Situazione critica per i prestiti bancari dell’Eurozona

 Si chiama crowding out, ossia effetto spiazzamento, quello che si è verificato nel mese di ottobre nei paesi dell’Eurozona. Mentre la crescita della massa monetaria si è attestata su di un +3,9% su base annua e i prestiti bancari per il finanziamento del debito sovrano dei vari stati continuano a salire, i prestiti destinati alle imprese, invece, continuano a scendere, contribuendo a creare maggiori difficoltà di reperimento di liquidi.

Nello specifico, nel mese di ottobre l’offerta di credito bancario ai governi e’ salita dell’8,8% su base annua (+ 0,6% rispetto al mese precedente), mentre nel settore privato la contrazione dei prestiti è stata pari a -0,7% (-0,9% a settembre, che si trasforma in un una contrazione pari a -1,8% su base annua. Tra le cause soprattutto pesa la diminuzione della domanda e le nuove regole adottate dalle banche per la concessione dei prestiti.

Nessuna tipologia di prestito per le imprese è stata risparmiata dalla contrazione. I prestiti per il finanziamento del circolante hanno registrato un -2% su base annua, i prestiti per gli investimenti sono scesi del  -4,4% e anche quelli superiori ai cinque anni hanno registrato registrano una flessione pari a -0,8%.

I prestiti alle famiglie, invece, si trovano in una situazione di sostanziale equilibrio, i mutui per l’acquisto della casa hanno subito un aumento del +1,3% su base annua (+0,7% a settembre), mentre il credito al consumo ha registrato una contrazione dello -0,8%.

ConocoPhillips: una mossa strategica?

 ConocoPhillips ha deciso di compiere un’operazione che ai più appare strana ma in realtà potrebbe essere soltanto strategica. L’azienda citata è una major statunitense attiva nel settore petrolifero. Diverso tempo fa aveva sancito un accordo commerciale per l’avvio della produzione di petrolio a Kashagan.

L’operazione e l’avvio del business sarebbe dovuto esserci tra otto anni ma con un grande anticipo sui tempi tutto sarebbe partito a marzo dell’anno prossimo. La ConocoPhillips però, ha detto addio al progetto su cui lavorava dal 1998 insieme ad altre compagnie petrolifere tra cui figurano anche Eni, ExxonMobil e Royal Dutch Shell.

Nonostante l’anticipo sui tempi, dunque, l’abbandono del progetto. L’azienda, però, ha già pronta “un’alternativa”. In questo periodo, infatti, ha siglato un accordo con la società statale indiana Oil and Natural Gas Corp, la ONGC alla quale ha deciso di cedere per ben 5 miliardi di dollari, una quota dell’8,4% della North Caspian Operating Company.

Quest’ultima sta lavorando allo sviluppo di un giacimento petrolifero in Kazakhstan. L’operazione porterà nuova liquidità nelle tasche della ConocoPhillips, ma allo stesso tempo soddisferà la sete di espansione della ONGC che, considerato l’incremento del consumo di petrolio in India e considerato che il paese importa l’80 per cento del petrolio che usa, potrebbe ricavarne un buon indotto.

 

Tassazione per la registrazione degli atti giudiziari

 Le sentenze, i decreti ingiuntivi, le esecuzioni immobiliari e tutti gli atti simili a questi appena citati, rientrano nel grande insieme dei provvedimenti giudiziari che l’Erario ha deciso di snellire. Adesso, quindi, attraverso una procedura telematica, è sufficiente inserire i dati dei provvedimenti giudiziari e si ottiene l’importo da pagare.

Leggi anche: tutto sulla compilazione del modello F23

L’Agenzia delle Entrate non lascia i cittadini soli nel momento della registrazioni dei provvedimenti giudiziari, anche se spesso, ad usufruire del servizio, sono soprattutto gli avvocati delle parti interessate che hanno già una certa confidenza con gli strumenti.

Nell’applicazione è necessario inserire i dati relativi all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per la registrazione, l’anno del provvedimento, l’ente emittente, il tipo e il numero del provvedimento. E’ possibile operare una scelta in base ad una lista di possibilità fornita dall’applicazione che però, non suggerisce il numero del provvedimento.

