Piccoli segnali di ripresa in Eurolandia

 Ha fatto segnare un aumento nel mese di aprile la ripresa del settore manifatturiero dell’ intera Eurozona. L’indice finale destagionalizzato Markit Eurozone Manufacturing PMI è infatti salito al valore più alto in tre mesi di 53,4 in salita dal valore di 53 di marzo e dalla stima flash di 53,3. Il PMI ha fatto rilevare un allargamento per il decimo mese consecutivo.

Confindustria, in ripresa la fiducia

 Se riparte la fiducia,non si può dire lo stesso per i consumi: a marzo fanno segnare altro sego meno. L’indicatore di Confcommercio, infatti, è disceso del 2,1% in termini tendenziali e dello 0,1% rispetto a febbraio.

Bankitalia, debito ancora in crescita in Italia

 Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato nel mese di febbraio di 17,5 miliardi, toccando un nuovo massimo storico a 2.107,2 miliardi. Lo dice Bankitalia, secondo cui rispetto ai 2.089.7 miliardi di gennaio c’è stata una crescita di 17,5 miliardi di euro.

Per Eurostat deficit migliora e debito peggiora

 I dati di Eurostat, l’Istituto statistico dell’Unione europea, mostrano una situazione in Europa caratterizzata da meno deficit e dall’aumento del debito pubblico. Nello scorso anno, il deficit è sceso sia nel blocco della zona euro a 18 nazioni sia nell’Ue. Il deficit nell’Eurozona è sceso al 3% lo scorso anno dal 3,7% del 2012. Nell’Ue è invece sceso lo scorso anno al 3,3% dal 3,9% del 2012.

In crescita  il debito pubblico. Nei Paesi della zona euro è passato dal 90,7% del 2012 al 92,6% dello scorso anno. Nei Paesi dell’Ue è passato invece dall’85,2% del 2012 all’87,1% dello scorso anno.

 

► La deflazione, il vero pericolo per i Paesi dell’Europa

 

I dati di Eurostat, dopo la prima notifica del 2014 dei governi, mostrano che per quanto concerne il deficit il Lussemburgo è in surplus a +0,1%. Il deficit più ampio si ha in Slovenia che è a -14,7%. per ciò che riguarda il debito pubblico, il più alto è in Grecia dove è al 175,1% mentre il più basso è in Estonia che è al 10%.

I dati di Eurostat sono quindi sia un motivo di ottimismo, con riferimento al deficit, sia di preoccupazione, relativamente al debito pubblico. L’Europa deve fare i conti sia con i sacrifici per rispettare i parametri in rapporto al deficit, sia con il problema dell’inflazione che si mantiene bassa anche se ancora non si parla di rischio di deflazione. La Banca centrale europea (Bce) monitora comunque la situazione e ha confermato attraverso il presidente Mario Draghi di essere pronta a intervenire con misure non convenzionali per sostenere l’economia e fare aumentare l’inflazione più vicino all’obiettivo del 2%.

Pareggio di bilancio rinviato un anno per i debiti della Pa

 Alla Camera è scoppiata una polemica ieri nella conferenza dei capigruppo dopo che Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, ha insistito per avere la lettera che il Mef ha inviato alla Commissione europea. Una condizione che ha portato il Presidente della Camera Laura Boldrini a sospendere la seduta. Brunetta voleva avere la lettera per sapere quali sono stati i punti alla base della richiesta di rinvio di un anno del raggiungimento del pareggio nel rapporto tra deficit e Pil.

In una nota il ministero dell’Economia ha affermato che la lettera con le comunicazioni del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e la Commissione europea è stata inviata in serata ai presidenti delle Commissioni bilancio delle Camere e per conoscenza ai presidenti delle stesse.

 

Per Padoan l’economia in Italia è ancora fragile ed è necessario rinviare il pareggio di bilancio

 

La lettera del Mef chiede il rinvio di un anno dell’obiettivo di pareggio del bilancio rifacendosi alla clausola delle circostanze eccezionali. Queste circostanze sono descritte con riferimento al fatto che il governo ha deciso di pagare un’ulteriore quota di 13 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione alle imprese italiane. Il Mef parla di temporanea deviazione dagli obiettivi di pareggio di bilancio e di risparmi che saranno accumulati per finanziare il piano di riforme.

