Assunzioni, la scuola si rinnova con un probabile concorsone

 Per il triennio 2014, 2015, e 2016,sono previste assunzioni nel mondo della scuola per 82.055 lavoratori, 42.101 docenti, 22.237 docenti di sostegno, 17.717 lavoratori del personale Ata. Il Ministero dell’istruzione, ha pubblicato il bando per il prossimo triennio, specificando il regolamento di assunzione dei nuovi insegnanti.

Pensioni, la domanda scade il 7 febbraio

 Per il personale scolastico appartenente alla cosiddetta Quota 96 c’è la possibilità di andare in pensione anticipatamente. Tale misura sarà però valida soltanto per chi ha i requisiti richiesti, avrà il via dal prossimo primo settembre 2014, ma a patto che entro il 27 dicembre il lavoratore riesca a rientrare nei requisiti richiesti dal punto di vista anagrafico e contributivo.

Come fare la domanda per pensioni scuola 2014

 A partire dal 7 febbraio 2014 il personale della scuola, docente e amministrativo, potrà cominciare a presentare domanda di pensionamento, per adempimento del limite massimo di servizio, di allontanamenti volontari dal servizio, di trattenimento in servizio, oltre il raggiungimento del limite di età valido, per i fini, dal primo settembre 2014.

Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro al mese

 La scuola è uno di quei settori in cui il caos regna spesso incontrastato. Per questioni organizzative, di formazione, di reclutamento, legislative e anche economiche. Oggi è arrivata la soluzione a un problema che poteva veramente portare a battaglie politiche e sindacali.

Nei giorni scorsi era montata una polemica relativa al blocco degli stipendi che ha portato alla richiesta agli insegnanti, certo non tra le categorie più pagate della pubblica amministrazione, di restituire 150 euro per il 2013.

 

► Con il Decreto scuola aumentano le imposte di registro e le accise

 

Il Ministero dell’Economia aveva prorogato fino al 31 dicembre 2013 il blocco degli automatismi stipendiali per i lavoratori del mondo  della scuola. La decisione è arrivata a dicembre, mentre il blocco era previsto fino al 2012. Una situazione che ha quindi  cambiato le regole in un certo senso in corso.

 

► Le risorse on line per risparmiare sui libri di scuola

 

Risultato? Gli insegnanti dovevano essere oggetto di una ritenuta mensile fino a 150 euro al mese per permettere al Ministero dell’Economia di recuperare le somme. Una decisione che ha fatto arrabbiare e non poco il ministro dell’Istruzione Maria Chaira Carrozza. La polemica è quindi balzata e i sindacati hanno promesso battaglia minacciando uno sciopero generale.

A salvare la busta paga degli insegnanti ci ha pensato oggi il governo che, in una nota, spiega come risolvere il problema e mette fine al sollevamento delle categorie della scuola. La nota afferma che “Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti”.

La decisione emerge dopo l’incontro di ieri sera tra il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

Quando lo Stato investe in formazione e poi non riconosce il merito (Tfa)

