Il governo a nominato i manager delle più importanti società partecipate

 Il governo italiano ha nominato i nuovi dirigenti delle tre maggiori società controllate dallo Stato, Eni, Enel e Finmeccanica. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scelto candidati interni per Eni ed Enel, proponendo Claudio Descalzi come amministratore delegato della più grande compagnia petrolifera in Italia e Francesco Starace, capo dell’unità energie rinnovabili di Enel, come Ceo dell’azienda che produce energia.

Tre donne sono state proposte come presidenti di Eni, Enel e Poste Italiane. Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, è stata nominata come presidente di Eni, mentre Patrizia Grieco è stata proposta per la carica equivalente a Enel.

 

Il governo lavora alle nomine per le aziende partecipate

 

Renzi è il primo politico di centrosinistra a proporre i manager per le più importanti ocietà italiane, dopo che le tre precedenti liste sono state preparate dai governi di Silvio Berlusconi. Le scelte annunciate ieri rappresentano una parte fondamentale della promessa di Renzi di portare una nuova gestione nella pubblica amministrazione e nelle imprese statali, così come quella di mettere più donne in posizioni dirigenziali.

Per Finmeccanica è stato scelto Mauro Moretti, attualmente capo delle Ferrovie dello Stato, come Ceo e Gianni De Gennaro come presidente.

Eni, Enel e Finmeccanica combinati insiemi rappresentano 107 miliardi di euro in termini di valore di mercato. Queste sono le aziende italiane più importanti.

Nel mercato finanziario, le azioni di Eni oggi sono in ribasso dello 0,4 per cento, mentre quelle di Enel dello 0,5 per cento e di Finmeccanica del 2,7 per cento.

Gli azionisti delle società devono confermare i nominati per un mandato triennale. Il Ministero dell’Economia è il più grande azionista di tutte e tre le società con partecipazioni dirette e indirette del 30 per cento in Eni, del 31 per cento in Enel e del 32 per cento in Finmeccanica.

Luisa Todini è stata nominata presidente di Poste Italiane, mentre Francesco Caio è stato proposto come amministratore delegato in sostituzione di Massimo Sarmi.

Il governo pensa agli esodati e per la Cisl ci sono 200 mila lavoratori a rischio

 Il ministro del lavoro Poletti ha affermato che il governo sta facendo delle proposte per gli esodati. Il ministro ha parlato al Festival del volontariato di Lucca e ha detto: “Stiamo cercando di costruire uno scivolo che consente di collegare la condizione degli esodati al pensionamento. Si sta pensando anche a un contratto di reinserimento che garantisca alle imprese un vantaggio economico significativo per chi assume persone avanti con l’età che hanno perso il lavoro. Il ministro Poletti ha affermato che i vantaggi per le imprese riguardano i minori oneri fiscali, la più bassa tassazione e gli sgravi contributivi.

Il governo, sempre secondo quanto affermato dal ministro Poletti, sta preparando anche la proposta sul contratto di inserimento che si dovrebbe basare sul contratto a tempo indeterminato con un avviamento meno costoso del contratto a tempo determinato.

 

Esodati, il Testo Unico concordato da tutti i partiti politici

 

Sulla riforma del lavoro continuano le critiche dei sindacati che parlano del rischio che la proposta produca maggiore precariato. Per l’Osservatorio Cisl, nel primo trimestre 2014 ci sono più di 200 mila lavoratori a rischio occupazione. I dati mettono in evidenza come nel mesi di marzo la cassa integrazione guadagni è arrivata alla quota di 100 milioni di ore autorizzate con 500 mila lavoratori coinvolti. Le ore di Cig sono in aumento del 2,1% rispetto al mese di marzo dello scorso anno e del 2,4% rispetto al precedente mese di febbraio. Una situazione che conduce il segretario generale Raffaele Bonanni a dire cche “Siamo ancora ben lontani dall’uscita dalla crisi economica.. Oltre che sostenere i consumi e diminuire le tasse, bisogna favorire nei territori gli investimenti”.

Per la Cgia di Mestre il taglio dell’Irpef vale 500 euro di carico fiscale in meno

 Il Consiglio dei Ministri ha trovato le coperture nel Documento di economia e finanza (Def) per garantire il rispetto della proposta di aumento di 80 euro nette in busta paga per i lavoratori con reddito minore a 1.500 euro al mese. L’aumento i basa sulle maggiori detrazioni Irpef che rientrano nel taglio del cuneo fiscale.

L’operazione del governo Renzi ha portato a ristabilire la pressione fiscale. La Cgia di Mestre ha calcolato che per i redditi da lavoro dipendente minori di 50 mila euro lordi l’anno, questi 80 euro in più, e cioè l’incremento delle detrazioni Irpef, consentirà di abbassare il carico fiscale, in riferimento allo scorso anno, di 1000 euro per le famiglie bireddito e di 500 euro per le famiglie monoreddito. Il calcolo della Cgia di Mestre si basa quindi sul confronto del carico fiscale delle due tipologie di famiglie relativo a quest’anno e l’anno scorso.

