Uno studio della Uil mostra i costi della politica che sono di circa 757 euro per contribuente

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 È possibile risparmiare sui costi della politica è riservare maggiori risorse ai lavoratori e ai pensionati. Con questa motivazione la Uil ha fatto uno studio dettagliato sui costi della politica per fare capire al governo se per tagliare il cuneo fiscale si possono anche utilizzare i fondi derivanti da una razionalizzazione dei costi della politica.
Il segretario della Uil Luigi Angeletti aveva affermato che avrebbe fatto questo studio dettagliato al Presidente del Consiglio Enrico Letta e ora ci sono i dati che sono stati presentati in una conferenza stampa e che si possono trovare anche sul sito della Uil.
Il report dello studio della Uil mostra come gli organi istituzionali, le società pubbliche, le consulenze, le auto blu e tutto ciò che riguarda la voce costi della politica pesa per 23,2 miliardi l’anno. Questa è l’1,5% del Pil. Le persone che lavorano nelle attività legate alla politica sono 1 milione e 100 mila e corrispondono al 5% dei lavoratori italiani. Considerando quanto costa la politica in proprorzione agli abitanti italiani si ha un rapporto di 386 euro per persona. Se si considera solo chi paga l’Irpef, e non anche i bambini e i neonati, il costo è di 757 euro a persona.
Per Angeletti, si potrebbero ridurre i costi della politica di circa un terzo che sarebbero 7 miliardi risparmiati che per la Uil dovrebbero essere utilizzati per abbassare le tasse sul lavoro.
Gli organi istituzionali delle amministrazioni centrali e decentrate costano 6,1 miliardi. Nel 2013 c’è  un risparmio dl 4,6% rispetto al 2012, ma ci sono situazioni diverse. Come quelle delle regioni che costano di più. Le consulenze costano 2,2 miliardi; gli organi degli enti e dlle società partecipate costano 2,6 miliardi; le altre spese, come il personale nominato dalla politica, le auto blu o i direttori delle Asl, costano 5,2 miliardi.
I 7,1 miliardi che rimangono sono quelli che secondo Angeletti potrebbero essere tagliati. Un terzo circa di 23,2 miliardi. Queste spese riguardano costi generali di funzionamento per 3,2 miliardi. L’accorpamento dei comuni con meno di 15 mila abitanti, il taglio delle provincie e la riduzione delle spese delle regioni potrebbe far risparmiare su queste spese.

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