Il 30 giugno è in programma la discussione del testo unificato sugli esodati, presentato da Cesare Damiano, e intanto sono iniziati gli incontri che dovranno stabilire le linee guida su come gestirsi per le modifiche possibili alle pensioni. Quasi certamente, nonostante le attese e le speranze, il provvedimento mirerà a risolvere soprattutto le questioni più urgenti, esodati, e forse anche Quota 96, mentre per il resto il percorso di modifica potrebbe essere più lungo. Potrebbero dover aspettare ancora, forse fino alla prossima Legge di Stabilità di ottobre, molti lavoratori che vorrebbero andare in pensione prima.
Non si tratta solo di esodati e Quota 96, ma anche lavoratori usuranti e precoci, lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, i lavoratori in mobilità, quelli con 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1992 e quelli autorizzati prima del 20 luglio 2007. Sono tutte categorie che aspettano misure per pensione anticipata che, fino a qualche giorno fa, per le donne, era possibile con il metodo contributivo, poi eliminato nella riforma della P.A., ma di cui si dice della possibilità di comprendere anche gli uomini
>Pensioni precoci e usuranti, cambiamenti dopo la riforma della P.A.
Questo vuol dire che uomini e donne, accettando di ricevere un assegno pensionistico calcolato per intero con sistema contributivo, potrebbero andare in pensione a 57 anni di età e 35 di contributi, senza giungere ai 66 anni oggi richiesti. Ma il tutto è ancora da definire e quasi certamente questa ipotesi non sarà approvata. Brutta ancora la situazione per i Quota 96: il problema è rappresentato dalle risorse, troppo alte, che servono e il tempo che manca. I 4mila insegnanti in attesa, infatti, vorrebbero andare in pensione entro il 31 agosto 2014, avendo già maturato i loro requisiti pensionistici con le vecchie regole.