 

Renzi lancia la campagna “E voi cosa tagliereste?”

 

Da più parti si temeva che il governa non fosse in grado di rispettare il suo impegno per problemi di copertura economica. Ora la copertura è stata trovata e quindi dalla fine di maggio l’aumento degli stipendi per i lavoratori dipendenti del settore sia pubblico sia privato è sicuro. I sindacati hanno espresso soddisfazione, ma temono che si tratti di un aumento circoscritto e non di una procedura stabile. Il segretario della Cisl Bonanni si espresso proprio in questi termini, affermando che questa quattordicesima per i lavoratori italiani deve essere strutturale e non periodica. Dalla Cisl è arrivata approvazione per l’impegno mantenuto dal governo Renzi dopo la promessa del mese scorso.

Il governo lavora alle nomine per le aziende partecipate

 Il governo Renzi sta lavorando anche alle nomine per le aziende partecipate pubbliche, che ha sempre una importanza nel panorama produttivo italiano. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ha affermato che il ministero del Tesoro sta vagliando la lista dei candidati e che è importante rispettare i tempi.

Del Rio ha risposto alle domande dei giornalisti sui tempi, cioè sulla possibilità che le nomine vengano fatte entro metà aprile. La sua posizione sempre possibilista. L’indicazione delle candidature va fatta 25 giorni prima della convocazione dell’assemblea dei soci. Per aziende importanti come l’Eni e Finmeccanica, le prime scadenze sono rispettivamente il 13 e il 154 aprile. In effetti, l’assemblea dei soci di Eni è fissata per l’8 maggio, mentre per Finmeccanica sarà il 9 maggio.

 

Del Rio parla dell’arrivo delle riforme contro la burocrazia

 

Sulle nomine delle aziende partecipate torna la questione delle quote rosa. Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha affermato che il governo non potrà non tenerne conto. Il ministro ha detto che non gli piace che le donne siano protette come fossero animali in via di estinzione e che quindi ha visto con un po’ di sospetto la questione delle quote rosa negli ultimi anni. La Guidi ha però affermato “nel corso degli anni ho valutato che uno shock servisse”.

Nei prossimi giorni si dovrebbero quindi avere le nomine per le aziende partecipate alcune delle quali sono molto importanti. Il ministro Guidi ha comunque parlato anche della Fiat in questi termini: “Un’azienda privata può fare quello che vuole. La Fiat è un’altra azienda rispetto a quella che era negli anni ’80. Non voglio fare il difensore di nessuno e nemmeno della Fiat. Se pensiamo al percorso che il gruppo ha fatto dagli anni ’80 ad oggi è un’altra azienda, gli investimenti sono stati fatti. Occorre creare le condizioni perché qualunque azienda, italiana o straniera, ritrovi un valore aggiunto nell’investire nel nostro Paese”.

Il ministro degli Esteri Mogherini parla di tagli e risparmi

 Il governo Renzi continua a lavorare alle riforme economiche e istituzionali. L’obiettivo sembra quello di trovare nuovi fondi per riformare l’Italia e per fare questo si fa affidamento alla spending review. Ieri il Presidente del Consiglio a “Otto e mezzo” condotto su La7 da Lilli Gruber ha affermato che l’Italia è economicamente a posto nei confronti dell’Europa, che siamo all’interno del 3%, a differenza di Inghilterra e Francia, e ci dovremo rimanere.

Renzi ha parlato anche del fatto che l’Italia non è uno scolaretto e quindi vuole rivendicare una certa decisionalità volta a modificare sia le spese sia le istituzioni.

 

Taglio stipendi dei dipendenti pubblici: le due opzioni allo studio del governo

 

Il discorso sui tagli e sui risparmi concerne anche la farnesina. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha parlato di tagli per 108 milioni di euro in tre anni. Gli interventi riguardano diversi ambiti e anche il trattamento economico del personale all’estero.

Il ministro Mogherini, in un intervento su vari temi alle commissioni esteri di Camera e Senato, ha parlato anche dei costi del personale diplomatico. Su questi ha detto che il risparmio sarà variabile da Paese a Paese e il criterio si riferisce al costo della vita e ai fattori di rischio. La Mogherini ha spiegato che la necessità dei tagli e del risparmio dipendono dal fatto che “C’è una sensibilità diffusa a cui stimo rispondendo”.

Mentre si parla di tagli agli stipendi dei manager pubblici, il ministro degli Esteri annuncia quindi quello degli ambasciatori precisando che “La Farnesina ha già contribuito alla revisione della spesa pubblica negli anni scorsi, rideterminando gli organici con il 20% di diplomatici in meno e il 10% dei funzionari, e intervenendo sulla rete estera”, ha poi aggiunto Mogherini ribadendo che il ministero degli Esteri opera “con risorse già ridotte di fronte a sfide crescenti”.