Una volta inseriti i dati il software indica se è stato individuato il provvedimento e quali sono i dati più importanti. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile consultare le tipologie di provvedimenti giudiziari. Di seguito qualche informazione relativa al pagamento.

La registrazione degli atti giudiziari deve essere pagata tramite il modello F23 dove vanno inseriti i dati anagrafici, il codice dell’ufficio che l’utente ha indicato, la causale, gli estremi dell’atto, il codice tributo e l’importo dei tributi stessi.

Proposta di tassa su Google in Germania

 

 Anche se la proposta di legge riguarda la difesa del diritto d’autore, il tutto si risolve in una questione di tasse. In sostanza, la proposta fatta dalla maggioranza di governo di centrodestra guidata dalla cancelliera Angela Merkel, è una difesa sì dei diritti d’autore, ma anche degli interessi economici dei media cartacei e tradizionali.

Se la legge, che oggi sarà al vaglio del parlamento tedesco, dovesse passare sarà previsto l’obbligo per i motori di ricerca e per qualsiasi aggregatore di notizie on line di pagare diritti o royalties per ogni contenuto dei media cartacei o tradizionali che i motori o gli aggregatori stessi mettano in rete.

La situazione dei media tradizionali in Germania è abbastanza difficile: sono molte le testate, anche storiche e di qualità, che hanno dovuto chiudere a causa del calo delle vendite e della pubblicità sui media tradizionali, con la conseguenza che centinaia di giornalisti sono rimasti senza lavoro.

Ma Google non ci sta e lancia una campagna mediatica al motto “Difendi la tua rete“. Google sostiene che questa legge, ancora non conosciuta dai cittadini tedeschi, è una limitazione alla libertà di ricerca di informazioni e contenuti gratuiti sul web, che è una unzione informativa costitutiva e basilare di internet, e chiede ai navigatori e ai cittadini di mobilitarsi in difesa dei loro diritti.

Il mondo dell’informazione tutto sta a guardare e attende gli sviluppi della proposta: comunque vada sarà un precedente da tenere in considerazione che avrà delle conseguenze a livello mondiale.

Il reddito delle famiglie cala per il quinto anno consecutivo

 Secondo le stime della Banca d’Italia il reddito reale delle famiglie italiane diminuirà di qualche punto percentuale in più rispetto al 2,5% del 2009. A dirlo è il vicedirettore della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.

Si tratta del quinto anno consecutivo in cui gli stipendi degli italiani continuano a perdere il reale potere d’acquisto e, dal momento che ci sono sempre meno soldi disponibili, le banche non concedono più prestiti o mutui e le famiglie si trovano, quindi, in maggiore difficoltà.

Da gennaio allo scorso settembre sono stati erogati mutui immobiliari per poco più di 21 miliardi. Riportando il dato ad anno, si ottiene un ammontare di circa 30 miliardi, molto minore di quello registrato nei due anni precedenti, minore anche di quello del 2009, l’altro anno recente di forte recessione, in cui comunque furono erogati mutui per oltre 40 miliardi, al netto di surroghe e sostituzioni, quest’anno praticamente non utilizzate dalle famiglie

Le famiglie italiane non si trovano in difficoltà solo perché le banche applicano rigidi criteri di selezione delle clientela a cui erogare prestiti e mutui, ma anche perché esiste una situazione di vulnerabilità finanziaria, laddove le famiglie che hanno dei prestiti già in essere vedono gravare il servizio del prestito per circa il 30% del reddito complessivo

Nel biennio 2011-2012 sono circa 600mila le famiglie italiane  ‘vulnerabili’, ossia quelle per cui può diventare molto difficile far fronte ai pagamenti dovuti. Il numero delle famiglie in difficoltà è sostanzialmente invariato rispetto ai livelli di fine 2010.

 

Modificare l’IMU, forse si può

 Mancano poco più di due settimane alla scadenza del pagamento dell’IMU ma si discute ancora delle proprietà di questa imposta, di come incide sulla ricchezza degli italiani, sulla ripartizione delle quote tra Stato e Comuni e sugli obiettivi generali della tassa.