 In Italia sentiamo parlare molto spesso di “sprechi”. Spreco di soldi pubblici e di risorse, non solo economiche ma anche intellettuali. Si parla di “fuga dei cervelli” e, altrettanto spesso e molte volte a sproposito, di ” merito”. Sarebbe forse il caso di dare il giusto peso alle parole.
Nel nostro Paese, la meritocrazia è più volte offesa e a tal punto che, ormai, sembra normale non aspettarsela quando si aspira a un lavoro. Quando, poi, il datore di lavoro è lo Stato, alcune situazioni sono ancora più assurde. Il paradosso di uno Stato che seleziona duramente e forma i suoi insegnanti e poi li tiene fuori dall’insegnamento è veramente tipico di uno Stato confuso.
Questo paradosso si chiama Tfa (Tirocini Formativi Attivi). Questi corsi, previo concorso, hanno portato alla formazione annuale degli insegnanti. Sono stati introdotti dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini con il D.M. 249/2010 per soddisfare la reale domanda lavorativa e per avere insegnanti più preparati. Una prova preselettiva nazionale, due prove concorsuali con scritto e orale ed ecco i selezionati. Poi il corso all’Università, con lezioni obbligatorie, corsi disciplinari e pedagogico-didattici, esami, il tirocinio a scuola di 475 ore, i laboratori e l’esame finale. Dopo un anno, i nuovi e preparati insegnanti sono sfornati e pronti a portare il loro aggiornato sapere nelle aule. Lo Stato ha investito sulla formazione di queste risorse e ora ci si aspetta che la scuola possa accoglierli e migliorarsi grazie alla loro competenza.
In Italia, però, la storia non segue sempre un percorso logico. Anzi, molto più spesso ne segue uno tortuoso. Quindi, gli insegnanti abilitati con il Tfa non hanno accesso alle Gae, le Graduatorie a Esaurimento, e non possono aspirare al ruolo. Hanno superato le prove del concorso, seguito i corsi, fatto il tirocinio nelle scuole e speso circa 2 mila 600 euro, ma non diventeranno insegnanti di ruolo.
Diventeranno insegnanti precari? Nemmeno, per il momento, perché le graduatorie di Istituto, quelle gestite dalle scuole per le supplenze “brevi”, sono chiuse e si riapriranno con il prossimo anno scolastico.
Questi insegnanti selezionati e formati dovranno aspettare allora il prossimo anno per vedere riconosciuti i loro meriti? Sono 11 mila e sono stati selezionati su una platea di 120 mila. Sarebbero un’eccellenza, ma anche per il prossimo anno scolastico questi meriti non vedranno riconoscimento. In effetti, il ministero dell’Istruzione ha più volte chiuso la porta a un possibile inserimento nelle Gae e poi ci sono i Pas, l’ennesima sanatoria in puro stile italiano.
Il ministro Profumo ha dato l’ok ai Pas prima che il governo Monti cadesse. I Pas riguardano corsi per l’abilitazione all’insegnamento che non prevedono selezione in ingresso. L’attuale ministro dell’Istruzione Carrozza ha stabilito i criteri per accedere ai Pas, probabilmente influenzata dal volere dei sindacati. Basta avere insegnato per almeno tre anni dal 1999 ad oggi, anche in scuole paritarie, per partecipare ai Pas e ottenere l’abilitazione. Niente merito, solo esperienza.
Nell’Italia dell’anti-merito e del riconoscimento dell’anzianità, quindi, chi ha insegnato per tre anni scolastici è favorito rispetto a chi ha superato tre prove concorsuali. Il prossimo anno, gli abilitati con il Tfa soccomberanno a confronto degli abilitati Pas, che hanno dalla loro il punteggio degli anni di insegnamento. Lo studio, il tempo e i soldi spesi dagli abilitati con il Tfa sembrano persi ma, soprattutto, ci si chiede perché il ministero imposti una linea di formazione e reclutamento investendo risorse e formando personale che poi non verrà utilizzato.
Ci vorrebbe un intervento della politica che sia indipendente dai calcoli e dagli interessi dei sindacati. La politica, però, non sembra interessata e, a questo punto, per gli abilitati Tfa depredati non resta che la giustizia amministrativa.

Per gli insegnanti precari niente stipendio prima di Natale

 Non solo insegnanti precari e spesso da molti anni, ma anche niente stipendi prima di Natale. Gli stipendi di novembre e dicembre non saranno retribuiti agli insegnanti precari rischiando di rendere più amare le festività. I precari della scuola che hanno stipulati contratti per sostituzione maternità o malattia non avranno lo stipendio per un problema legato al Sistema informatico di contabilità e gestione economica da parte del Mef. I pagamenti dei due mesi slittano quindi a gennaio.
Ad essere interessati del problema sono migliaia di insegnanti e anche il personale Ata precario. Il Ministero dell’Istruzione doveva inviare i fondi per i pagamenti degli stipendi dei supplenti “brevi” entro il 13 dicembre, invece è in ritardo e questo significa che gli insegnanti saranno pagati a gennaio perché i motivi tecnici non consentono di riparare la situazione in tempo per le feste di Natale.
Essere precari del mondo della scuola è già una condizione difficile, e ora senza stipendio e senza nemmeno la quota della tredicesima il Natale è più difficile per molte persone. Questi insegnanti vanno a scuola ogni giorno e fanno  il loro lavoro, ma il Ministero dell’Istruzione sembra che stia perdono il filo per quanto riguarda la scuola. Questo è solo un piccolo esempio delle difficoltà organizzative legate ai tanti precari, a un sistema di reclutamento che cambia sempre e non si capisce in che direzione vada. Per non parlare dell’edilizia scolastica e della qualità del sistema di istruzione in Italia.
Per questi insegnanti, ci sono stati problemi anche con lo stipendio dei primi due mesi dell’anno, pagato in ritardo. Il Ministero dell’Istruzione afferma che il motivo della mancata corresponsione degli stipendi dipende dalla non completa “emissione speciale accessori dicembre 2013” da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sul “Sicoge”, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica. Nelle ultime settimane c’è stata l’emissione speciale che corrisponde a diversi milioni di euro, ma che è insufficiente.
Questa situazione dimostra che finanziare la scuola è ormai difficile per l’amministrazione statale. Si parte dalla parte più deboile del sistema, gli insegnanti precari supplenti “brevi”. Il rischio che, se non si ricorre ai ripari, la situazione si possa allargare non è da escludere.

Gli sconti sui libri scolastici della Grande Distribuzione Organizzata

 Settembre è alle porte e tra pochi giorni i ragazzi di tutta Italia – con date diverse in base alla regione, ma comunque entro la fine del mese – torneranno sui banchi di scuola.

Per i ragazzi vuol dire la fine delle vacanze e l’inizio di un altro duro anno di studio; per le famiglie, invece, significa una sostanziosa spesa che può arrivare anche fino a 1000 euro se si hanno ragazzi da mandare in primo superiore.

► Quanto costa il ritorno a scuola?

