Le regole tecniche per la TARES

 La TARES, la nuova tassa che va a sostituire la vecchia TARSU e aggiunge anche il pagamento di alcuni servizi comunali, scatterà soltanto a dicembre. Sotto l’albero di Natale i contribuenti troveranno una maggiorazione dell’imposta pari a 0,30 centesimi di euro per metro quadro. Intanto, però, sono state definite delle regole tecniche per l’oliare il meccanismo di comunicazione.

Quanta Tares si pagherà in più

In particolare sono state definite delle regole tecniche per l’interscambio dei dati catastali. Tutti i dettami relativi alle modalità pratiche per la trasmissione delle notizie tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate, informazioni relative alle superfici degli immobili iscritti nelle mappe, sono pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Le reogle tecniche per lo scambio di informazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i Comuni, con i dati relativi alla superficie delle case, all’iscrizione al catasto, alla planimetria corrispondente, sono pubbliche. Basta recarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nell’area di competenza relativa al Territorio.

Ancora un rinvio per la TARES

E’ stata predisposta un’area che si chiama “Tares e dati del Catasto a confronto. Interscambio tra Agenzia e Comuni”. Nella sezione ci sono dati da usare per l’accertamento del tributo comunale TARES.

Il provvedimento è stato accolto con favore anche dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (l’ANCI).

L’imposta di bollo sui prodotti finanziari

 Non abbiamo il prelievo forzoso sui conti correnti che sembra essere la soluzione all’orizzonte per i paesi che desiderano o sono costretti ad uscire in poco tempo dall’alveo dell’euro, però abbiamo l’imposta patrimoniale sulle attività finanziarie.

Una mini guida all’IVAFE

Nel nostro paese, chi ha acquistato dei beni finanziari e li detiene nel nostro paese o all’estero, deve pagare la nuova tassa IVAFE. Si tratta di un’imposta di bollo per i prodotti finanziari che non sono soggetti ad obbligo di deposito, quindi l’IVAFE si paga anche per depositi postali e bancari.

Questa nuova tassa non è uguale all’imposta di bollo per diversi motvi. in primo luogo l’IVAFE colpisce tutte le attività finanziarie, anche quelle detenute all’estero e poi l’IVAFE riguarda i soggetti passivi, cioè chi detiene le attività finanziarie.

In rete i modelli Unico, Cnm e Irap 2013

In questa attività di tassazione, quindi, sono coinvolti i clienti e gli enti gestori, cioè coloro che su un territorio esercitano un’attività bancaria, finanziaria o assicurativa. E’ l’ente gestore che deve occuparsi dell’applicazione dell’imposta di bollo il 31 dicembre oppure al termine del periodo rendicontato, oppure alla data di fine rapporto se si tratta di periodo infrannuale. L’ente gestore deve occuparsi anche dell’applicazione dell’imposta di bollo, tranne che per le polizze assicurative di cui si occupa l’impresa di assicurazione e tranne i buoni fruttiferi postali, la cui imposta di bollo è applicata da Poste Italiane Spa.

Quanta Tares si pagherà in più

 La Tares, quella con la nuova aliquota, scatta soltanto a dicembre, quindi, secondo molti, il salasso arriverà soltanto sotto l’albero di Natale. Questo però non vuol dire che i contribuenti non possano organizzarsi i pagamenti.

Per esempio a maggio s’inizia a pagare la tassa sui rifiuti con il sistema attualmente in vigore, quello dove sono separate la Tia dalla Tarsu. Poi a dicembre arriva l’imposta calcolata con una maggiorazione dello 0,30 per cento su ogni metro quadro. A prevederlo è stato il decreto Salva Italia.

