede che ai Comuni potrebbe ‘rientrare’ il flusso monetario proveniente dall’Imu. Da questo emendamento sono esclusi, tuttavia, i capannoni industriali (edifici ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D).

Nei giorni scorsi l’Anci ha più spesso lamentato il vincolo di dover dividere al 50% con lo Stato le entrate provenienti dall’Imu. Una divisione monetaria che ha impedito agli Enti Locali di tenere basse le aliquote. Tale divisione ha comportato un aumento della pressione fiscale.

Prima dell’arrivo dell’Imposta Municipale Unica si è parlato spesso della famosa Manovra Salva Italia. In base ad essa, nelle casse dei Comuni rimane soltanto il gettito delle imposte sulle abitazioni principali, compresi i loro corollari.

A causa di questa impostazione, gli enti locali non hanno apportato sostanziali variazioni all’Imposta sulla prima casa. L’hanno mantenuta stabile, rialzando però in maniera evidente le imposte concernenti altre tipologie immobiliari. Un danno, questo, che si riflette sull’intero sistema.

La situazione ad oggi è la seguente: qualora l’emendamento dovesse essere approvato con il pacchetto Stabilità la Manovra Salva Italia verrebbe modificata. In tal caso la riserva di Stato di cui si parlava poche righe sopra, e cioè quella che implica che la divisione a metà del gettito tra Stato e Comuni, verrebbe abolita in favore di una ridistribuzione maggiormente favorevole ai questi ultimi.

Di conseguenza, se l’emendamento contenuto nel Ddl Stabilità dovesse essere approvato in blocco, una quota abbastanza imponente dei proventi rimanenti nelle casse dei Comuni potrebbe diventare appannaggio del Fondo di Solidarietà degli stessi. Un fondo di solidarietà che dovrebbe essere istituito e regolarizzato in virtù di un dpcm.

Cosa cambierebbe? In uno scenario del genere si potrebbe pensare ad un maggior margine di scelta sul profilo delle aliquote. In altri termini, i Comuni avrebbero la possibilità di ridurre il saldo dell’Imu.

 

 

L’irresistibile fascino della nuda proprietà

 Se oggi avete saldato l’IMU è molto probabile che stiate ancora riflettendo sugli oneri legati al possesso di una casa e per questo che vi offriamo una riflessione sui cambiamenti che stanno investendo il mondo immobiliare.

Gli operatori del settore sono impegnati nella difficile missione di far ripartire le vendite e di rilanciare l’incontro tra domanda ed offerta di immobili. Le strategie per raggiungere l’obiettivo sono molteplici ma va sempre più di moda l’acquisto differito.

L’acquisto differito assume le forme dell’affitto a riscatto o della vendita della nuda proprietà . In tutti e due i casi si può facilmente dedurre che è in revisione tutto il rapporto tra acquirenti e costruttori.

L’incremento della nuda proprietà è davvero eclatante perché esprime un cambiamento profondo in atto nella società. Probabilmente per motivi legati alla crisi economica, molti cittadini trovano conveniente comprare abitazioni di cui potranno usufruire soltanto alla morte dell’usufruttuario.

In questo modo si mettono al riparo dal pagamento dell’IMU sull’immobile acquistato ma allo stesso tempo ottengono uno sconto sul prezzo che può arrivare anche al 40 per cento. Tutto dipende dall’età e dalle condizioni di salute dell’usufruttuario. Prenotare l’acquisto di un immobile vuol dire anche investire nel mattone per le future generazioni e soprattutto vuol dire dare una mano a quanti, non avendo eredi, possono lasciare una fortuna nelle mani di sconosciuti e fortunati investitori.

Scadenza Imu, le sanzioni in caso di ritardo

 Oggi (17 dicembre) scade il termine ultimo per il pagamento dell’Imu, la tassa sulla casa introdotta dal Governo Monti. Per tutti  coloro che non riusciranno a versare la terza e ultima rata dell’Imu sono previste delle sanzioni, che il governo ha voluto però rendere più morbide in base al principio del ravvedimento operoso: chi riesce a mettersi in regola entro pochi giorni pagherà una mora più bassa.

Infatti, non tutti i mancati pagamenti o i ritardi possono essere imputati a negligenza dei cittadini: l’Imu è una nuova tassa sulla quale c’è stata un’incertezza legislativa prolungata che ha messo in difficoltà i cittadini nei conteggi, che dipendono  inoltre, dalle singole aliquote comunali.

Nel dettaglio le sanzioni previste sono:

– fino a due settimane di ritardo: mini-sanzione pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo;

– dal quindicesimo al trentesimo giorno3% per ogni giorno di ritardo;

dai trenta giorni fino ad un anno di ritardo: sanzione pari al 3,75% dell’imposta dovuta.

A queste percentuali sul totale dovuto si devono aggiungere gli interessi legali per il ritardo che hanno un tasso annuale del 2,5%. Dopo l’anno non si può più usufruire del ravvedimento operoso, per cui, chi ritarda più di dodici mesi la sanzione sarà pari al 30% del totale dovuto.