In un convegno molto interessante, quello di presentazione del quarto rapporto “Gli immobili in Italia”, non poteva essere trascurata la questione dell’IMU, una delle tasse peggio digerite dagli italiani dopo il canone RAI. Il rapporto è stato redatto dal Dipartimento delle Finanze, in collaborazione con l’Agenzia del Territorio.

Si è preso in esame, nel dettaglio, la caratteristica dell’imposizione fiscale sulla casa. A parlare è stata Fabrizia Iapecorella che dirige il Dipartimento delle Finanze ed ha provato a fare un quadro riepilogativo sull’IMU.

Il punto di partenza è la constatazione che prima della reintroduzione dell’IMU tra l’Italia e gli altri paesi dell’OCSE non c’era uniformità dal punto di vista fiscale. Adesso sembra si sia raggiunto un nuovo allineamento ma resta da chiarire l’obiettivo finale dell’imposta.

Se nelle intenzioni del legislatore c’è quella di fornire liquidità ai Comuni, occorre fare attenzione all’IMU che attualmente non finisce del tutto nelle mani degli amministratori locali. Si rende quindi opportuna una rimodulazione dell’imposta che tenga conto anche delle differenze di reddito dei proprietari degli immobili.

La detrazione di 200 euro è interessante ma ha un impatto scarso sulle famiglie con il reddito più basso. In più non è stata posta la questione degli anziani che non hanno figli al di sotto dei 26 anni e quindi non possono ottenere la relativa detrazione di 50 euro.

Le detrazioni IRPEF, un riepilogo

 In questi ultimi anni le detrazioni IRPEF introdotte e confermate sono state numerose e spesso, per un contribuente classico che non abbia un commercialista di riferimento, è molto complicato seguire tutte le novità in vigore.

Proviamo a riepilogare i contenuti delle detrazioni del 36, del 50 e del 55 per cento. A chi spettano, quali sono i requisiti per effettuare la richiesta e quando realmente si applicano?

La detrazione IRPEF può essere richiesta per gli interventi di manutenzione straordinaria degli immobili, per le opere di restauro e risanamento conservativo, per la ristrutturazione di case ed immobili condominiali, per alcuni tipi di manutenzione ordinaria, per l’eliminazione delle barriere architettoniche, per agevolare la mobilità dei portatori di handicap, per evitare gli incidenti domestici, per evitare atti illeciti da parte di terzi, per ricostruire o ristrutturare gli immobili danneggiati da una calamità.

La precedente detrazione del 36 per cento è stata portata al 50 per cento, ma questo aumento è valido soltanto dall’entrata in vigore del decreto e per i lavori fatti fino al 30 giugno 2013. Aumentata anche l’importo massimo delle spese cui si applica la detrazione che passano da 48 a 96 mila euro.

Per quanto riguarda la detrazione al 55 per cento per il risparmio energetico, questa vale ancora per i lavori fatti fino al 31 dicembre, poi è assorbita nella detrazione al 50 per cento per i lavori dal primo gennaio 2013 al 30 giugno dell’anno prossimo.

Le spese che possono essere detratte riguardano l’Iva sulle spese, la progettazione e l’esecuzione dei lavori, l’acquisto dei materiali, la relazione sugli impianti, la certificazione energetica, i sopralluoghi, i diritti per concessioni, autorizzazioni, DIA e permessi vari, i bolli per la documentazione, gli oneri di urbanizzazione e le tasse di occupazione degli spazi pubblici, ad esempio nel caso in cui si usino le impalcature.

Conto BancoPosta: quanto mi costi?

 Alcune linee di credito offerte dalle banche e da PosteItaliane sono riservate ai titolari di un conto corrente presso l’istituto di riferimento. Abbiamo infatti visto le differenze tra il Prestito Prontissimo di BancoPosta previsto anche per chi non ha un conto corrente e il classico Prestito BancoPosta che invece è riservato ai correntisti.