Ancora un rinvio per la TARES

Molti esperti, in questo periodo, cercano di capire quanto sarà il rincaro e il Sole 24 Ore ha addirittura abbozzato un calcolo approssimativo. In pratica la Tarsu riusciva a coprire i costi dell’80 per cento del servizio, quindi a dicembre, con la maggiorazione prevista, la rata da considerare sarà almeno il doppio di quelle “vecchie”. L’ultima rata della tassa sui rifiuti, quindi la TARES, costerà quasi il doppio della rata della Tarsu. Se invece quest’ultima riusciva a coprire interamente i costi del servizio di nettezza urbana, allora il rincaro da considerare sarà lievemente più basso ma sarà comunque consistente.

Aumento delle tasse, chi ci salverà dalla stangata estiva?

Un discorso sicuramente valido per i contribuenti che devono pagare la Tarsu per l’immobile di proprietà. Per quanto riguarda le imprese, il conto potrebbe essere più salato e si stima che la rata di dicembre sia 10 o anche 20 volte superiore a quella precedente.

Le spese mediche detraibili dal 730

 Molti contribuenti, in questi giorni, si stanno “armando” per la compilazione del modello di dichiarazione dei redditi 730. Una delle spese detraibili in questo genere di dichiarazione, sono quelle mediche, ma come funziona la detrazione? Proviamo a riepilogarlo insieme.

Qualche consiglio per spese mediche e spese funebri

Tutte le spese mediche detraibili, insieme agli altri oneri e spese detraibili e deducibili, devono essere inserite nel quadro E della dichiarazione. Il fisco garantisce uno sconto del 19 per cento sulle spese mediche che superano la franchigia dei 129,11 euro. Tra le spese detraibili rientrano: le spese per l’assistenza medica specifica, le spese chirurgiche, le spese per le prestazioni specialistiche e quelle per le protesi dentarie e sanitarie, le spese per i medicinali che corrispondano ad uno scontrino parlante, i prodotti fitoterapici approvati dall’Aifa, analisi e test di laboratorio. Rientrano tra le spese mediche detraibili anche l’acquisto e il noleggio di protesi sanitarie, della strumentazione medico sanitaria e delle perizie medico-legali.

Le spese di ricovero dei famigliari portatori di handicap

Tutte le spese, abbiamo detto, devono essere inserite nel quadro E, in particolare tra il rigo E1 e il rigo E4. Nel rigo E1 sono inserite le spese sanitarie per determinate patologie, nel rigo E2 vanno inserite le spese sanitarie per i familiari non a carico e per un importo che complessivamente non può superare i 6197,48 euro. Infine sul rigo E3 e sul rigo E4 devono essere inserite le spese sanitarie per i disabili, comprese le spese per i veicoli.

Tares prima rata a maggio e la maggiore arriverà a dicembre

 Tra le tante urgenze che sono ancora all’ordine del giorno del governo in prorogatio di Mario Monti ci sono anche le nuove tasse che stanno per abbattersi sugli italiani: l’aumento di un punto percentuale dell’Iva previsto per luglio, il possibile anticipo dell’aumento dell’addizionale Irpef per sostenere il pagamento del debito delle pubbliche amministrazioni e, infine, la Tares.

► Oggi il Governo discute di debiti delle PA, di esodati, di Tares e di Iva

Proprio la Tares è stata protagonista in questi giorni di un acceso dibattito che ha portato a scontrarsi il governo, l’Anci, varie associazioni di categoria e i cittadini, che, come al solito, saranno comunque, in un modo o nell’altro, costretti al pagamento della tassa.

Ieri sera il governo è giunto ad una conclusione che ha messo d’accordo un po’ tutte le parti in causa: la prima rata della Tares, la tassa sostitutiva e più salata della Tarsu, dovrà essere pagata a maggio, secondo i parametri stabiliti dalla precedente legislazione in materia, la seconda rata sarà dovuta ai comuni a settembre e solo per l’ultima rata, quella prevista a dicembre, il calcolo dovrà essere fatto tenendo conto della maggiorazione di 30 centesimi di euro al metro quadrato.

► La Tares sarà rinviata o no?