Il capogruppo di Forza Italia Brunetta ha criticato il governo, dicendo che si nasconde dietro al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e che è necessario conoscere la linea politica ed economica che il governo propone. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta ha affermato che la scelta del Mef è “Confusa e sbagliata. Oscure le ragioni dello scostamento dell’obiettivo di medio termine”.

Nel Def stime di crescita riviste e più soldi per pagare i debiti della Pa

 Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di economia e finanza (Def) rivedendo al ribasso le stime di crescita e il rientro più lungo del debito pubblico per il 2014. Per quest’anno, il debito pubblico sarà al 131,1% del prodotto interno lordo (Pil) e al 134,9% tenendo conto del sostegno al fondo salva Stati. Nel 2015 scende al 133,3% e nel 2016 al 129,8%.

Per quanto concerne la crescita, la stima è dello 0,8% nel 2014 e dell’1,3% nel 2015. Il rapporto deficit – Pil quest’anno sarà al 2,6% per crescere al 3% nel 2015 e al 3,6% nel 2016. Il governo ha proposto la stima anche della disoccupazione che si conferma un problema particolarmente pesante per l’Italia. Nel 2014 aumenterà al 12,8%, nel 2015 sarà sullo stesso dato per poi abbassarsi al 12,5% nel 2016 e all’11,6% nel 2017. In aumento le entrate fiscali per il gettito Iva e per le tasse sulle quote di rivalutazione di Bankitalia.

 

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Tra le scelte del Consiglio dei Ministri nel Def c’è anche quella di assegnare ulteriori 13 miliardi di euro per il pagamento alle aziende dei debiti della pubblica amministrazione. La notizia è stata divulgata da Palazzo Chigi che in un comunicato afferma: “I 13 miliardi si vanno ad aggiungere ai 47 già erogati dai governi precedenti”. Il governo ha stabilito che il credito delle aziende da incassare sarà ceduto a soggetti finanziari.

Il comunicato dice anche che il Def indica che il bilancio dello Stato è “in equilibrio nel 2015, con un deficit strutturale appena sopra lo zero, allo 0,1%, con il conseguimento del pareggio nel 2016, nel pieno rispetto dei regolamenti europei”.

La Cina mette in atto strategie per sostenere la crescita

 La Cina ha fissato una quota per l’importo totale che le banche e le società del debito estero a breve termine possono prendere in prestito nel 2014 a 43,39 miliardi dollari, il che implica un aumento del 16 per cento rispetto allo scorso anno. La State Administration of Foreign Exchange (Safe) non ha dato un dato di raffronto , anche se ha già detto che il contingente è stato di 37,3 miliardi di dollari nello scorso anno.

Del totale, la quota per le banche cinesi selezionate è di 13,9 miliardi di dollari, mentre quello per le banche straniere qualificate che operano in Cina è di 16,54 miliardi di dollari come si dice sul sito web di Safe. Safe ha anche affermato che avrebbe dato sostegno preferenziale alle imprese nelle regioni centrali e occidentali meno sviluppate della Cina e alle piccole banche nell’assegnazione del contingente.

 

La Cina propone misure per crescere come previsto

 

La Cina ha mantenuto a lungo uno stretto controllo sui finanziamenti a breve termine per le sue aziende per paura di attirare flussi speculativi nel Paese. Il governo non vede però alcun rischio alto rispetto al debito estero a breve termine per il debito estero totale, dicendo che aveva una grande pila di riserve in valuta estera su cui ripiegare.

La preoccupazione è cresciuta negli ultimi mesi con il debito nazionale della Cina associato a un rallentamento dell’economia che ha portato all’intervendo del governo per sostenere la crescita. La Cina ha conosciuto il suo primo inadempimento legame questo mese, quando Shanghai Chaori Solar Energy Science and Technology Co ha mancato un pagamento di interessi su un prestito obbligazionario emesso nel 2012.

Relazione tra vincolo di bilancio e debito pubblico

 In merito al debito pubblico, Visco spiega “A differenza di quanto sostenuto da alcuni commentatori, non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all’anno, non sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio”.