Il ministro Madia insiste sul turn over nella Pa, la Ragioneria dello Stato frena

Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia è tornata a parlare del turn over nelle strutture pubbliche. In Commissione Affari Costituzionali della Camera, la Madia ha affermato: “Un grande progetto di staffetta generazionale con un progetto di riduzione non traumatica dei dirigenti e dei dipendenti vicini alla pensione per favorire l’ingresso dei giovani”. Il ministro ha poi aggiunto: “La staffetta sarà finanziata con i risparmi agiuntivi nella spending review”.

 Per la Madia è quindi fondamentale permettere l’ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione che risulta spesso bloccata e priva del ricambio generazionale. Un passo importante che “Se non si fa c’è solo il rischio di agonia”, ha detto il ministro. Inoltre, è necessario rilanciare la mobilità tra le amministrazioni.

 

Il ministro Madia pensa ai prepensionamenti nella Pubblica amministrazione

 

Dalla Ragioneria dello Stato fanno però sapere che questa operazione non è semplice. L’ispettore capo della Ragioneria dello Stato, in audizione alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali, ha affermato che il turn over di 85 mila esuberi avrà un impatto sui conti pubblici. Nello specifico ha detto: “Con i prepensionamenti nella Pa si ha di fatto una pensione in più, uno stipendio e la buonuscita. La legge deve prevedere una copertura perché c’è una spesa pensionistica in più. Se si riducono i dipendenti pubblici, si riducono le entrate dell’Inps”.

Il progetto del ministro Madia non è di facile realizzazione e bisogna mettere in attto strategie di finanziamento adeguate. Trovare le coperture potrebbe essere complesso, ma il ministro ha mostrato di volere continuare su questa strada. In molti sono concordi sulla necessità del turn over, ma l’impatto economico sui conti dello Stato è probabilmente la cosa più importante cui attenersi.

 

Debiti delle PA, per l’Italia è in arrivo la procedura di infrazione

 La scadenza era stata fissata al 10 marzo 2014, ma l’Italia non ha rispettato questo termine e, quindi, ora l’UE passerà ai fatti, iniziando la procedura di messa in mora per l’Italia per il mancato rispetto della direttiva sui ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione.

A dirlo quest’oggi Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue.

Pubblica Amministrazione, in vista pensione anticipata per 85.000 esuberi

 Secondo quanto esposto dal commissario Cottarelli nel suo piano di spending review, nella Pubblica Amministrazione ci sono ben 85.000 dipendenti di troppo che dovranno in qualche modo essere eliminati per poter rientrare nel budget di spesa previsto.

Fin da subito si è pensato ad un licenziamento di massa, ma il Ministro Madia ha tranquillizzato i lavoratori della PA: non ci saranno licenziamenti, ma un piano di prepensionamento che aiuterà l’uscita dei lavoratori più anziani per far spazio alle nuove leve.

Il ministro Madia pensa ai prepensionamenti nella Pubblica amministrazione

 Qualche giorno fa, la relazione sulla spending review del commissario Carlo Cottarelli, consegnata al governo del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha messo in allarme i lavoratori della Pubblica amministrazione. In effetti, Cottarelli ha individuato 85 mila esuberi su cui ragionare per i tagli e per una più oculata spesa dello Stato.

A queste preoccupazioni ha risposto il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, tranquillizzando sul fatto che il governo non ha l’obiettivo dei tagli. La Madia ha affermato che il discorso sugli 85 mila esuberi della Pubblica amministrazione riguarda “Un numero e una terminologia assolutamente sbagliati e distorti anche rispetto al piano Cottarelli”.

 

Sindacati critici sugli 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione

 

Il ministro ha spiegato: “L’idea sarà quella di provare ad avere uscite, anche con prepensionamenti per aiutare i giovani ad entrare nella pubblica amministrazione”.

Su queste basi è arrivata la disponibilità della Cgil al dialogo. Il segretario generale della Fp-Cgil Rossana Dettori ha risposto in una nota alle dichiarazioni del ministro Marianna Madia e ha detto: “Se la ministra Madia vuole cambiare verso rispetto agli anni bui della controriforma Brunetta, siamo disponibili a darle una mano”.