 

 

L’Imu ruba le tredicesime

 Domani 17 dicembre è l’ultimo giorno utile per il pagamento della terza e ultima rata dell’Imu, almeno per quest’anno. Nelle casse pubbliche arriveranno i 14/15 miliardi previsti, che andranno in parte ai Comuni e in parte allo Stato.

Diverse le stime del gettito complessivo che finirà all’Erario: la Cgia di Mestre e la Uil hanno stimato circa 21 miliardi complessivi, mentre per la Confcommercio il gettito totale sarà di 28 miliardi. Comunque sia per gli italiani l’Imu è stata un vero e proprio salasso che si ripeterà anche nel 2013 e nel 21014.

Una tassa indigesta che ha reso il Natale più povero. Infatti, dopo la prima rata pagata dagli italiani secondo l’aliquota minima dello 0,4% (si parla sempre di Imu sulla prima casa) più di un quarto dei Comuni ha alzato la tariffa. Il 3,2% delle amministrazioni locali ha deciso di imporre l’aliquota massima prevista per la prima casa, mentre l’aliquota massima sulla seconda casa è stata la scelta del 56% dei Comuni.

Una tassa, l’Imu, che si è fatta beffa delle tredicesime degli italiani. Quasi la metà, infatti, è stata utilizzata per pagare l’imposta sugli immobili, andando ad erodere ciò che rimane per l’utilizzo tradizionale di questo doppio stripendio, ossia i regali di Natale e il tipico cenone, per i quali gli italiani, secondo la Uil, spenderanno il 5% in meno dello scorso anno.

Bozza del 730/2013 online

 Una volta stabilite le coordinate e le caratteristiche dell’IMU è stata definita la bozza del modello 730/2013 ed è stata pubblicata sul sito dell’Agenzia dell’Entrate provvista delle necessarie istruzioni.

Vista la premessa dedicata all’IMU è facile capire che il modello introduce delle novità riguardo l’imposta sostitutiva  e la tassa sugli immobili:  è stato depennato il regime agevolato per la determinazione del reddito dei fabbricati locati considerati d’interesse storico o artistico. In più sono state modificate le detrazioni del 36 e del 55 per cento.

Andiamo con ordine.

L’IMU in alcuni casi prende il posto dell’Irpef. L’IMU, secondo la nostra normativa fiscale, in alcuni casi sostituisce l’Irpef e le relative addizionali che i proprietari devono corrispondere al fisco riguardo terreni e fabbricati. Per i terreni, per esempio, nel caso in cui non siano affittati, l’IMU sostituisce IRPEF e addizioni sul reddico dominicale. Il reddito agrario dei terreni, invece, viene sottoposto alla tassazione ordinaria sui redditi. Se il terreno è affittato devono essere pagate sia l’IMU, sia l’IRPEF.

Tutte le situazioni possono essere indicate e specificate tramite le caselle 9 e 12 dei quadri A e B dedicati rispettivamente a terreni e fabbricati.

Le detrazioni d’imposta del 36 e del 55 per cento restano le stesse e sono state stabilizzate nel TUIR così nel 2013 saranno ricongiunte in un’unica tipologia di sconto.

Imu per gli enti non commerciali

 L’IMU, il cui saldo scadrà a breve, è sicuramente una delle tasse peggio digerite dagli italiani che sembra aver paralizzato perfino il comparto immobiliare, da sempre caratterizzato dalla profonda vitalità. L’IMU dovrà essere pagato anche dagli enti non commerciali.

Per capire di cosa si tratta e cosa devono pagare, il dipartimento delle Finanze ha pubblicato l’ennesima risoluzione, la numero 1/Df del 3 dicembre. In questo documento si precisa che l’esenzione dell’imposta IMU è valida per gli enti non commerciali che svolgono la propria attività senza scopo di lucro. 

In tutto questo discorso, in ballo, ci sono le tasse dovute dagli enti ecclesiastici e l’esenzione proporzionale per chi usa in modo misto gli immobili.

Capire se un ente ecclesiastico deve pagare o è esente dall’IMU non è facile perché dire che svolge un’attività senza scopo di lucro è quanto meno lapalissiano. Per legge, allora le organizzazioni senza scopo di lucro che possono fruire dell’esenzione, sono quelle che hanno adeguato atti costitutivi e statuto ai requisiti definiti nel Regolamento del 2012.

Hanno una disciplina propria gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti che possono non rispettare tutte le disposizioni del codice civile riguardo costituzione, struttura, amministrazione ed estinzione. Questo vuol dire che non hanno uno statuto e quindi, in sostituzione, devono strutturare un regolamento, come fosse una scrittura priva a conforme.

Dal primo gennaio 2013 entrerà in vigore la normativa che disciplina i casi di uso misto dei locali con l’imposta calcolata in base ai requisiti e ripartita proporzionalmente in base all’uso.