Ecco come verranno ripartiti i fondi per le infrastrutture e le ZES

Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto sulle infrastrutture idriche e sulle Zone Economie Speciali. Le risorse ammontano a 27 milioni di euro e sono attribuite dal Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese e sono ripartite in questo modo:

  • 19 milioni di euro per la progettazione delle operazioni utili per fronteggiare l’emergenza idrica e a rafforzare il sistema dei bacini idrografici per ridurre le perdite e contrastare la condizione di siccità, ponendo in sicurezza le infrastrutture esistenti e aumentando la capacità degli invasi
  • 8 milioni di euro finalizzati a progettare operazioni infrastrutturali per supportare lo sviluppo delle Zone Economiche Speciali.

Stando a quanto afferma il decreto, i primi interventi riguarderanno sette distretti idrografici e le relative autorità di bacino distrettuale:

  • Alpi Orientali
  • Padano
  • Appennino Settentrionale
  • Appennino Centrale
  • Appennino Meridionale
  • Sardegna
  • Sicilia.

La seconda serie di interventi riguarderà invece le Zone Economie Speciali di:

  • Abruzzo
  • Calabria
  • Campania
  • Ionica Interregionale Puglia-Basilicata
  • Adriatica Interregionale Puglia-Molise
  • Sicilia Orientale
  • Sicilia Occidentale
  • Sardegna.

Il dettaglio della ripartizione delle risorse è riportato nella tabella sottostante, sulla base dell’Indicatore di rilevanza del distretto. Come si evince, tra le autorità di bacino distrettuale quella che ha conseguito le maggiori risorse è l’autorità del bacino Padano, per 5,4 milioni di euro, unitamente al bacino Appennino meridionale per 3,9 milioni di euro e il bacino Appennino centrale per 2,2 milioni di euro.

La ripartizione delle Zone Economiche Speciali ha invece seguito una ripartizione omogenea: a ciascuna area è infatti stato attribuito il 12,5% del totale del plafond finora stanziato per un contributo di 1 milione di euro.

Via | Aicom

Attività e mission di AICOM, società di ingegneria privata

Esperienza ed innovazione le due parole chiave che definiscono AICOM, la società di ingegneria privata, fondata negli anni ’90 e particolarmente attiva nella progettazione di infrastrutture critiche, complessi industriali, ambiente, sicurezza (fisica, logica e governance) e tecnologie.

Oggi AICOM, forte della consolidata presenza sullo scenario italiano ed estero, opera con una propria ed articolata organizzazione interna e coordina progetti su larga scala con il supporto di specialisti nei più diversi campi di attività.

“AICOM è capace di operare nel settore dell’ingegneria con un approccio multidisciplinare ed innovativo”, afferma in una intervista il dott. Andrea Tanzi, Managing Director responsabile del Business Development della prestigiosa società.

Il business di questa Società è racchiuso in sei macroaree strategiche di competenza: Progettazione, Project and Construction Management, Real Estate, Ambiente, Security, Telecomunicazioni.

Aree di business strutturate in modo tale da risultare contemporaneamente autonome ed interdipendenti nell’ambito delle progettazioni integrate multidisciplinari.

Tra i punti forza di AICOM c’è anche il rapporto affidabile e di lunga data con i clienti, ad oggi oltre 30.

“La multidisciplinarietà dei servizi forniti da AICOM – evidenzia Andrea Tanzi – implica una grande varietà in termini di tipologia e numero di Clienti, tra i quali figurano i maggiori player nazionali operanti nei settori delle infrastrutture critiche, della difesa, dell’energia e dell’ambiente, dei trasporti, della sanità pubblica e privata, della gestione immobiliare e del facility management, delle telecomunicazioni”.

AICOM porta avanti la sua attività con un occhio anche al futuro.

“Da qualche anno l’azienda – conclude Tanzi – sta portando avanti con successo un piano di rafforzamento in mercati esteri, operazioni di M&A (Merger and Acquisition) con l’obiettivo di rafforzarsi in settori in forte espansione, oltre alla formazione continua dei suoi collaboratori per mantenere, anzi incrementare, qualifiche e certificazioni”.

L’assistenza legale globale necessaria per la realizzazione di diverse infrastrutture

Il ruolo che le infrastrutture di trasporto e logistica possono svolgere per la ripresa economica dell’Italia è stato affrontato nella sessione “Infrastrutture di Trasporto e Logistica per la Crescita Economica”, curata dallo Studio Legale Associato Magrì-Sersale-Ambroselli.

Il momento di riflessione si è tenuto nell’ambito del workshop “Il ruolo delle professioni nell’economia del Paese” organizzato congiuntamente dagli Studi Legali Tonucci&Partners, Magrì-Sersale-Ambroselli ed Indrieri&Associati, in occasione del Salone della Giustizia.

I lavori della sessione sono stati introdotti dall’avvocato Ennio Magrì, il quale ha evidenziato che il suo Studio legale ha sempre fornito “assistenza legale globale, necessaria per la realizzazione di infrastrutture di qualsivoglia tipologia, coprendo tutti gli aspetti giuridici connessi alle stesse”.

Tra le opere più rilevanti a cui lo Studio Legale Associato Magrì-Sersale-Ambroselli ha dato completa assistenza legale globale figurano la realizzazione del Centro Direzionale di Napoli, della Tangenziale di Napoli, della Fiera di Milano, del nuovo quartiere City Life di Milano, del Termovalorizzatore di Acerra, della linea 6 della Metropolitana di Napoli, delle Ferrovie regionali Alifana e Circumvesuviana della Campania.