Qualora vogliate avere un’ampia gamma di prodotti di questo tipo a disposizione, è necessario votarsi a BancoPosta ma quali sono i costi e i vantaggi di tale conto corrente? Analizziamo le condizioni economiche di base.

Il canone annuo del Conto BancoPosta è di 30,99 euro con un tasso d’interesse lordo dello 0 per cento. Annualmente è necessario versare 10 euro per la quota Postamat, mentre sono gratuiti sia il libretto degli assegni, sia la domiciliazione delle utenze.

E’ possibile anche avere un deposito titoli di massimo 30 euro. Interessante come anche l’estratto conto trimestrale e semestrale, in formato cartaceo sia gratuito, tanto quanto l’apertura e la chiusura del conto stesso. Si paga invece un euro per avere l’estratto conto cartaceo mensile.

Nelle condizioni proposte si specifica che le spese di tenuta conto comprendono anche le registrazioni in conto in un numero illimitato.

Due le promozioni collegate al prodotto: la possibilità di passare a BancoPosta Più con tanti servizi esclusivi, tramite una richiesta telematica; la promozione Postemailbox che offre PEC, firma digitale e archivio di 4 giga per 3 anni gratuiti.

Prestito BancoPosta

 Abbiamo già considerato insieme i vantaggi del Prestito Prontissimo Bancoposta che mette immediatamente a disposizione del richiedente una somma variabile dai 1750 ai 10000 euro, anche a chi non dispone di un conto BancoPosta.

Adesso passiamo in rassegna il più classico dei prodotti del gruppo PosteItaliane: il Prestito BancoPosta “classico” che è rivolto soprattutto ai titolari di un conto BancoPosta che devono realizzare un piccolo sogno, oppure che desiderano un po’ di serenità economica attraverso una liquidità più consistente nel portafoglio.

In base all’importo richiesto variano le condizione economiche del prestito: chiedere fino a 10000 euro è diverso rispetto a chiederne più di 10000. In pochi giorni, è importante ricordarlo, si possono ottenere fino a 30000 euro direttamente sul proprio conto.

Entriamo nel dettaglio della scheda tecnica. Il Prestito BancoPosta mette a disposizione degli interessati somme che variano dai 1500 ai 30000 euro, da rimborsare tra i 12 e gli 84 mesi con accredito diretto su conto BancoPosta.

Sono sempre gratuite le spese d’istruttoria, le commissioni d’incasso rata e l’invio delle comunicazioni. Si può facoltativamente sottoscrivere anche una polizza il cui premio si calcola come il 2 per cento dell’importo erogato per i rimborsi fino a 60 mesi e come il 3,65 per cento dell’importo erogato per i rimborsi oltre i 60 mesi.

Mutuo BancoPosta Ristrutturazione a tasso misto

 Il Mutuo BancoPosta a tasso misto con finalità ristrutturazione è un prodotto molto interessante che vuol essere competitivo con le proposte degli altri istituti di credito che intendono fornire ai clienti la possibilità di passare dal tasso variabile al tasso fisso “in qualsiasi momento”.

Il Mutuo BancoPosta a tasso misto consente di avere il tasso fisso o il tasso variabile, in base alle scelte del cliente, attivo per un periodo di 2, 5 o anche 10 anni. Il prodotto in questione consente di gestire al meglio il finanziamento, in base alle opportunità del mercato.

Si può partire sia con il tasso fisso, sia con il tasso variabile e poi scegliere il tempo in cui applicare l’opzione. In base alla “rivedibilità”, al tasso iniziale scelto e al piano d’ammortamento, si avrà un TAEG differente. Facciamo qualche esempio con i tassi di novembre.

Il tasso misto rivedibile ogni due anni, con partenza a tasso fisso, presenta un tasso del 4,241 per cento indipendentemente dal piano d’ammortamento, perché calcolato con l’IRS a 2 anni più lo spread del 3,75 per cento della banca.

Se invee si sceglie un tasso misto rivedibile ogni due anni con partenza a tasso variabile, occorre avere come riferimento l’Euribor a 3 mesi, cui va sommato lo spread della banca arrivando ad un tasso del 3,947 per cento.