Fortunatamente è possibile risparmiare, sia sull’acquisto del corredo scolastico che dei libri, voce dell’elenco della spesa per il rientro a scuola che grava di più sui bilanci famigliari. Un aiuto arriva dalla Grande Distribuzione Organizzata (catene di grandi magazzini, supermercati e ipermercati come Esselunga, Coop, Auchan etc.) che mette a disposizione sconti interessanti per le famiglie alle prese con l’acquisto dei libri.

I punti vendita con sconti sui libri di scuola

Le varie catene della Grande Distribuzione in Italia si sono organizzate in due modi diversi per dare ai clienti la migliore offerta per l’acquisto dei libri di testo: da un lato ci sono la Esselunga e la Coop che effettuano sconti veri e propri del 15% sull’importo totale, mentre Auchan, Carrefour e Iper mettono a disposizione di chi acquista libri scolastici dei buoni spesa rispettivamente del 15/20% e del 20% dell’importo totale della spesa.

Per tutti è possibile fare la prenotazione on line dei libri di testo.

► Come risparmiare sui libri scolastici

Le risorse on line per risparmiare sui libri di scuola

 Se siete alle prese con il ritorno a scuola dei figli siete già consapevoli del fatto che a breve potrà capitarvi una bella spesa da affrontare che, in base alla classe e alla scuola, potrebbe arrivare anche a 1000 euro.

Quanto costa il ritorno a scuola?

Un modo sicuro per riuscire a risparmiare sull’acquisto dei libri scolastici è di avvalersi delle risorse messe a disposizione da Internet. On line si possono trovare delle interessanti occasioni che possono portare un risparmio anche del 40% sul prezzo di listino dei libri di testo.

Come risparmiare sui libri scolastici

Parlando di libri nuovi, ecco quali sono i siti che mettono a disposizione i maggiori sconti per l’acquisto dei libri scolastici.

Amazon

Lo sconto che fa Amazon sui libri di testo arriva anche al 15% in caso di libri nuovi, salendo ancora di più per i libri usati, che il sito vi farà vedere come opzione all’acquisto del libro nuovo se disponibile.

Se non si vuole fare la ricerca libro per libro, Amazon mette a disposizione anche Operazione 15 e lode che permette di comprare l’intera lista dei libri di testo necessari con uno sconto garantito sul totale del 15%.

Spedizione a domicilio gratuita per spese superiori a 19 euro.

Webster

Anche in questo caso lo sconto medio è del 15% con costi di spedizione pari ad un euro (la spedizione è gratuita se la spesa è superiore a 19 euro).

Libraccio

La particolarità di libraccio.it è che permette di avere la lista completa dei libri di testo per la classe e la scuola di riferimento con un paio di click grazie al motore di ricerca, che segnalerà anche il prezzo dei libri.

Nessuno sconto, ma un buono del 15% del valore totale dell’acquisto da utilizzare per l’acquisto di altri volumi (ma non testi scolastici). Il costo della spedizione è sempre di 3,90 euro.

Se avete la pazienza di cercare libri per libro si possono trovare volumi con sconti variabili tra il 30 e il 40%.

Come risparmiare sui libri scolastici

 A settembre arriva la grande spesa per la scuola delle famiglie italiane, costrette a sborsare cifre astronomiche per l’acquisto del corredo per la scuola (zaino, diario, quaderni, penne etc.) e dei libri, per una spesa che arriva a superare i 1000 euro per chi ha un figlio che inizia il primo superiore.

Quanto costa il ritorno a scuola?

Si tratta di una spesa a volte insostenibile, soprattutto se c’è più di un figlio da mandare a scuola. Per questo è necessario mettere in atto tutte le strategia possibili per risparmiare sull’acquisto del materiale necessario per il rientro a scuola 2013.

Prima di vedere quali strada percorrere per risparmiare su libri e corredo scolastico, vediamo alcune informazioni preliminari sull’acquisto dei libri scolastici:

  1. I testi scolastici adottati per ogni classe del 98% delle scuole medie inferiori italiane sono disponibili per la consultazione on line sul sito dell’Associazione Italiana editori (http://consultazione.adozioniaie.it/), per gli istituti superiori gli elenchi sono disponibili presso le librerie della zona.
  2. Prima di acquistare i libri scolastici accertarsi che le nomine dei docenti di ogni singola materia siano definitive: un nuovo docente che subentra all’inizio dell’anno può decidere di adottare un altro testo.
  3. Il Ministero dell’Istruzione ha stabilito un tetto di spesa massima per i libri di ogni classe e tipo di scuole. Nel caso l’Istituto frequentato da vostro figlio lo superi, si può avanzare un reclamo al direttore scolastico o contattare un’associazione di consumatori.
  4. Le famiglie che hanno ISEE molto basso hanno diritto ai buoni per l’acquisto dei libri e del corredo scolastico. I tetti sono definiti dalle singole scuole con apposita circolare.
  5. I libri devono essere ordinati entro e non oltre il 30 settembre.

► Le risorse on line per risparmiare sui libri di scuola

► Gli sconti sui libri scolastici della Grande Distribuzione Organizzata