Sindacati contro il piano del lavoro del governo

 I sindacati criticano il piano del governo per quanto concerne il lavoro e la spending review. Il piano di Renzi di riforma del mercato del lavoro e i tagli su cui ragiona il governo dopo lo studio del commissario Carlo Cottarelli entrano quindi nel mirino dei sindacati per le questioni del precariato e degli esuberi della pubblica amministrazione. Bisogna risolvere il precariato e non si toccano gli impiegati pubblici, sono queste le difese alzate dai sindacati.

A margine del forum di Cernobbio, i sindacati hanno espresso le loro critiche ai piani del governo Renzi. Il segretario della Cgil Camusso ha affermato che l’esordio del governo è stato buono per quanto concerne il piano dei redditi, ma per le regole del lavoro “malissimo” è il giudizio espresso dalla leader sindacale. Il motivo alla base di questo giudizio è che il piano sul lavoro del governo Renzi non contrasta, secondo le parole della Camusso, “la lunga stagione del precariato”. La Camusso ha anche detto che il rischio povertà “è anche frutto di lavoro povero e assenza di lavoro”.

 

► Sindacati italiani, contro il piano economico di Renzi

 

Le critiche della Cgil vengono rafforzate dalla Cisl che con il suo segretario nazionale si  riferisce a povertà e a pensioni. Bonanni ha detto: “No a tagli iperbolici sempre sulla povera  gente” e poi che non si può tornare sempre a prelevare nel “pozzo delle pensioni”. L Cisl conferma l’apprezzamento per le decisioni sui redditi e chiede che quello che è stato fatto per i lavoratori dipendenti venga fatto anche per i pensionati, che invece non hanno ottenuto niente.

Gli effetti positivi del Governo Renzi sulla Borsa

 Sin da prima del discorso di insediamento del suo Premier, il Governo Renzi ha provocato un effetto positivo sulle Borse e si è fatto portavoce di segnali di cambiamento che stanno mano mano influenzando il mercato sotto tutti gli aspetti. Quello di oggi, ad esempio, è stato un altro giorno abbastanza positivo in Borsa per l’Italia. Milano chiude in parità, dopo un avvio in negativo.

Ricerca e innovazione, i nuovi piani del Governo

 Il Consiglio dei ministri ha presentato un “piano per l’anno 2014 su ricerca e innovazione nell’impresa, finanziato da fondi comunitari e nazionali”. Ad anunciarlo il presidente del Consiglio Letta. L’obiettivo è “dare un input molto forte a ciò che porta più ricerca e innovazione nell’attivita di impresa” incentivando l’assunzione di laureati. Il piano per il 2014 “muove complessivamente 250 milioni”, meno dello 0,02 % del Pil.

Le privatizzazioni ei Poste, Enav e non solo

 Il governo ha approvato il progetto per la vendita fino al 40% di Poste Italiane e fino al 49% dell’Enav, il gruppo dei servizi al traffico aereo. Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha affermato che il governo ha approvato il piano, spianando la strada alla privatizzazione parziale di queste istituzione e aggiungendo che si augura di potere completare la vendita entro l’estate.

Enrico Letta ha detto che sono in previsione altre privatizzazioni e ha affermato: “La decisione di oggi riguarda Poste ed Enav, ci sono altre operazioni che quest’anno si compieranno, consentendo una riduzione del debito dopo sei anni di crescita continuata. Si tratta di quote non di controllo, la proprietà rimane pubblica”.

 

Poste Italiane, verso la privatizzazione

 

I funzionari del governo hanno stimato che le Poste Italiane ha un valore compreso tra 10 e 12 miliardi di euro ed Enav di 1,8-2 miliardi di euro. Il governo si aspetta di raccogliere tra i 5 e i 5,8 miliardi di euro per la privatizzazione del 40% di poste italiane e 1 miliardo di euro per la privatizzazione del 49% di Enav. Sia ENAV e Poste Italiane sono attualmente interamente di proprietà dello Stato.

Il debito del paese è del 132,9% del prodotto interno lordo (Pil), il secondo più alto nell’UE dopo la Grecia. Il governo italiano è sotto pressione per agire rapidamente al fine di ridurre il debito e rilanciare l’economia del Paese. Secondo la Banca Mondiale, l’Italia è stata la nona più grande economia del mondo nel 2012 e la quarta in Europa.

Nel comunicato del Consiglio dei ministri si legge che la cessione fino al 40% di Poste Italiane e fino al 49% di Enav potrebbe avvenire anche in più fasi.

 

Arrivano le assunzioni per dipendenti statali precari e pubblica amministrazione

 Il ministro per la Funzione pubblica, Giampiero D’Alia, ha confermato la regolarizzazione di oltre 200mila precari della pubblica amministrazione chiarendo che gli impegni per la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato sono stati inclusi dal governo nel decreto 101, convertito in legge nei mesi scorsi. Il governo mira all’assunzione a tempo indeterminato dei precari più meritevoli, che verranno selezionati mediante procedimenti di assunzione speciali con riserva di posti.