Soddisfatto della decisione Graziano Delrio, presidente dell’Anci, che spiega come grazie alla Tares sarà possibile evitare il deficit di liquidità che avrebbe creato grossi problemi alle imprese del trattamento rifiuti. Meno entusiasti i cittadini che avrebbero voluto che la Tares entrasse in vigore direttamente il prossimo anno.

La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane

 L’Italia è in crisi economica e tutti gli indicatori che arrivano dal mercato fanno pensare che la situazione sia lenta a migliorare. Secondo l’ultimo rapporto della Cgil che potrebbe incidere molto sulla reputazione del nostro paese, la spesa per la casa non è sostenibile per 3 milioni di famiglie che in passato avevano acquistato un immobile in tutta tranquillità.

La comunicazione sui lavori energetici pluriennali

Nei prossimi tre anni, secondo lo studio dell’osservatorio del sindacato, ci dovrebbero essere circa 300 mila nuclei famigliari in procinto di perdere l’abitazione. Il problema è che il costo medio di una casa, in questo momento, qualora fosse di proprietà, è di circa 1150 euro. Gli affitti sono triplicati in un decennio e in termini percentuali si racconta di un incremento del 130% o anche del 150 per cento sui contratti di nuova registrazione e sui contratti rinnovati. Il dato che più sconvolge e in qualche modo sembra nuovo, riguarda invece sfratti e pignoramenti che coinvolgono in modo particolare i giovani, in difficoltà con il pagamento del mutuo.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Il conto della crisi quindi è molto salato per 3 milioni di famiglie che non sono quelle che affollano centri benessere, località di vacanza e ristoranti. Insomma la spesa che non si può più fare non è quella per le vacanze, oppure quella per il ristorante o quella per una serie di divertimenti che pure sono stati ridotti. Adesso non si riescono a sostenere più le spese per la casa, le bollette, il mutuo e tutto quello che c’è nel mentre.

Le prossime scadenze fiscali

 Le vacanze di Pasqua sono state gestite all’insegna del risparmio. Lo hanno detto gli albergatori, i ristoratori e tutti gli operatori delle strutture ricettive. Eppure non basta questo a dare sollievo al portafoglio delle famiglie visto che dopo le vacanze ci saranno da gestire molte scadenze. Ecco i principali adempimenti fiscali.

Per Visco le tasse sono ancora troppo alte

In linea generale si dovranno mettere a posto i conti sull’IMU 2012, i guadagni relativi agli investimenti, la stabilizzazione dei precari, il lavoro notturno e i lavori usuranti. Il primo appuntamento è senz’altro l’UMU per il 2012 per chi è necessario inviare la dichiarazione. Il punto di riferimento normativo è la Risoluzione numero 6 del DF del Ministero dell’Economia e delle finanze. Chi ha già pagato queste scadenze l’anno scorso e non ha ricevuto i moduli deve provvedere alla dichiarazione. Mentre scade il 31 marzo 2014 il termine ultimo per la dichiarazione IMU 2013 per i fabbricati del gruppo catastale D senza attribuzione di rendita catastale.

Tenete a mente le scadenze IVA

I sostituti d’imposta, poi, entro il 31 marzo dovevano presentare in via telematica i dati relativi al 730-4 e quindi adesso devono comunicare i risultati ai loro clienti. Sempre in tema di comunicazioni entro il 2 aprile deve essere inviata la comunicazione telematica all’anagrafe tributaria dei dati che riguardano le concessioni delle aree demaniali e marittime.

L’anagrafe si ma con la protezione dei dati

 Professionisti controllati anche in base ai clienti, è questa una delle novità dell’ultima ora in campo fiscale, che segue a ruota la decisione di fornire una base d’analisi agli investigatori anti-evasione: l’anagrafe dei conti.