Una dimostrazione quindi di apertura, ma si teme che il governo eviti il confronto per una questione di tempo come ha già affermato il ministro Marianna Madia. Dalla Fp-Cgil, la Dettori ha affermato: “Un esodo di massa dalla Pa sarebbe una sciagura per il Paese in una congiuntura economica tanto delicata. Se la ministra la vuole evitare, i prepensionamenti possono essere una delle soluzioni da valutare seriamente, non ci dica che non c’è tempo per confrontarsi”.

Dal pagamento dei debiti della Pa 5 Mld di entrate per lo Stato

 La Cgia di Mestre ha stimato in 5 miliardi di euro il gettito fiscale dell’Iva che deriverebbe dal pagamento di tutti i debiti accumulati in questi anni dalla pubblica amministrazione. La questione del pagamento del debito alle aziende darebbe quindi un ritorno di entrate per lo Stato.

Qualche giorno fa, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva affermato che la procedura si sarebbe conclusa entro settembre. Renzi aveva anche detto che i debiti della pubblica amministrazione ammontano a 68 miliardi di euro. Su queste basi, la Cgia di Mestre ha calcolato le entrate per lo Stato di 5 miliardi di euro e ha affermato che si tratterebbe di una “boccata di ossigeno” sia per le aziende sia per lo Stato.

 

La Pa paga debiti per 21,6 miliardi

 

L’Associazione degli artigiani ha calcolato però che i debiti della pubblica amministrazione verso le aziende ammontano a un totale più alto. La Cgia di Mestre parla di quasi 100 miliardi di euro e quindi il gettito dell’Iva per lo Stato potrebbe essere di 8,5 miliardi di euro. Intanto le imprese aspettano questi soldi che gli potrebbero permettere anche nuovi investimenti nel senso di rilancio in un mercato difficile in questo periodo.

Intanto, per i debiti della pubblica amministrazione l’Italia rischia due infrazioni. Una doppia procedura per il ritardo nel pagamento come ha precisato il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani. Per Tajani emergono dubbi sull’applicazione e sul corretto recepimento della direttiva Ue in materia da parte dell’Italia e quindi se non si risolve rapidamente la situazione c’è il rischio di entrare nella procedura di infrazione che potrebbe costare di più.

Sindacati critici sugli 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione

 Il piano per la spending review preparato dal commissario Carlo Cottarelli è stato consegnato al governo. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha affermato che ora si ha una lista sulla quale la politica deve decidere.

Questo significa che le scelte sugli ambiti in cui intervenire non sono state fatte. I tagli proposti da Cottarelli riguardano diversi settori, ma uno in particolare ha suscitato critiche e polemiche, da una parte, e approvazione, dall’altra. Stiamo parlando degli 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione rilevati da Cottarelli.

 

Sindacati italiani, contro il piano economico di Renzi

 

Molto critici si sono dichiarati i sindacati. Il segretario generale della Cgil Camusso, a margine di un incontro dell’Unione dei sindacati europei, ha affermato: “Mi sembra che le cose annunciate ieri siano nella vecchia logica dei tagli lineari e della compressione dell’occupazione, con effetti che sarebbero immediati e in una logica recessiva del Paese”.

La Camusso ha parlato della necessità di intervenire sulla qualità e sulla quantità della spesa pubblica, ma senza riferimenti a aumento della disoccupazione e tagli quindi dell’organico pubblico.

Anche gli altri sindacati hanno affermato di seguire la situazione da vicino e di essere pronti a protestare nel caso in cui si passi a possibili interbìventi in termini di tagli del personale.

Dalla parte del governo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio ha affermato che l’eventuale intervento sugli 85 mila esuberi nella pubblica amministrazione non è nel programma, ma è solo una bozza. Questo significa che sulle scelte e sulle modalità deciderà la politica. Nessuna conferma quindi di un piano che possa essere attuato quest’anno per generare risparmi.