“Tutte opere – ha evidenziato l’avv. Magrì – che si sono dimostrate indispensabili per lo sviluppo del territorio in cui si trovano e di conseguenza per lo sviluppo del Paese”.

Il prof. Ennio Cascetta, che è stato Coordinatore nella Struttura Tecnica di Missione per l’Indirizzo Strategico, lo Sviluppo delle Infrastrutture e l’Alta Sorveglianza presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Presidente dell’ANAS ed attualmente, tra l’altro, anche Presidente della Metropolitana di Napoli S.p.A., ha spiegato – con l’ausilio di diversi grafici – che dal 2009 al 2018 è cresciuto il traffico merci, su tutte le modalità ad eccezione del ferroviario convenzionale, e si è incrementato il traffico passeggeri.

Tra gli interventi utili da attuare, il prof. Cascetta ha indicato la valorizzazione dei sistemi produttivi, migliorando l’accessibilità ai mercati nazionali ed esteri, l’incremento dell’accessibilità ai poli turistici, la riduzione della bolletta logistica italiana, il decongestionamento e la sostenibilità delle aree urbane, la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti e infine equilibrare l’accessibilità delle diverse aree del territorio.

Il Direttore Generale di ALIS – Associazione Logistica della Intermodalità Sostenibile, Marcello Di Caterina, si è soffermato sulla sostenibilità in termini ambientali di ogni opera infrastrutturale e sulla grande opportunità che offre l’intermodalità nei trasporti.

Un’analisi economico-sociale relativa all’Italia e alla sua posizione in Europa è stata tracciata dal prof. Massimo Lo Cicero, attualmente docente presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e già Componente del Comitato Scientifico, a suo tempo incaricato dal MIT per la predisposizione delle Linee Guida del Piano Generale della Mobilità del Ministero dei Trasporti.

“Dopo la ricaduta del 2018 e del primo trimestre del 2019, bisogna assolutamente riprendere – ha osservato l’economista – la crescita e lo sviluppo economico con una sorta di new deal per trasformare il nostro nuovo futuro possibile”.

Le novità su infrastrutture e lavori pubblici nel Decreto del Fare

 Per il settore italiano dell’ edilizia il varo definitivo del Decreto del Fare, “licenziato” in via definitiva solo alcuni giorni fa dalla Camera, è stata, a detta degli esperti, solo una vittoria parziale. Non hanno infatti trovato attuazione, nel testo definitivo, le norme più attese riguardanti l’ estensione della Scia, come pratica semplificativa, anche ad altre tipologie di lavori.

Arriva il decreto sulla banda ultra larga

 Dopo molti mesi di attesa arriva una notizia sicuramente positiva per il mondo delle infrastrutture italiane e, di conseguenza, per il mondo economico in generale. E’ stata, infatti, finalmente trovata una intesa sul testo del decreto legge che il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero delle Infrastrutture vareranno a breve per ridurre i tempi e i costi del posizionamento della fibra ottica nelle città italiane.

Tre miliardi per l’ edilizia nel decreto del fare

 Buone notizie per il mondo delle infrastrutture e dell’ edilizia italiane. Il cosiddetto ” decreto del fare”, che proprio nel corso della scorsa settimana è arrivato al proprio varo, contiene infatti circa 3 miliardi di euro di risorse da destinarsi proprio a questo settore. 

L’ Italia verso l’ operazione golden rule

 L’ Italia è da poco uscita in via definitiva dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo impostale dalla Commissione Europea, ma l’ attenzione sulle questioni di bilancio, con un rapporto deficit – PIL appena sotto la percentuale del 3% e un debito che comunque si attesta intorno al 130% del prodotto interno lordo stesso, non può essere allentata.

Il ritardo nelle infrastrutture è costato 24 miliardi di PIL

 Secondo un recente studio portato a termine dalla Confcommercio e intitolato “Trasporti al passo, economia ferma”, i numerosi ritardi accumulati nel corso degli ultimi dodici anni nello sviluppo delle infrastrutture italiane, hanno generato per il Paese una perdita del prodotto Interno Lordo pari a 24 miliardi di euro.

La soluzione alla crisi è nelle infrastrutture

 Sono tanti i paesi europei in cui è stata data la precedenza alla produzione di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili: partendo da questo fatto non si può che convenire sul fatto che, proprio questo settore, potrebbe essere quello che può portare l’Europa fuori dalla crisi.

Il metodo è semplice: basta investire nella ristrutturazione delle attuali reti elettriche per adeguarle al trasporto dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. All’assemblea del Go 15 si è parlato di investimenti che dovrebbero aggirarsi intorno ai  700 miliardi di dollari da distribuire su 16 paesi, quelli in cui lo sviluppo delle energie rinnovabili è stato più massiccio, e nei quali, quindi, ha più senso intervenire in modo mirato.

Certo, si tratta di cifre piuttosto impegnative, che però possono portare a dei grandi profitti sul lungo termine. Infatti, la ricchezza prodotta attraverso le fonti di energia rinnovabili rischia di essere di spersa perché le attuali infrastrutture non sono adeguate alla sua distribuzione. Esemplare il caso dell’Italia: l’energia elettrica prodotta attraverso il fotovoltaico in larga parte si disperde a causa della rete troppo sovraccarica nei momenti di maggior produzione.

Interessante anche la proposta dell’Unione Europea che prevede, entro il 2020, la creazione di una rete interconnessa di distribuzione dell’energia, in modo da poter sfruttare al meglio la produzione dell’energia derivante dalle specifiche fonti rinnovabili di ogni paese membro.