Suall’anagrafe dei conti, però, si torna con frequenza visto che il Garante non si era ancora pronunciato mentre risulta assolutamente fondamentale garantire la sicurezza dei dati. L’anagrafe dei conti correnti serve come strumento d’informazione e di controllo dei dati forniti durante le dichiarazioni dei redditi, al fine di ridisegnare sul lungo periodo anche l’ISEE.

L’anagrafe dei conti correnti per combattere l’evasione

Il Garante della privacy non è entrato nel merito dell’efficacia e della giustezza dell’anagrafe, ma ha detto che è prioritaria la protezione dei dati personali. Per questo ha richiesto in modo ufficiale alle autorità competenti, all’Agenzia delle Entrate e all’INPS di gestire con cura il data base dei conti e di prestare attenzione soprattutto ai sistemi di sicurezza.

La comunicazione all’anagrafe dei conti correnti

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un provvedimento che dà forma all’anagrafe dei conti. Sono stati raccolti numerosi dati sui conti correnti che adesso dovranno essere passati dalle banche e dagli operatori finanziari analoghi fino all’Erario. La strada per la trasmissione dei dati deve essere dunque percorsa senza intoppi.

Professionisti controllati anche in base ai clienti

 In un periodo di crisi economica e finanziaria è normale che oltre ad intensificare il numero dei tributi dovuti all’Erario, si cerchi di combattere contro l’evasione e in questo caso sotto la lente d’ingrandimento del fisco ci finiscono soprattutto i professionisti.

La comunicazione all’anagrafe dei conti correnti

L’amministrazione finanziaria ha deciso di controllare a fondo il mondo professionale e quindi avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e architetti, nei prossimi mesi si vedranno verificare i conti dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

Secondo le intenzioni dell’Erario si punterà ad individuare non solo le situazioni di illegalità diretta ma anche le situazioni di illegalità riflessa, di secondo livello, nel senso che si proverà a contabilizzare l’attività dei professionisti anche in base ai loro clienti.

L’anagrafe dei conti correnti per combattere l’evasione

L’Erario e le Fiamme Gialle sanno che molti professionisti sono stati messi a dura prova dalla crisi ma sanno anche che ci sono tanti altri professionisti che svolgono attività illecite in qualità di consulenti. Per questo ci saranno controlli più stringenti per individuare le condizioni di abuso. Le aziende che hanno sfruttato dei professionisti truffaldini e sono state facilitate nella messa in campo di fronti fiscali ed evasioni milionarie, saranno colpite insieme ai professionisti che hanno loro fornito questa consulenza.

L’importanza di fornire i dati catastali

 Ogni qual volta si ha a che fare con il fisco, è necessario essere precisi nell’indicazione dei dati che riguardano il contribuente. La poca chiarezza o il trascurare alcuni particolari, può essere deleterio al punto che un cittadino può anche perdere alcune agevolazioni.

Come deve essere migliorata l’IMU

Un’interrogazione inviata da un contribuente all’Agenzia delle Entrate, ne è la prova. Il riferimento dell’ultimo articolo è ai dati catastali.  La domanda posta è semplice: avendo iniziato i lavori di ristrutturazione di un immobile a cavallo dell’anno fiscale 2011 con il 2012 ed avendo depositato la Scia al Comune il 12 dicembre 2011, ci si è accorti che nel 730/2012 non erano stati inseriti i dati catastali dell’immobile da ristrutturare.

Erario: i servizi online con registrazione

In questi, con una dimenticanza di questo tipo, è possibile mettersi in regola con il fisco? L’Erario ha spiegato che nella sezione III-B del modello 730 è presente già dal 2012 il quadro E dove devono essere indicati i dati catastali degli immobili e tutti gli altri dati utili per usufruire della detrazione del 36% o del 50%, se i lavori sono stati pagati tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013. Quindi, se i lavori sono iniziati a dicembre 2011 ma sono stati pagati a partire dal 2012, i dati catastali per avere l’agevolazione fiscale, devono essere indicati nel 730/2013 e non nella dichiarazione dell’anno scorso.