La riforma della Pubblica amministrazione

 Previste riforme alla pubblica amministrazione attraverso i profili dirigenti: verranno valutati da pagelle secondo specifici criteri e potrebbero subire variazioni positive e negative sugli stipendi. Renzi vuole in questo modo cambiare le sembianze dei dirigenti pubblici. L’obiettivo è quello di riordinare i vertici statali e i meccanismi di gestione della pubblica amministrazione con provvedimenti che modificheranno gabinetti, uffici legislativi e vari dicasteri attraverso la rotazione dei capi dipartimento.

L’aspetto economico del merito: il caso dei vincitori e idonei del concorso a cattedra

 In politica si parla spesso di merito e meritocrazia rilevando come in Italia manchi, in un certo senso, questo aspetto della cultura che invece nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti è un elemento cardine. Il merito, spesso, ha un valore economico per la pubblica amministrazione e per lo Stato in generale, laddove premiare i più meritevoli significa assicurarsi competenze e migliorare la funzione del settore pubblico.

Molto spesso, però, un meccanismo irrazionale sembra impossessarsi della politica e della gestione della cosa pubblica. Prendiamo il caso della scuola e del concorso a cattedra.

Nel 2012, dopo 13 anni, il ministero dell’Istruzione lancia un concorsone. Tre prove molto dure per gli aspiranti docenti e un anno di studio. Poi tra ritardi e scarsa organizzazione arrivano le graduatorie. Pochi dei vincitori avvranno però il ruolo quest’anno e, soprattutto, per gli idonei non è previsto da bando lo scorrimento della graduatoria per i prossimi tre anni o comunque fino al prossimo concorso. Una possibilità che è prevista dal Testo Unico, cioè il riferimento legislativo più importante per la scuola.

In tutta la pubblica amministrazione, lo scorrimento delle graduatorie permette di raggiungere due obiettivi: assicurarsi i migliori duramente selezionati, in caso di bisogno e per i prossimi tre anni; evitare le spese di un altro concorso. La scuola, però, sembra essere un mondo a parte. Ma perché?

 

Nessun taglio a scuola, istruzione e ricerca

 

Sarà per il potere a volte eccessivo dei sindacati, ma la scuola dovrebbe premiare il merito sia per migliorare l’offerta formativa ed educativa sia per risparmiare sui costi.

La scorsa settimana i docenti vincitori e idonei del concorso a cattedra sono scesi in piazza per rivendicare i loro diritti. Tra questi c’era chi, ad esempio, è arrivato 16° su 6.000 candidati, ma siccome i posti a disposizione erano 15 si ritrova escluso dal ruolo, senza la possibilità di rientrare per scorrimento della graduatoria e senza il riconoscimento dell’abilitazione all’insegnamento. Il vincitore che gli sta davanti ha totalizzato 0,2 punti in più rispetto a lui. Una pubblicazione che ha cambiato due vite di due persone entrambe meritevoli: la prima ha un lavoro che gli spetta e può fare l’insegnante; la seconda deve ricominciare da capo dopo avere dimostrato di essere competente e tra i migliori per quel ruolo.

Ambiguità di un sistema che non premia il merito e che non ha imparato a ottimizzare costi e risultati.

Programma Governo Renzi: la riforma della Pa

 Matteo Renzi ha già le idee chiare sul suo cronoprogramma, a meno di 48 ore dall’incarico ricevuto al Quirinale da Giorgio Napolitano per formare la squadra di governo. Il nuovo Premier, ad aprile, dovrà e vorrà mettere mano in un comparto difficile: la Pubblica amministrazione.

Cartelle esattoriali anche per le aziende creditrici delle Pa

 E’ stato approvato alla Camera l’emendamento a dl Destinazione Italia che pone una soluzione al problema della mancata copertura segnalato sia dalla Commissione Bilancio sia dalla Ragionieria generale dello Stato.

Pagheranno le cartelle esattoriali anche le aziende che sono in attesa di riscuotere presso la Pubblica Amministrazione i propri crediti. Ciò segue a un emendamento successivo al Decreto legge Destinazione Italia.